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Sabato, 27 Aprile 2024
Lasciati morire di fame / Kenya

"Digiunate, fatelo per Gesù": scoperte duecento stanze di tortura

Proseguono le indagini sulla "setta dei digiuni", il culto creato in Kenya dal controverso predicatore Paul Mackenzie. Gli investigatori hanno individuato 214 stanze di tortura: almeno 450 i corpi riesumati

Oltre 200 stanze di tortura utilizzate dalla "Chiesa internazionale della buona novella", poi ribattezzata la "setta dei digiuni" sono state scoperte dalle forze dell'ordine in Kenya, durante le indagini sul culto creato dal controverso predicatore Paul Mackenzie. Secondo gli investigatori, le vittime sarebbero state costretta a digiunare e a subire violenze fisiche e morali per "poter vedere Gesù in paradiso". Un orrore che pian piano sta emergendo: sarebbero almeno 450 i cadaveri riesumati dalle fosse comuni individuate nella foresta di Shakahola, nell'entroterra di Malindi, e altri 260 devono ancora essere recuperati. Il predicatore, arrestato insieme ad altre 36 persone.

Come riportato dal quotidiano The Standard, durante le indagini sono state scoperte 214 stanze di tortura. Secondo gli investigatori gli adepti non solo erano costretti a digiunare, ma venivano torturati e in alcuni casi direttamente uccisi. "È chiaro che sono stati costretti a digiunare - ha spiegato ai media uno degli investigatori - nelle stanze di tortura sono stati recuperati pezzi di stoffa e strumenti orribili". Le autopsie sulle vittime hanno rivelato segni violenze e strangolamenti. Secondo alcune testimonianze Mackenzie era solito legare i suoi adepti, in particolare le donna, che veniva sorvegliate da uomini armati di machete in modo da non poter scappare e non poter ricevere cibo. La setta si riuniva nell'entroterra della città turistica di Malindi nella foresta di Shakahola. Gli oltre 300 ettari di foresta sono stati dichiarati scena del crimine dal ministro dell'Interno Kithure Kindiki.

Lo scorso 2 giugno il predicatore Paul Mackenzie, durante l'udienza nel tribunale di Mombasa, ha proclamato la sua innocenza: "Non so cosa ci faccio dietro le sbarre, sento che è un'ingiustizia, ma sono certo che il Signore, che servo e di cui mi fido, mi aiuterà". L'uomo si trova in carcere dallo scorso 15 aprile ma le autorità locali hanno intenzione di chiedere un prolungamento della custodia cautelare per poter completare le indagini. Sono ancora molti infatti i punti da chiarire in un caso che potrebbe essere ricordato come una delle più terribili carneficine della storia moderna.

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