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Venerdì, 26 Aprile 2024
Esteri

"Sono dell'Isis", turisti uccisi per errore: stavano facendo un picnic

Dodici turisti sono stati "erroneamente" uccisi dalle forze di sicurezza egiziane che inseguivano miliziani jihadisti. Il presidente messicano Pena Nieto ha inviato al Cairo il suo ministro degli Esteri: "Chiediamo un'inchiesta urgente per questo attacco ingiustificato"

ROMA - Enrique Pena Nieto, presidente del Messico, ha espresso tutta "l'indignazione" del suo Paese per l'uccisione di otto connazionali da parte delle forze di sicurezza egiziane, mentre al Cairo è arrivato il ministro degli Esteri della nazione americana che ha chiesto un'inchiesta urgente per questo "attacco ingiustificato". Le autorità egiziane hanno riferito che le forze di sicurezza, che inseguivano miliziani jihadisti, hanno ucciso per un tragico errore un totale di dodici persone tra messicani ed egiziani, il cui convoglio era entrato in un'area riservata nel deserto. I superstiti hanno raccontato ai diplomatici messicani di essere stati bombardati con aerei ed elicotteri.

UN "TRAGICO INCIDENTE" - L'incidente rischia di creare ulteriori disagi al turismo, settore vitale per l'Egitto già provato da anni di disordini e instabilità politica. Circa dieci milioni di turisti hanno visitato nel 2014 il Paese africano, un netto calo rispetto ai quindici milioni del 2010. Il presidente egiziano, Abdel Fattah al Sisi, ha telefonato a Pena Nieto per esprimergli le "più sincere condoglianze" per il "tragico incidente", ha spiegato in una nota l'ufficio del leader messicano, "Il presidente Pena Nieto ha espresso profondo sconcerto e tristezzza per la morte dei nostri connazionali, oltre al dolore e alla rabbia che questi fatti senza precedenti hanno provocato nella società messicana".

Il capo dello Stato ha ribadito la richiesta di una rapida ed esauriente indagine su quanto accaduto. Il suo ministro degli Esteri, Claudia Ruiz Massieu, è atterrata questa mattina presto al Cairo per colloqui con le massime autorità egiziane, per "chiarire le circostanze di questo evento deplorevole, costato la vita a turisti messicani innocenti". Accompagnata dai familiari di quattro vittime, Ruiz Massieu andrà a trovare i sei messicani feriti nell'attacco, ricoverati in un ospedale alla periferia del Cairo.

Ecco chi combatte l'Isis ogni giorno | Infophoto

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I TURISTI E IL PICNIC NEL DESERTO - Il Cairo ha spiegato che i turisti sono entrati in un'area riservata nella zona del deserto del Sahara e sono stati "erroneamente" uccisi dalle forze di sicurezza che inseguivano miliziani jihadisti che avevano rapito e decapitato un cittadino egiziano. Un incidente imbarazzante per un apparato di sicurezza che annuncia con frequenza di aver ucciso decine di militanti in raid aerei, bilanci sempre difficili da riscontrare in modo indipendente. Hassan al-Nahla, capo dell'associazione che riunisce le guide turistiche egiziane, ha sottolineato che il gruppo aveva ricevuto ogni tipo di autorizzazione necessaria e si era mosso con una scorta di polizia dal Cairo all'oasi di Bahariya, a circa 350 chilometri di distanza. A circa ottanta chilometri di distanza dall'albergo, hanno deviato due chilometri nel deserto per pranzare, ha spiegato in una nota, un picnic in una zona regolarmente frequentata da turisti.

"Non dò la colpa a nessuno, ma mi chiedo chi fosse responsabile per il coordinamento e perché fosse assente...Se l'esercito sta affrontando dei terroristi, perchè non ne sono informate le autorità che rilasciano i permessi? Perché il ministero del Turismo non è stato informato in modo da poter coordinare le compagnie turistiche?", si è chiesto al-Nahla, che ha ribadito che la zona dove il gruppo si è fermato non è mai stata un'area riservata.

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