rotate-mobile
Domenica, 28 Aprile 2024

Cesare Treccarichi

Giornalista

Così Meloni rallenta l'energia pulita in Italia

I piani del governo Meloni dicono molto sul futuro dell'Italia, o perlomeno ne svelano le intenzioni. In un contesto di crisi energetica, cambiamenti climatici e tensioni globali ci si chiede come la politica voglia rispondere a queste sfide. La guerra in Ucraina ha mostrato la fragilità delle nostre dipendenze energetiche con il gas russo, mentre il riscaldamento globale ci ricorda con violenza che è qui per restare e peggiorare le cose, purtroppo.

Bisogna prendere delle decisioni e cambiare, a partire dall'energia che consumiamo. Siamo in una fase di transizione, promossa anche dall'Unione Europea, verso una maggiore diffusione delle rinnovabili: l'Italia che fa? Il governo italiano ha trasmesso a Bruxelles l'anteprima del suo Piano nazionale integrato per l'energia e il clima (Pniec), in cui indica le politiche energetiche che adotterà da qui al 2023. Ci sono delle contraddizioni ben rappresentate da una delle parole chiave del testo: il gas, che è anche il focus del tanto menzionato Piano Mattei. I motivi sono diversi ma politica, aziende partecipate dello Stato ed equilibri di potere fanno il loro ruolo. In quale direzione stiamo andando?

Siamo ancora in crisi

Anche se deflagrata poco fuori le porte dell'Europa, la guerra in Ucraina poteva sembrare un fenomeno relativamente lontano. Tuttavia, i prezzi dell'energia hanno accorciato le distanze cognitive dal conflitto e la crisi energetica conseguente ha costretto i governi a intervenire con decine di miliardi di euro in sussidi a consumatori e aziende per contrastare prezzi da record. La Russia ha smesso di essere il fornitore numero uno per Italia ed Europa: ora il gas russo è stato sostituito da quello proveniente dall'Algeria, da un rinnovato portafoglio di Paesi fornitori e dal Gnl, il gas naturale liquefatto.

Quanto gas abbiamo in Italia

"Attualmente il gas russo continua ad arrivare in Italia a bassissimi quantitativi rispetto all'ultimo decennio - ha detto a Today.it Francesco Sassi, analista energetico -. I costi dell'energia e l'inflazione hanno rallentato l'economia, come stiamo vedendo in Germania, e la mancanza del gas russo continua ad avere conseguenze importanti: non si può pensare di ridurre subito una dipendenza simile e di durata trentennale, le conseguenze dureranno anni".

Perché i prezzi del gas potrebbero triplicare dopo l'estate

Nel 2023 i prezzi sono diminuiti, specie se in confronto ai picchi di agosto 2022, ma non sono ancora tornati ai livelli prima della guerra. E c'è incertezza sul futuro. Il governo Meloni ha proseguito la strategia dell'esecutivo guidato da Mario Draghi, diversificando le forniture tra Gnl e nuovi accordi con altri Paesi, soprattutto quelli africani. C'è ancora gas nel nostro futuro e il governo Meloni ci punta, ma ci sono delle contraddizioni da sciogliere. 

Non si usa ma il governo ci punta: perché ancora gas?

In Italia e in Europa i consumi di gas sono diminuiti come non era mai successo prima. Dai piani della Commissione Ue e del governo italiano sarà così anche in futuro, permettendo il passaggio a un uso maggiore di energia rinnovabile: "La guerra in Ucraina ha enfatizzato questa transizione - dice Sassi -, legandola a doppio filo la sicurezza degli approvvigionamenti". Tra i vantaggi, "Le rinnovabili metterebbero al sicuro i paesi da speculazioni geopolitiche dei paesi esportatori".

Coi miliardi del Superbonus potevamo pagarci le bollette

Questi cambiamenti mandano però un segnale a chi ci vende gas, che noi chiediamo ancora in grandi quantità: "È un segnale politico per i Paesi esportatori - fa notare Sassi -. Ci sono delle infrastrutture da mantenere e con dei costi. L'Europa chiede a questi Paesi di aumentare le forniture e di investire per usare meno la loro materia prima in futuro. Per questo ci si chiede quale sia l'orizzonte europeo per il consumo di gas: si guarda alla sicurezza energetica del momento più che alla prospettiva". Ecco, vediamo le prospettive. 

Le contraddizioni sul futuro e il ruolo dell'Italia

L'urgenza del momento spiega però fino a un certo punto gli investimenti del governo Meloni - e di altri Paesi europei - in energie fossili: i nuovi impianti di rigassificazione, gli accordi per potenziare i gasdotti, la presenza potenziata di Eni in Algeria, Libia ed Egitto hanno sempre avuto la giustificazione inappellabile della sicurezza energetica a causa del momento storico. Ora, il Piano nazionale integrato per l'energia (Pniec) e il clima da qui al 2030 trasmesso a Bruxelles ci dice altro e nel mentre la produzione di energia elettrica da fonti rinnovabili è ferma al 31 per cento e in diminuzione da 9 anni. 

Il grafico sull'energia elettrica prodotta a partire da fonti rinnovabili in Italia

"Nel piano c'è la conferma delle contraddizioni: ci sono due visioni politiche opposte - fa notare Sassi a Today.it -. Investiamo nella transizione dicendo di puntare ai due terzi di produzione fatta da energia rinnovabile ma al contempo si continua a investire in nuovi teminal di Gnl o gasdotti, con l'orizzonte temporale per recuperare l'investimento che quindi diventa di 15 o 20 anni, soprattutto se le infrastrutture si devono convertire, come si dice, per l'idrogeno".

Cos'è il Piano Mattei di cui parla tanto Giorgia Meloni

Le apparenti contraddizioni sulle politiche energetiche del governo Meloni nascondono delle coerenze interne ma anche dei rischi. C'entra il Piano Mattei, più volte menzionato dal governo e dalla presidente del Consiglio Giorgia Meloni, che vuole rendere l'Italia il nuovo hub energetico del Mediterraneo. Eppure nell'altro piano, il Pniec, il ricorso al gas è dato in diminuzione da qui al 2030. 

Il grafico sul mix energetico in Italia e come cambia dal 2023 al 2040 secondo il Pniec del governo Meloni

"L'intenzione del governo è di voler sfruttare la propria posizione geografica per diventare hub dell'energia, con effetti politici sull'Africa settentrionale - ha detto l'analista Sassi -. L'Italia vuole essere al centro di questo gioco, ma servirebbero nuove infrastrutture e nuovi investimenti nelle proprie compagnie partecipate (Eni e Snam ad esempio). Nel frattempo fa parte di un contesto europeo in cui si devono ridurre i consumi di gas e di energia fossile, ma allo stesso tempo, tramite Eni, affida la propria strategia al gas, con investimenti per i prossimi decenni".

Questi investimenti sono rilevanti e continuano a esporci a contesti instabili politicamente: "Ci si assume un rischio dal punto di vista politico ed economico - sottolinea Sassi - L'Algeria ad esempio investe come Israele o la Turchia in spese militari e lo fa grazie all'esportazione di idrocarburi ma è anche un Paese che ha problemi interni di instabilità politica, così come Libia ed Egitto".

Perché l'Italia non riesce a spendere i soldi del Pnrr

Da un lato la sicurezza energetica e il ruolo futuro di custodi dell'energia nel Mediterraneo per l'Europa e dall'altra la transizione energetica verso fonti rinnovabili: l'Italia vuole stare nel mezzo, ma l'impatto negativo riguarderà proprio la transizione verso l'energia pulita: "Siamo a circa un quarto degli investimenti necessari per progredire - dice Sassi -. I piani sono certamente ambiziosi ma si sta iniziando a vedere che la transizione non sta accelerando, c'è una presa di coscienza, i tempi sono sempre più interconnessi con l'instabilità dell'economia e i fenomeni globali, come il conflitto tra Stati Uniti e Cina".

Giorgia Meloni vuole l'Italia protagonista nel Mediterraneo: il gas che arriva dall'Africa dovrà passare prima da qui per arrivare in Europa, poi potrebbe accadere la stessa cosa per l'idrogeno. Intanto si investe nel gas, ancora, durante una transizione ecologica necessaria che sulla carta dovrebbe essere accelerata ma che in realtà non decolla. Gli stessi piani del governo parlano di un una minore domanda di gas da qui al 2030 eppure si continua a investire nel settore mentre le rinnovabili stentano: quando avremo bisogno di più eolico e solare i gasdotti inutilizzati non ci aiuteranno.

Continua a leggere su Today.it...

Si parla di

Così Meloni rallenta l'energia pulita in Italia

Today è in caricamento