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Domenica, 28 Aprile 2024
Caos Roma e Lazio / Roma

Roma e Lazio nel caos: Alemanno dimissionario e Zingaretti alla Regione?

Voci sempre più insistenti si rincorrono: il primo cittadino di Roma potrebbe lasciare e andare al salto nazionale a capo di una formazione fatta da 'ex An'. Il candidato sindaco del Pd potrebbe trasformarsi in candidato governatore

Sono ore calde, a Roma e nel Lazio, sul fronte elettorale. Colpa del caso Fiorito che ha travolto la Regione. Ma non solo. Le due elezioni in programma - non considerando quelle per la Provincia di Roma - stanno sconvolgendo quelli che fino a pochi giorni fa erano gli assetti delle due squadre in campo.

Alemanno ri-candidato sindaco per il centrodestra, Zingaretti candidato sindaco per il centrosinistra. Poi Fiorito è stato scoperto. La Polverini si è dimessa. E così è scoppiato il caos. Il Pdl travolto dallo scandalo. Il centrosinistra perché non ha candidati da schierare alle Regionali.

E così - versante centrodestra - Gianni Alemanno viene dato 'dimissionario' entro pochi giorni e - versante centrosinistra - Zingaretti potrebbe spostare la sua candidatura da sindaco di Roma a presidente del Lazio.

ALEMANNO NON ESCLUDE DIMISSIONI. Acque agitate in casa Pdl. E' l'attivismo di Gianni Alemanno a far discutere, in ore complicate per l'intero partito. Si susseguono le riunioni. Ieri sera a cena si sono incontrati il sindaco di Roma e Ignazio La Russa, Maurizio Gasparri e Giorgia Meloni. Nulla di fatto e nuova riunione dei tre colonnelli che si è tenuta oggi - senza Meloni - nella sede della Fondazione di Alemanno.

La tensione è altissima. E voci sempre più insistenti dal Pdl capitolino danno il sindaco 'in uscita' entro l'8 ottobre per poter così avere i tempi tecnici (i famosi 6 mesi) per potersi candidare in Parlamento.

Al momento Alemanno si limita - come ovvio - a smentire: "Forse è Zingaretti che si tirerà indietro, lo vedremo dopo la direzione del Pd".

CAOS PDL. Tensioni con una fetta dei consiglieri Pdl al Comune e un partito fiaccato dagli scandali - assieme a passaggi importanti come il voto sul bilancio e sulle delibere sviluppo previste per fine ottobre - potrebbero far precipitare gli eventi. Ma non basta. Tutto potrebbe precipitare anche prima. Alemanno, raccontano fonti del Pdl, starebbe addirittura valutando la possibilità di sganciarsi prima, c'è chi dice entro pochi giorni. Questo avrebbe comunicato in queste ore ad alcuni dei suoi uomini più fidati.

Per ora tutte le ipotesi sono sul tappeto. Di certo - riferiscono - nelle riunioni riservate Alemanno non esclude più questo scenario. Anche di questo si dovrebbe discutere a via dell'Umiltà oggi nelle riunioni preparatorie del vertice serale che si terrà a Palazzo Grazioli con Silvio Berlusconi.

ZINGARETTI PRONTO A TUTTO. Il Pd potrebbe chiedere a Nicola Zingaretti di correre per la Regione Lazio, anche se l'attuale presidente della Provincia di Roma sembra poco convinto della prospettiva. Nelle ultime ore è circolata la voce di alcuni 'pour parler' a questo proposito ma molto sembra dipendere dalla data del voto e da quello che accadrà nel frattempo in Campidoglio: Zingaretti era finora il candidato naturale per la poltrona di sindaco di Roma ma l'eventualità di un voto già in autunno per la Regione ha aperto nel Pd un non semplice toto-candidato e il nome del presidente della Provincia potrebbe risolvere la questione.

D'altro canto, per la Pisana è pronto a correre il segretario laziale del Pd Enrico Gasbarra, sostenuto da buona parte degli ex Ppi, e un via libera a Zingaretti da quest'area arriverebbe solo nell'ambito di un accordo complessivo che comprenda anche la candidatura per il Campidoglio.

E qui entra in gioco Alemanno: se il sindaco dovesse cadere sull'approvazione del bilancio non è da escludere un 'election day' amministrativo a breve scadenza che comprenda sia Regione che Comune. Quindi non ci sarebbe il tempo per le primarie per nessuno.

E allora ecco che il Pdl dovrebbe scegliere due candidati tra una ristretta rosa di nomi (Meloni, Augello, Regina, Todini, Storace) mentre il centrosinistra avrebbe già pronte le due carte: Riccardi (attuale ministro alla Cooperazione del governo Monti) e Zingaretti. Rimarrebbe solo da decidere chi dei due candidare alla Regione e chi al Comune.

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