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Sabato, 27 Aprile 2024
Varie scelte

Che succede se il centrosinistra andrà diviso alle elezioni?

Dentro al Partito democratico si ragione su come muoversi e si considerano tutte le opzioni, anche quella di andare soli. L'unica cosa certa è l'esclusione del M5s ma non sembra pagare

Il risultato delle prossime elezioni del 22 settembre 2022 sembra scontato. Vittoria al centrodestra. Ma in realtà il centrosinistra ha delle possibilità e, soprattutto dentro il Partito Democratico si sta ragionando su tutte le possibili soluzioni per cercare di ribaltare una partita che sembra ormai decisa. Fino all’ipotesi di correre da soli. Una prospettiva quantomai audace, espressa in un’intervista a Today dal senatore democratico Tommaso Cerno e che punta sul fatto che, senza alleati, si perderebbero quei voti, ma se ne recupererebbero altri da parte di moderati e chi, fino ad oggi, si è astenuto. Tuttavia al momento la strada più probabile è il Partito democratico con vocazione maggioritaria, al centro di una coalizione che però non sarà più il campo largo. Ci saranno alleati bene selezionati. Letta ha già dato il benservito e sembra che anche Italia Viva di Renzi dovrà sudarsi la fiducia dei vecchi alleati.

“In questo momento stiamo discutendo di un’alleanza - spiega una fonte parlamentare del Partito democratico - che, da una parte guarda a una sinistra con una vocazione ecologista e il mondo dei verdi, dall’altra le forze di centro, per cui si parla molto di Azione e Più Europa. Ormai quello che sembra certo è che da questa ipotesi di alleanza è che non ci sarà il Movimento 5 Stelle”.

I sondaggi: chi vince alle prossime elezioni?

Del resto è stato Letta, il giorno dopo la caduta del governo Draghi, a dire in diretta televisiva che sarebbe stato “difficile che le nostre strade si possano rincrociare”. Dunque, salvo ribaltoni all’interno delle riunioni delle direzioni Pd, l’asse giallorosso non tornerà mai più. Cosa cambierebbe se i 5 Stelle non dovessero allearsi col centrosinistra (composto in questo scenario da PD, Sinistra/Verdi, Azione/+Europa e Italia Viva)? Secondo una simulazione YouTrend - Cattaneo Zanetto & Co il centrodestra arriverebbe ad avere una maggioranza ancor più ampia, sfiorando il 60% dei seggi: 240 alla Camera e 122 al Senato. Che è proprio il cappotto di cui aveva già parlato il politologo Marco Valbruzzi in una intervista a Today.

Le alternative: Pd e M5s senza centro o tutti dentro

Sempre seguendo la simulazione, se il Pd si presenta insieme al Movimento 5 stelle e alla lista unitaria di Sinistra italiana e Verdi, senza alleanza con i partiti di centro (Azione/+Europa e Italia viva), il centrodestra vincerebbe 221 seggi su 400 alla Camera e 108 su 200 al Senato, ottenendo quindi la maggioranza assoluta per governare in entrambi i rami per Parlamento. L'unica possibilità sembra essere un'alleanza molto larga con Pd, M5s, Sinistra/Verdi, Azione/+Europa e Italia viva. Così il centrodestra avrebbe infatti 202 deputati e 99 senatori. In queste simulazioni sono comunque esclusi gli 8 deputati e i 4 senatori eletti all'estero, per cui considerando questi ultimi il centrodestra potrebbe anche raggiungere la soglia della maggioranza assoluta al Senato: sarebbe tuttavia una maggioranza molto debole, anche se con più seggi del campo giallorosso (che ne avrebbe 187 a Montecitorio e 94 a Palazzo Madama).

La deputata Vittoria Baldino del Movimento 5 Stelle lascia la porta aperta e anzi sembra addirittura rilanciare la palla al Pd. "Le nostre proposte, ignorate dal governo, fanno parte di un'agenda progressista. - ha detto Baldino - Spetta al Pd scegliere da che parte stare: se stare dalla parte dell'agenda Draghi oppure se proseguire una sfida per la giustizia sociale e per l'ambiente insieme a noi”. Il problema è che il Pd sembra aver già deciso e sembra aver scelto l’agenda Draghi. Ma non è detto l’ultima parola perché nessuno vuole perdere e senza M5s, il Pd deve trovare comunque un modo per piegare la matematica che, con questa legge elettorale, consegna la vittoria alle destre, avvicinandole persino alla soglia dei due terzi dei seggi: una super maggioranza che nessuna coalizione uscita dalle elezioni ha mai avuto nella storia della Repubblica. 

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