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Domenica, 28 Aprile 2024
Politica / Italia

Grillo chiude la porta: “Nessuna fiducia a chi ha disintegrato questo Paese”

Intervenendo alla web radio del Movimento 5 Stelle il 'leader' spiega i motivi del no: "Non sono politici e non sono neanche uomini. Dilettanti allo sbaraglio. Non ce n’è stato uno che ci ha detto 'ho sbagliato'".

I capigruppo alla Camera e al Senato, Roberta Lombardi e Vito Crimi – dopo aver ribadito il loro secco no alla fiducia, sia per quel che riguarda un governo politico che uno pseudo tecnico – escono dal Quirinale. Un minuto dopo dalla ‘Cosa’, il canale streaming del Movimento 5 Stelle, le telecamere si accendono su Beppe Grillo, che dopo qualche giorno di silenzio torna a martellare.

NE’ POLITICI NE’ UOMINI – È la doppia strategia del Movimento: dentro e fuori al ‘palazzo’. Doppio registro, un’unica linea, quella del loro presidente e al tempo stesso “garante”. E se ‘no’ alla fiducia deve essere, che sia dalle tinte decise: “Noi nel loro gioco non c’entriamo. Siamo noi i grandi francescani, nati il giorno di San Francesco. Alla fine vinceremo, non hanno scampo. Non sono politici e non sono neanche uomini. Dilettanti allo sbaraglio. Non ce n’è stato uno che ci ha detto ‘ho sbagliato’”.

I 30 "NO" DI GRILLO AL GOVERNO BERSANI

FIDUCIA – Così se il tema è la fiducia, Grillo, se non fossero bastate le parole del duo Crimi-Lombardi, libera il campo da ogni dubbio: “Dare la fiducia? Sono parolacce. Fiducia a chi? A persone che hanno disintegrato questo Paese?”. E sullo scenario emerso in giornata, la cosiddetta soluzione ‘pseudo-tecnica’ che aprirebbe la via delle intese, il blogger genovese taglia corto (o taglia la testa al toro?): “Pseudo tecnico? siamo nel settore della psichiatria più che della politica. Ci vuole qualcuno che sussurri alle orecchie di tutti questi che è finita”. Continua il monologo sulla ‘Cosa’, e Grillo si scaglia contro chi gli imputa la responsabilità di parte dello stallo istituzionale: “E noi saremmo i responsabili del fatto che il Paese non è governabile perché non diamo la fiducia? Basterebbe analizzare queste parole ma ci vorrebbe un neurologo. Noi entreremo in Parlamento e faremo quello che abbiamo detto dei nostri 20 punti”.

LEGGE ELETTORALE – Prosegue nella sua ‘invettiva’ ricalcando le parole scritte ieri nel blog, quel richiamo ai lavori parlamentari a prescindere dalla nascita di un nuovo esecutivo: “Un governo c’è; si potrebbe andare in Parlamento e abolire, con una semplice votazione, il porcellum per tornare alla legge precedente. Sarebbe un segnale”.

ATTACCO AI GIORNALISTI – Grillo ne ha per tutti, ma l’attacco più deciso lo rivolge ai giornalisti e al sistema dell’informazione: “Una riforma democratica non potrà mai esserci e ci metteremo molto di più se non capiamo perché siamo al 60/mo posto nella classifica della libertà di stampa. L’ Europa deve intervenire per capire come mai un mio articolo sul ‘New York Times’ viene cambiato. Senza la tutela di una informazione obiettiva non c’è garanzia di democrazia”. “Ci sono tre tv in mano a tre partiti – continua – altre tre in mano a chi gongola, vendendo bave come ha sempre fatto”.

Finita? Niente affatto. Sulla stampa ha appena cominciato: “È peggio la casta dei giornalisti di quella dei politici. Ora iniziano ad essere terrorizzati e fanno bene. Perché la rete ingloberà tutto”, anche quei “giornali che parlano di precariato e poi sfruttano giovani free lance”. E in questo se la prende con chi ha lanciato la voce di un possibile sì del Movimento 5 Stelle ad un governo definito ‘pseudo-tecnico’: “Quella voce lì la conosco - ndr si riferisce a Vasco Pirri Ardizzone di Italpress -, è di un povero ragazzo frustrato che deve dire che ha sentito una cosa che non ha sentito per 10 euro a pezzo. È uno sfruttato, si tratta di apprendisti giornalisti”. Da qui la sua ricetta, la ‘cura’: “Toglieremo i finanziamenti diretti e indiretti”. Chiude il capitolo giornali-giornalisti raccontando un fatto personale: “Pubblicano il mio indirizzo mettendo a repentaglio la sicurezza della mia famiglia e dei miei figli. Se vogliamo giocare così, giocheremo anche noi così”.

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