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Martedì, 30 Aprile 2024
L'appello

Il padre di Ilaria Salis scrive a Mattarella: "Smuova il governo Meloni"

La mancata concessione degli arresti domiciliari per l'attivista italiana, arrestata in Ungheria per aver aggredito dei neonazisti, riaccende lo scontro politico

Nonostante le rassicurazioni presentate dall'avvocato ungherese di Ilaria Salis, György Magyar, il Tribunale di Budapest ha respinto la richiesta di domiciliari per Ilaria Salis, reclusa da 13 mesi in un carcere ungherese con l'accusa di aver aggredito, durante una manifestazione, alcuni neonazisti. Magyar, dopo Pasqua, presenterà ricorso contro la decisione del giudice, in attesa della prossima udienza che si terrà il 24 maggio. Quel giorno verrà ascoltata anche la presunta vittima di quello che per la giustizia del Paese di Viktor Orban è un "tentato omicidio" e alcuni testimoni oculari.

L'attivista italiana è ricomparsa nell'aula del Tribunale con manette ai polsi, ceppi ai piedi e una catena legata alla vita. Un trattamento lontano dagli standard dei Paesi dell'Unione Europea che hanno spinto il padre Roberto a rivolgersi al presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, al quale ha chiesto un aiuto per sbloccare quello che a suo avviso è un atteggiamento lassista da parte del governo Meloni. "Ho mandato una Pec al presidente della Repubblica, una lettera molto asciutta riferendomi a quella che gli avevo inviato il 17 gennaio e a cui aveva subito risposto. È il garante della Costituzione e l'articolo 3 si applica a tutti i cittadini italiani: può intervenire sul governo Orban e deve smuovere il governo italiano perché evidentemente non ha fatto quello che doveva fare", ha spiegato. 

Ilaria Salis in tribunale

"Il ricorso contro la mancata concessione dei domiciliari - ha continuato Roberto Salis - va fatto, anche se è una strada su cui non mi faccio grandi illusioni. Cercare di far ragionare in termini di stato di diritto l'Ungheria mi pare tempo perso, ma facciamo tutto quello che si può fare". L'uomo ha poi commentato il caso di Gabriele Marchesi, imputato in Ungheria per gli stessi reati della figlia, tornato in libertà dopo che il tribunale di Milano ha smontato il mandato d'arresto europeo chiesto dall'Ungheria: "Devo prendere atto del comportamento di mia figlia: nonostante la decisione presa per Gabriele Marchesi non la favorisca, era estremamente contenta e soddisfatta perché è stata fatta giustizia per Gabriele. Quando hai una persona con il carattere come quello di Ilaria, ti senti veramente in dovere di continuare a lottare per lei".

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L'attivista italiana rischia 24 anni di carcere per aver aggredito fisicamente un gruppo di neonazisti nel cosiddetto "Giorno dell'onore", una celebrazione della resistenza dei soldati nazisti ungheresi contro l'Armata Rossa che riunisce gruppi neonazisti da tutta Europa. Ilaria Salis, quel giorno, partecipava a una contromanifestazione. Ai presunti aggrediti era stata certificata una prognosi di 6 - 8 giorni.

Lo scontro politico

Il caso continua ad alimentare lo scontro politico nel nostro Paese. Le opposizioni accusano il governo di un atteggiamento "morbido" nei confronti del Paese di Orban, storico alleato della premier Giorgia Meloni, mentre la maggioranza invita ad abbassare i toni per non compromettere gli sforzi della diplomazia. "La giurisdizione di un Paese è sovrana, e le polemiche politiche non aiutano", ha spiegato il ministro della Giustizia, Carlo Nordio in un'intervista al Corriere della Sera, seguito a ruota da Pierantonio Zanettin, capogruppo di Forza Italia in Commissione Giustizia al Senato: "Sono anch'io indignato nel vedere una cittadina italiana in un Paese dell'Unione Europea con i ceppi alle caviglie, ma ogni Paese ha una sua specificità, ogni ordinamento ha delle regole", ha dichiarato. "Per Ilaria Salis l'Italia deve pretendere dall'Ungheria il rispetto dei diritti fondamentali della persona. Tuttavia, le polemiche politiche non aiutano, cerchiamo una soluzione nel dialogo tra le istituzioni governative dell'Italia e dell'Ungheria", ha detto invece il presidente dei senatori di Forza Italia, Maurizio Gasparri.

Torna libero Gabriele Marchesi, il giovane accusato delle aggressioni insieme a Ilaria Salis

Di altro avviso Ilaria Cucchi di Alleanza Verdi Sinistra, che ieri insieme a Nicola Fratoianni e ad altri parlamentari dell'opposizione ha seguito l'udienza al tribunale di Budapest: "In 13 mesi - ha spiegato in un'intervista al Manifesto - il governo italiano non ha fatto nulla di concreto per sottrarla a condizioni inumane e degradanti. Ormai questo è sotto gli occhi di tutti. L'Italia non conta nulla e il governo non sa imporsi. Gli strumenti per far sentire il nostro peso ci sono, ma qui si è messo in conto che Salis resti in carcere fino al giudizio di primo grado e all'appello, per poi essere mandata soltanto dopo, forse, ai domiciliari. Il silenzio delle istituzioni è intollerabile, avrebbero dovuto far valere gli accordi internazionali che consentirebbero a Salis di affrontare il processo agli arresti domiciliari in Italia, a casa sua. Invece siamo costretti a prendere atto che non sono stati concessi neanche in Ungheria". 

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