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Sabato, 27 Aprile 2024
Crisi economica

Una famiglia su due è in crisi, il governo "regala" dieci euro al mese

Istat: "Entro il 2013 fine della recessione" ma "i poveri sono 4,8 milioni, il doppio rispetto al 2007". Acri-Ipsos: "Il 40% delle famiglie colpite dalla crisi". Bankitalia: "Dal governo dieci euro al mese in busta paga"

Dal 2007 al 2012 il numero degli italiani in povertà assoluta è raddoppiato: da 2,4 a 4,8 milioni. E quasi la metà di questi, 2,347 milioni, risiede al Sud.

Altri dati significativi per capire lo stato di salute, precario, del nostro Paese: nei primi sei mesi del 2013 quasi due famiglie su cinque hano scelto prodotti alimentari di qualità inferiore. Sono solo alcuni dei dati riferiti dal presidente dell'Istat, Antonio Golini, nel corso di un'audizione al Senato sul ddl stabilità.

ISTAT: ALLARME POVERTA' - Dei quasi cinque milioni di poveri, oltre un milione (1,058 mln) sono minori (erano 723 mila nel 2011) con un'incidenza in salita in un anno dal 7 al 10,3%. Nel primo semestre del 2013 il 17% delle famiglie (1,6 punti percentuali in più rispetto allo stesso periodo del 2012 e 4,9 punti in più dei primi sei mesi del 2011) ha dichiarato di aver diminuito la qualità di generi alimentari acquistati e, contemporaneamente, di aver scelto prodotti di qualità inferiore. Complessivamente, la quota di famiglie che ha ridotto la qualità e la quantità dei generi alimentari aumenta in misura consistente dal 51,5% del primo semestre del 2011 al 65% del primo semestre del 2013, 77% al Sud.

"Un'evidenza simile - ha spiegato Golini - si osserva nel caso dell'abbigliamento e delle calzature: la quota di famiglie che ha limitato la quantitità e la qualità dei prodotti acquistati sale dal 12,6% del primo semestre 2011 al 18,3% della prima metà del 2013".

PREVISIONI -  "L'andamento trimestrale del Pil italiano "dovrebbe segnale nel terzo trimestre un calo, seppur limitato, seguito da una debole variazione positiva nel quarto trimestre. Alla fine dell'anno avrebbe quindi termine la fase recessiva iniziata nel secondo semestre del 2011". Per effetto di tale dinamica, ha riferito, "il Pil su base annua è previsto in contrazione dell'1,8% rispetto al livello del 2012".

ACRI: FAMIGLIE NEL DRAMMA - Cambiamo scenario. Abbandoniamo per un attimo il Senato per sbarcare a Palazzo della Cancelleria dove domani si terrà la Giornata mondiale del risparmio. Per l'occasione l'Acri, Associazione di fondazioni e di casse di risparmio, in collaborazione con l'Ipsos, ha spiegato che la crisi ha colpito il 40% delle famiglie. "Più si accumulano gli anni di crisi, più famiglie ne vengono colpite: indirettamente sono state colpite a oggi il 40% delle famiglie, in generale per la perdita del lavoro (20%) o per il peggioramento delle condizioni di lavoro (il 15% contro il 9% del 2012), ma c'è anche chi non viene pagato con regolarità (3%) e chi ha dovuto cambiare lavoro (4%)". 

Nel Rapporto diffuso oggi si legge che "sono il 26%, percentuale uguale a quella del 2012, le famiglie che segnalano un serio peggioramento del proprio tenore di vita (erano il 21% nel 2011 e il 18% nel 2010), mentre quasi la metà degli intervistati (il 47%, erano il 46% nel 2012) dichiara di avere difficoltà a mantenere il proprio tenore di vita. Il 25% (come nel 2012) ritiene di mantenerlo con facilità e solo il 2%, 1 italiano su 50, dichiara di aver sperimentato un miglioramento del proprio tenore di vita nel corso degli ultimi dodici mesi".

CORTE DEI CONTI: "ATTENTI ALLA CASA" - Torniamo al Senato. A parlare, stavolta, è la Corte dei Conti che avverte: "Nel ddl stabilità c'è il rischio di ulteriori aumenti impositivi". In particolare, "inasprimenti che potrebbero catalizzarsi sul versante del patrimonio immobiliare e in particolare sulla Tasi". La Tasi, ha spiegato il presidente designato della Corte dei conti, Raffaele Squitieri, "moltiplica il suo peso (1 per mille sull'imponibile catastale ai fini Imu) rispetto a quello incorporato nella vecchia Tares (30 cent di euro al mq)". Inoltre, ha proseguito, "lasciando ai Comuni la facoltà di rideterminare l'aliquota, crea il presupposto di aumenti di prelievo da parte degli enti locali con aliquota Imu inferiore al massimo previsto dalla legge". Secondo la magistratura contabile "a rischiare di essere colpiti saranno le seconde case e gli immobili strumentali delle imprese allocati nei Comuni finora virtuosi (quelli che su tali immobili hanno fin qui adottato un'aliquota Imu non superiore al 9,6 per mille)".

E IL GOVERNO? REGALA SPICCI - E il governo? Per la Banca d'Italia il taglio del cuneo fiscale avrà mediamente in busta paga un impatto inferiore ai 10 euro al mese. Nel testo dell'audizione sulla legge di stabilità del vice direttore della Banca d'Italia, Luigi Signorini, si legge: "Per un lavoratore senza familiari a carico, il risparmio massimo di imposta è di 182 euro l'anno in corrispondenza di un reddito annuo di circa 15.000 euro. Nel caso di una retribuzione lorda pari a quella media di contabilità nazionale (circa 29.000 euro), nel 2014 si determina un risparmio di poco meno di 100 euro. Tra il 2013 e il 2014 si determinerebbe, tenendo conto anche delle disposizioni riguardanti il datore di lavoro, una riduzione del cuneo fiscale a carico del lavoratore di poco meno di 0,1 punti percentuali (al 22,2 per cento del costo del lavoro)".

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