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Venerdì, 26 Aprile 2024
Diritti Gay

Matrimoni gay, tra gli Usa e l'Italia c'è un oceano di mezzo

Anche Bert ed Ernie di Sesame Street fanno outing sulle pagine del New Yorker. Il mondo sta cambiando velocemente. La questione gay è ormai una "questione" solo in Italia. Ecco quanto sono distanti il governo Obama e quelli "nostrani"

La rielezione di Obama era scontata e il 6 novembre 2012 non passerà alla storia. Però, però... Negli stessi giorni: centro di Firenze, un bacio gay punito con uno zigomo rotto; Louisiana, 24 ottobre, tre uomini danno fuoco a Sharmeka Moffit, ventenne nera. Ancora 6 novembre, sempre dall’altra parte dell’Atlantico: l’America che consegna il mandato ad un uomo nero; nel Maine un referendum dà via libera ai matrimoni gay, il tutto rinforzato dall’elezione di una senatrice lesbica, la prima; altri tre stati che legalizzano la marijuana per uso ricreativo e per quello terapeutico: in ordine Colorado, Washington e Massachusetts. “Grandezza e miseria dell’uomo”, nell’America dei diritti e dei fucili negli scaffali dei supermercati, della prepotenza armata e del dialogo. La palude è ovunque, sempre dietro l’angolo, a volte però qualcuno lancia una corda. A volte certe scelte potrebbero far cultura. Anche da noi, in Italia, troppo spesso abituati a tirarci la zappa sui piedi, dimenticandoci la grandezza dei padri, e con lo stesso zelo prodighi nel dar patenti sprezzanti. Anche quando non servono o, comunque, non sono richieste perché vuote, troppo vuote di buona prassi.

Così capita che a volte ci tocchi ascoltare la lezione degli altri. Di chi ha messo a capo del Paese un uomo nero, mentre da noi ancora un ministro dalla pelle nerissima, Cécile Kyenge, ogni giorno è costretta a subire l’insulto del bruto e le minacce di una pezzo di società purtroppo legittimata e inserita nel pieno della storia. Da chi i giorni scorsi, attraverso la Corte Suprema Usa, bocciando il ‘Defence Marriage Act’, la legge federale americana secondo cui il matrimonio è solo tra uomo e donna, ha dato il via libera alle nozze gay.

E allora qui, da noi c’è da interrogarsi. Chi sta sbagliando, noi o loro? Chi ha ragione, chi concede la libertà civile di essere quello che sei, magari sancendolo con un matrimonio civile, o chi non è disposto a sovrapporre le radici cattoliche-cristiane con le libertà laiche, tanto da confondere e incollare la fede con lo stato di natura e quindi con la Legge. Stefano Rodotà, costituzionalista, ex Garante della privacy, in un editoriale pubblicato su Repubblica non ha dubbi: “La disattenzione del Parlamento continua” privando le persone “di diritti costituzionalmente garantiti”

RODOTA’ – Sulle unioni fra persone dello stesso sesso, puntualizza, in realtà anche nel nostro Paesi ci sarebbero dei richiami precisi: “La nostra Corte costituzionale – scrive –, fin dal 2010, ha riconosciuto la rilevanza costituzionale delle unioni omosessuali, poiché siamo di fonte ad una delle ‘formazioni sociali’ di cui parla l'articolo 2 della Costituzione”. E ancora: “La Corte di Cassazione è stata più netta” e “con la sentenza numero 4184 del 2012” ha affermato che, “essendo ormai venuto meno il requisito della diversità di sesso e poiché si è in presenza di un diritto fondamentale, le coppie formate da persone dello stesso sesso possono rivolgersi ai giudici ‘per far valere, in presenza di specifiche situazioni, il diritto ad un trattamento omogeneo a quello assicurato dalla legge alla coppia coniugata’. Di fronte a tutto questo, il Parlamento è rimasto silenzioso e distratto. Chiusi nella loro autoreferenziale ossessione di far sopravvivere il Governo a qualsiasi costo i partiti della maggioranza hanno cancellato dalla loro agenda qualsiasi riferimento ai diritti civili, a tutti quelli che vengono definiti ‘nuovi diritti’, ritenuti ‘divisivi’”.  Da qui un pacchetto di esempi, come “l’urgente riscrittura della legge sulla procreazione assistita”, “il divorzio breve, una disciplina sobria del diritto di morire con dignità”. Inoltre, aggiunge, “mentre si contempla da lontano il Datagate, si insiste nello smantellamento di importanti garanzie per la privacy” e “dopo casi gravissimi, si continua a ritenere quasi irrilevante l’approvazione di una legge sulla tortura”.

POST SCRITTUM – A proposito di Usa. Forse la miglior fotografia della pagina storica scritta dalla Corte Suprema, l’ha scattata il New Yorker che ha fatto fare outing a Bert ed Ernie. Tutto condensato nella copertina del prossimo numero: i due personaggi di Sesame Street si abbracciano mentre seguono in tv le decisioni della Corte Suprema sulle nozze gay. “È straordinario come l’atteggiamento sui diritti dei gay si è evoluto nell'arco della mia vita”, ha spiegato il cartoonista Jack Hunter che ha realizzato la copertina intitolata “Momento di gioia”. La vignetta racconta di Bert e Ernie, seduti davanti alla Tv, di schiena, che con affetto vero si stringono piano ascoltando un pezzo di libertà e d’amore per la prima volta tutto loro e di tutti.

E vista da qua, vent’anni dopo la prima copertina del New Yorker, nell’estate del 1994, dedicata ai matrimoni gay, il cerchio sembra chiudersi, almeno a sei ore di fuso orario da Roma. Racconta l’Ansa: “Disegnata dal francese Jacques Loustal, era tradizionale nella composizione: la torta nuziale al centro, solo che gli sposi, in posa davanti a un immaginario fotografo, erano due gay, uno in tight e l’altro in giacca e pantaloni bianchi. Bruno il primo, biondo il secondo, con un romantico bouquet di rose in mano. Era stata l’allora direttrice Tina Brown a commissionare il soggetto a Loustal: “Il matrimonio è uno dei nostri temi stagionali: in questo numero suggeriamo che la gente ha diritto di vivere come vuole”.

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