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Martedì, 30 Aprile 2024
La polemica

Per fare il ponte sullo Stretto il governo taglia i fondi a Calabria e Sicilia

Fa discutere l’emendamento alla manovra che toglie risorse al Fondo di sviluppo e coesione per finanziare l’opera voluta da Matteo Salvini

Tra i 17 emendamenti presentati nella notte dai relatori di maggioranza, fa discutere quello sulla rimodulazione dei fondi stanziati per il Ponte sullo Stretto.

Il testo presentato prevede una una riduzione degli oneri a carico dello Stato di circa 2,3 miliardi, risorse che saranno recuperate dal Fondo di sviluppo e coesione: 718 milioni dalla quota del fondo destinata alle amministrazioni centrali e 1,6 miliardi dalla quota destinata alle Regioni Calabria e Sicilia.

L’attacco del M5S: "Una rapina ai cittadini calabresi e siciliani"

Ed è proprio il taglio alle due regioni interessate dall’opera ad accendere il dibattito: "La rapina, ai cittadini calabresi e siciliani, è compiuta", dichiarano in una nota i deputati calabresi del Movimento 5 Stelle Orrico, Baldino, Scutellà, insieme all’eurodeputata Ferrara ed il consigliere regionale Tavernise. "Sono loro che pagheranno, a caro prezzo, il Ponte sullo Stretto voluto da Salvini con risorse che sarebbero dovute servire ad altro, per supportare cioè la crescita di due territori fra i più poveri d’Europa", spiegano.

"Non ci sono i fondi per realizzare l’opera pubblica più divisiva della storia nazionale annunciata nella perenne campagna elettorale leghista? Benissimo, il governo li va a prendere, con un proprio emendamento alla Legge di Bilancio, nel Fondo di Coesione e Sviluppo: qualcosa come 2,3 miliardi di euro che alleggeriscono una manovra cieca e senza investimenti e rendono vani gli sforzi per bilanciare il divario fra Nord e Sud. E sì – continuano gli eletti del partito di Giuseppe Conte – perché quei soldi rappresentano il principale strumento che possiede il governo per il finanziamento e l’attuazione delle politiche di riduzione degli squilibri economici e sociali nel Paese. Dopo l’Autonomia differenziata ed altri provvedimenti predatori similari come quest’ultimo, è evidente come l’esecutivo sia nemico del meridione. D’altronde, l’emendamento, presentato questo sì coi favori delle tenebre, ci consegna l’immagine di un governo che, per camuffare una spregiudicata operazione di bassa politica, è pronto a tutto".

Critiche da Forza Italia: "Auspichiamo coperture alternative"

"Il Ponte sullo Stretto – dichiara invece la senatrice siciliana di Forza Italia, Daniela Ternullo – è da sempre una battaglia di Forza Italia: riteniamo sia una infrastruttura fondamentale non solo per la Sicilia ma per tutto il Paese. Proprio per questo, invitiamo il governo a individuare coperture alternative rispetto a quelle indicate nell'emendamento alla manovra, in cui si sottraggono risorse preziose alla Regione siciliana. La Sicilia e i suoi cittadini attendono da troppi anni il rilancio di politiche di sviluppo che consentano di colmare un gap dovuto anche alla condizione di insularità. È il motivo per cui riteniamo inopportuno sottrarre risorse preziose al raggiungimento di questo obiettivo".

Uil: "Un vero e proprio scippo"

"Un vero e proprio scippo, un tentativo goffo, senza senso e controproducente per il futuro del Mezzogiorno, volto chiaramente a placare gli animi dentro la maggioranza". Commenta così Santo Biondo, segretario confederale della Uil, che attacca: "Per la realizzazione di quel progetto faraonico, si sottraggono fondi per lo sviluppo regionale, già destinati alla Calabria e alla Sicilia per altri scopi, che erano necessari a garantire, fra le altre cose, la tenuta dei servizi sociali e l'ammodernamento di altre infrastrutture. Questa scelta è in netta contraddizione con la stessa logica dell'autonomia differenziata, tanto cara al governo e che però, guarda caso, non la applica in questa circostanza, avendo deciso di centralizzare la spesa e di eliminare l'autonomia di gestione dei finanziamenti per lo sviluppo di quelle due regioni. È una scelta antistorica, che mette un freno alle opportunità di sviluppo del Mezzogiorno, che cozza con l'essenza dei fondi di coesione e che finisce per porre questo governo nel novero di quelli più anti meridionalisti della storia repubblicana"

Salvini: "Giusta la partecipazione di Sicilia e Calabria"

A difendere la scelta dell’esecutivo, il ministro delle Infrastrutture e dei Trasporti, Matteo Salvini: "Che ci sia una compartecipazione seppur minima di Sicilia e Calabria mi sembra più che ragionevole – spiega a Radio 24 –, perché quando sarà finita l’opera decine di miliardi saranno investiti in quelle due regioni. E non è un'opera pubblica che unirà solo le due regioni, perché tutta l'Italia ne gioverà. Secondo uno studio di Openeconimics, ci saranno 20 miliardi di Pil in più all'anno e la Lombardia sarà la regione che più ne beneficerà in termini di benefici".

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