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Venerdì, 26 Aprile 2024
Sanità / Roma

Primario denuncia: "5mila euro al mese per non fare nulla". Colpa dei tagli alla sanità

Il responsabile di chirurgia maxillofacciale del Santo Spirito di Roma racconta la sua vicenda: "Da due anni pagano cinquemila euro netti al mese per non fare niente. L'unica operazione che faccio è timbrare il cartellino". Tutto 'merito' del piano sanitario della Regione Lazio

"Mi pagano cinquemila euro netti al mese per non fare niente. Nei giorni di servizio l'unica operazione che faccio è timbrare il cartellino. Mentre nei giorni liberi opero gratis i miei pazienti..." queste le parole del primario pubblico romano Domenico Scopelliti, pubblicate sul quotidiano Repubblica.
Il primario racconta la sua particolarissima vicenda che riguarda l'ospedale Santo Spirito, la casa di Cura Villa Betania e i soldi pubblici sprecati.

Scopelliti, di origini calabresi, ha 51 anni, è Cavaliere della Repubblica dal 2008, ha partecipato come chirurgo a 38 missioni internazionali, vanta un curriculum composto da 40 pagine. Dal 2000 è il primario del reparto di chirurgia maxillofacciale di villa Betania, dependance dell'ospedale Santo Spirito di Roma. Nel marzo scorso è stato anche nominato Capo del Dipartimento di Chirurgia di tutta la Asl romana di competenza dell'ospedale.

Il 30 Settembre 2010 la Regione Lazio ha chiuso il reparto di villa Betania per ragioni di bilancio. La chiusura è diventata operativa nel marzo 2011 con il trasferimento altrove dei medici dipendenti del reparto. Nel maggio 2012 il Tribunale del Lavoro di Roma ha accolto il ricorso di Scopelliti e dei suoi collaboratori contro i trasferimenti, respingendo il reclamo dell'azienda contro la possibile riapertura del reparto. La Regione Lazio ha però nei giorni scorsi invitato la Asl a non procedere al reintegro dei medici nel reparto, onde evitarne la ripresa di attività.

Così arriva la sua storia: cinquemila euro netti al mese dal Servizio Sanitario Nazionale da due anni, per stare sei ore e venti ogni giorno lavorativi senza fare nulla, distaccato dall'Ospedale pubblico Santo Spirito di Roma nella casa di cura villa Betania. Dove però l'Azienda ospedaliera, ha chiuso il reparto di chirurgia maxillo-facciale di cui era (e formalmente è ancora) primario. Senza neppure disporne, per decisione della Regione Lazio di pochi giorni fa, la riapertura quando il Tribunale del lavoro di Roma, nel maggio scorso, ha accolto il ricorso presentato dal medico che si era autodenunciato e aveva ordinato alla Asl competente di Roma di reintegrare a villa Betania i due medici dipendenti della maxillo-facciale, impedendo così la ripresa dell'attività del reparto. (da Roma Today)

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