rotate-mobile
Martedì, 30 Aprile 2024
Diritti negati

''Contro la legge essere figli di due mamme'': la decisione che spacca la politica e fa insorgere le associazioni LGBT

Lo ha deciso la procura di Padova che ha impugnato 33 atti di nascita di famiglie omogenitoriali. Insorgono le opposizioni che parlano di 'omofobia di Stato' e ideologia sulla pelle dei bambini

''Un atto di nascita registrato con due mamme va contro la legge e il prounciamento della Cassazione'': è questa la posizione del procuratore di Padova Valeria Sanzari, che sta mandando letteralmente in fibrillazione la politica nelle ultime ore. Così una coppia di donne della città veneta si è vista notificare un atto giudiziario, nel quale la Procura chiede al Tribunale la rettifica dell'atto di nascita della figlia attraverso la cancellazione del nome della madre non biologica. In sostanza quello che si chiede è la rettifica del cognome attribuito alla figlia della coppia, tramite la cancellazione di quello della ''seconda mamma''. La bambina compirà fra poco 6 anni e il Tribunale ha fissato l'udienza per la discussione del ricorso il prossimo 14 agosto.

Ma è solo la punta dell'Iceberg. Sì, perché la procura padovana sta impugnando tutti i 33 atti di nascita registrati dal sindaco Sergio Giordani, dal 2017 a oggi, a favore del riconoscimento dei figli delle famiglie omogenitoriali. Una decisione che di fatto cancella, in tutti i casi, la madre non biologica dallo stato di famiglia del minore. 

È reato avere bambini?

La vicenda ha avuto di fatto avuto inizio lo scorso 11 aprile. In seguito a una circolare del ministro dell’Interno, Matteo Piantedosi, la Procura aveva chiesto al Comune di Padova di trasmettere tutti gli atti di nascita di coppie omogenitoriali per attivare le richieste di annullamento al tribunale. Il tema è da sempre uno dei cavalli di battaglia ideologici della destra di Governo, che sta presentando alle Camere, proprio in questi giorni, un disegno di legge per considerare la cosiddetta 'gestazione per altri' come reato universale. Di diverso avviso chi subisce gli effetti di queste decisioni, dalle famiglie, alla sinistra e alle associazioni LGBT.

Le reazioni delle famiglie: ''Con quale coraggio si può pronunciare una cosa simile?''

''Non si tratta solo di ripercussioni sulla vita sociale, ma di ripercussioni sulla propria identità, fino a prova contraria un diritto fondamentale. Un trauma personale in una fase delicata dello sviluppo, per il fatto di non avere più un fratello ed una mamma'': osserva la mamma che per prima si è vista notificare dalla Procura di Padova l'impugnazione per la cancellazione e la rettifica  di quello che è indicato all'anagrafe come ''secondo genitore''.  Le coppia, composta da due donne di 40 anni, sposatasi all'estero, ha un secondo bimbo, figlio biologico dell'altra donna - quello che per l'anagrafe (e la Procura) è il secondo genitore della bambina. I due hanno pochi mesi d'età di differenza e, sottolinea la donna, sono a tutti gli effetti ''due fratelli''' Per questo hanno lo stesso doppio cognome, seppur con due mamme diverse.  

''Mi chiedo - continua la donna - come possa ilTribunale di uno Stato che professa la tutela dei minori come una priorità, escludere che una bambina di 6 anni iscritta alla scuola primaria possa accusare un cambio di cognome, un fratello ed una mamma che nella forma smettono di essere famiglia''. ''Sono queste - conclude - le priorità del sistema giudiziario italiano? Con quale coraggio un collegio giudicante di genere femminile può pensare di pronunciare tutto questo? Io e le famiglie della scuola, la scuola stessa esprimiamo massimo sdegno''. 

La reazione del sindaco, delle associazioni e della sinistra 

''Sono sereno e convinto delle scelte fatte. Dal 2017 trascrivo gli atti di nascita delle bambine e dei bambini figli di due mamme. È un atto di responsabilità verso questi piccoli perché non accetto il pensiero che ci siano bambini discriminati fin da subito, e appena nascono, nei loro fondamentali diritti'' commenta così la decisione della Procura il sindaco di Padova Sergio Giordani. Che aggiunge: ''Abbiamo sempre tempestivamente comunicato con la Procura di Padova dopo ogni atto senza avere mai controdeduzioni. Ci sono momenti nei quali un sindaco è da solo con la sua coscienza e la Costituzione, e deve decidere nell'interesse primario di chi ha davanti, per me e ritengo per la Costituzione l'interesse di questi piccoli era quello da mettere al centro''.

Più netta la posizione di Marco De Pasquale, coordinatore regionale della Sinistra Italiana Veneto: ''La decisione della Procura di Padova di impugnare le 33 registrazioni padovane degli atti di nascita di figli di coppie omogenitoriali non può che suscitare in noi grandi preoccupazioni. Il nostro primo pensiero va, innanzitutto, a genitori, bambini/e e a tutta la rete di Famiglie Arcobaleno, che dovranno sopportare anche quest'ennesima, ingiusta, sbagliata prova. Come sempre noi saremo al loro fianco. La tutela delle famiglie, di tutte le famiglie, della responsabilità genitoriale e dei diritti dei loro figli/e è una priorità assoluta. La destra che specula consenso elettorale sulla pelle delle persone, a partire dai più piccoli e dalle famiglie, è direttamente responsabile di queste decisioni, così dolorose e pesanti''. 

Ancora più duro l'intervento di Riccardo Magi di +Europa, che parla apertamente di 'omofobia di Stato': ''Non 33 pezzi di carta, ma 33 bambini, esseri umani. E uno è stato già annullato. Ecco cosa produce l'omofobia di Stato di questo governo e di un ministro come Piantedosi che passa sopra i corpi e i sentimenti dei bambini e delle loro famiglie per imporre un unico modello di famiglia. Come si fa ancora a sostenere che non c'è la volontà di discriminare questi bambini?''. 

Ora la palla passerà al Tribunale di Padova, che dall'estate valuterà i ricordi della procura. Ma la partita politica si è sicuramente già aperta in quelle che, anche dal punto di vista dei diritti civili, rischia di essere un'estate molto calda. 

In Evidenza

Potrebbe interessarti

''Contro la legge essere figli di due mamme'': la decisione che spacca la politica e fa insorgere le associazioni LGBT

Today è in caricamento