rotate-mobile
Venerdì, 26 Aprile 2024
Politica

Renzi all'assemblea del Pd: "Non subiamo Berlusconi"

Il sindaco di Firenze fa gli auguri a Epifani ma si toglie qualche sassolino dalle scarpe: "Se non prendi i delusi del centrodestra alle elezioni ti tocca prendere i ministri del centrodestra"

Matteo Renzi questa mattina ha sorpreso tutti. È arrivato a Roma, all’assemblea nazionale del Pd, a lavori cominciati. Poi, appeno dentro l’auditorium, la vera notizia: la decisione di prendere la parola. Una prima assoluta. Mai uomo di apparato, lontanissimo dai ‘caminetti’ e dalle “liturgie” del partito, ‘rottamatore’ e, per dirla alla Cossiga, ‘picconatore’ interno, il sindaco di Firenze ha svoltato: si è diretto al microfono e ha dato la misura della sua nuova vita, quella da dirigente. Certo non da segretario in pectore, ruolo a cui non ambisce, ma da esponente di primissima fascia dei democratici. Da uno che sente che il vento interno è cambiato e che oggi, a differenza di qualche mese fa, quando aveva tutta la dirigenza contro, si prende sulle spalle la sua fetta di consenso e detta la linea.

“Se il Pd riscopre l’autenticità e la passione, io, non da candidato alla segretaria o da candidato all’Anci ma da militante, da iscritto darò una mano”. Darà una mano, Matteo, ma a modo suo, senza troppi giri di parole. Lontano da quello che lo ha tenuto lontano: “In questa sede avrei tutto l’interesse a provare a discutere degli errori fatti” ma “mi fa ridere questa violenta critica di oggi al correntismo. Dobbiamo liberarci dalla retorica come se quelli che le hanno attaccate finora siano vissuti su Marte”. E su questa logica, rivolgendosi al segretario uscente:  “Lo dico nel momento in cui voglio mandare un abbraccio a Bersani, contro cui ho combattuto a viso aperto nelle primarie. La lealtà è fondamentale”.

L'INTERVENTO DI RENZI | VIDEO

GOVERNO – Da qui in poi il discorso verte sull’attualità e su quelle larghe intese, o governissimo, che sta provocando non pochi mal di pancia interni ma soprattutto esterni; quella base elettorale che sta facendo fatica ad ingollare l’accordo di ferro: “Il governo è guidato da uno di noi, è un governo che ci tocca; ma o lo subiamo o lo sosteniamo con le nostre idee. Se lo subiamo regaliamo un altro calcio di rigore a Berlusconi”. E ancora: “Non possiamo ricorrere a mezze parole. È chiaro che non è il nostro governo, lo ha detto pure Enrico Letta”. Ma, rivolto ai suoi, “siamo in condizione di dire che l’abolizione del Senato è una priorità? Siamo in grado di dire che la legge elettorale e il finanziamento ai partiti è cornice che dà l’impressione alla gente che il governo c’è e fa le cose? E tra queste cose è compreso lo ius soli. Perché' noi non ci impuntiamo su Imu ma abbiamo il coraggio delle nostre idee”.

DELUSI PDL – Il tutto senza che manchino le tirate di orecchie. Quelle decise, quelle da sassolini, o meglio macigni, sulle scarpe: “Se non prendi i delusi del centrodestra alle elezioni ti tocca prendere i ministri del centrodestra. Riflettiamo su questo”. Ogni riferimento ai fatti e alle persone, e alle polemiche asprissime dei giorni delle primarie è puramente voluto.

OCCUPYPD – Infine si rivolge ai giovani di OccupyPd che, fuori l’auditorium, si sono dati appuntamento per contestare i vertici democratici: “Il partito credo vada aperto più che occupato: ‘OpenPd’ più che OccupyPd”. E in questo, rifacendosi ancora una volta all’autunno delle primarie, alla battaglia sulle regole, lancia la seconda stoccata: “Abbiamo iniziato a perdere quando abbiamo iniziato a respingere ai seggi le persone che venivano con il certificato medico”.

In Evidenza

Potrebbe interessarti

Renzi all'assemblea del Pd: "Non subiamo Berlusconi"

Today è in caricamento