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Lunedì, 29 Aprile 2024
Politica

Renzi spaventa Letta: "Non ci salva nemmeno Rambo"

Il sindaco di Firenze avvisa il suo partito: "Dobbiamo avere il coraggio di osare e scommettere, continuare a vivacchiare è inutile". La proposta: "Aboliamo il Senato, diamo un segnale"

ROMA - E' un Matteo Renzi show quello che va in scena all'Ara Pacis, dove il sindaco di Firenze ha presentato il suo libro "Oltre la rottamazione". Il giubbotto di pelle "alla Fonzie", che tanto si è divertito ad indossare negli ultimi tempi, è rimasto a casa ma la simpatia e l'autoironia sono quelle solite. Così come solita, è la sensazione che si respira di un Matteo Renzi diviso fra la "fedeltà" al suo partito e quella voglia innata di cambiare e rinnovare. Divisione "interiore" che traspare tutta dalle parole del primo cittadino toscano. 

"Il mio libro è un inno al bipolarismo gentile" ha detto subito. Bipolarismo che, a sentire Renzi, pare solo un vecchio ricordo. "Centrodestra e centrosinistra sono in lotta perenne sui giornali ma poi votano insieme". Il che, naturalmente, non va bene. "Io credo nel bipolarismo, in quello vero - ha continuato - basato sul rispetto delle diversità. Ma la diversità deve assolutamente prevalere sulla palude dell'indistinto"

CIVATI DICE ADDIO A RENZI: AMORE FINITO

Quindi, viene da sè che l'appoggio di Renzi al governo delle larghe intese non è incondizionato. Anzi: "La legge elettorale è una porcata, e fin qui siamo d'accordo tutti - ha spiegato - ma ora  il Pd faccia la sua proposta. Non aspettiamo ancora, non facciamo la fine che abbiamo fatto con l'Imu". Una fine evidentemente brutta: "Berlusconi è riuscito a fare passare noi come i cattivi che non vogliono cancellare le tasse e in questo gli abbiamo dato una grande mano. Siamo caduti in pieno nel suo gioco" ha attaccato Renzi. Ma ora è il momento di cambiare: "Abbandoniamo la nostra coperta di Linus, le nostre sicurezze. E troviamo il coraggio per fare il primo passo, sennò il governo diventa di lunghe attese, il Pd continua a vivacchiare e non lo salva nemmeno più Rambo". 

Anche perchè dopo la batosta di febbraio la situazione non è delle migliori. "Mi viene in mente Dorando Pietri: nel 1908 dominò la maratona di Londra per 41 km prima di cadere a cento metri dal traguardo. Un giudice, per bontà, lo alzò e lo porto al nastro di arrivo  - ha raccontato Renzi - ma Pietri venne squalificato e passò alla storia per avere perso in quel modo". Più di cento anni dopo, il Pd ha fatto la stessa fine. "Un mese prima delle elezioni eravamo dati al 35% - ha ricordato - alle urne abbiamo 'non perso'". Ma ora basta.

Matteo Renzi a Roma per la presentazione di "Oltre la rottamazione"

"Dobbiamo essere come i tacchini che chiedono di anticipare il Natale" ha detto fra l'ilarità dei presenti. Poi ha spiegato: "Diamo un segnale agli italiani che vogliamo fare le cose per bene, mettiamoci in gioco per primi". E qui la proposta che suona tanto come una stoccata a Letta: "Aboliamo il Senato, trasformiamolo in una Camera delle Autonomie. Facciamo come quel tacchino. Al prossimo giro anzichè mille posti ce ne saranno seicento? Pazienza, un terzo dei parlamentari resterà a casa, ma avremmo dato un bellissimo segnale all'Italia". Segnali che il Pd può dare "solo se troviamo il coraggio di osare e di scommettere. Vivacchiare - lo ha ripetuto come una sorta di mantra - non serve e non è utile". 

Attenzione, però, a parlare di "pressing" di Renzi al governo Letta. "Questa è una barzelletta - ha provato a smorzare i toni il sindaco di Firenze - io voglio solo che società politica e reale tornino a parlare lo stesso linguaggio. Se non sarà così, si sarà persa una grande occasione". Occasione che, con ogni probabilità,  ha perso anche Beppe Grillo.

Ed è proprio al leader del Movimento 5 stelle che Renzi dedica l'ultima "battuta". "Dare la colpa agli elettori di un risultato elettorale negativo è da peggior politico della prima democrazia" ha analizzato il democratico. Prima di profetizzare: "In brevissimo tempo si spaccheranno, non si può andare avanti dicendo 'no' a tutto. Gli italiani non vogliono un 'vaffa' o la restituzione di 42 milioni di euro. Gli italiano vogliono una speranza". 

Speranze di cui, ha concluso Renzi, "deve farsi carico il Pd, promettendo agli italiani che il futuro è un posto più bello perchè possiamo costruirlo noi con entusiasmo e passione".    

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