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Sabato, 27 Aprile 2024
Elezioni

Movimento 5 Stelle: è boom se manca 'la sinistra'

Oggi Genova, Parma e Palermo. Lo scorso anno Milano e Napoli. Analizzando le cinque città 'del cambiamento' emerge come i grillini volano laddove la sinistra non è chiara su temi quali i rifiuti e le grandi opere

Non c'è dubbio che a vincere queste elezioni amministrative siano stati i grillini del Movimento 5 Stelle. Tacciati di essere semplicemente catalizzatori di quel sentimento di 'antipolitica', i voti di Parma e Genova, dopo gli ottimi risultati delle scorse regionali in regioni come il Piemonte, mostrano un'altra realtà. Proviamo a delinearla.

Per farlo, partiamo dal commento post voto di Beppe Grillo sul suo blog: "Dunque abbiamo a Sarego, in provincia di Vicenza, il primo sindaco 5 Stelle della Terza repubblica. Questo è un fatto epocale. Finalmente i cittadini, senza soldi, autofinanziatisi, sono andati a votare se stessi".

Prima considerazione: i cittadini che votano se stessi. Sfidiamo chiunque a dimostrare il contrario quando i candidati sono semplicemente ingegneri informatici come quel Pizzarotti che, a Parma, ha conquistato addirittura il ballottaggio. Quindi l'analisi di Grillo sui partiti, passati, secondo il comico genovese, "dalla rigenerazione di cui parlava il nostro presidente della Repubblica alla liquefazione. La destra, il Pdl, il centro. Non c'è più nulla. Si stanno liquefacendo in questa diarrea politica". Quanto alla definizione di 'esponenti dell'antipolitica', Grillo risponde - come suo solito - attaccando: "Stiamo facendo un corso per giornalisti. Si va sul sito del Movimento 5 Stelle, c'è scritto 'programma', e poi con un po' di esercizio si clicca sul programma". 

E veniamo al punto 'programma'. E prendiamo le cinque città simbolo delle ultime due tornate amministrative: Genova, Parma e Palermo nel 2012, Napoli e Milano lo scorso anno. Cinque città che hanno deciso un cambio di rotta. 

La prima, Genova, dopo l'amministrazione Vincenzi, ha di fatto abbandonato il Partito democratico per spostarsi a sinistra, verso quel Marco Doria lanciato da Vendola e grande vincitore delle primarie. Per poco Doria non ha vinto al primo turno. E qui, boom dei grillini e dei comitati No-Gronda e No-Tav

La seconda, Parma: dopo una tangentopoli locale che ha portato alle dimissioni dell'ex sindaco di centrodestra Vignali e all'arresto di un bel pezzo della sua giunta, la città chiedeva di ripartire. Ed è ripartita. Votando per il centrosinistra arrivato in testa al ballottaggio, ma soprattutto votando il grillino Pizzarotti, ingegnere informatico di cui sopra, che ha sfondato il muro del 20% delle preferenze. E qui i grillini sono in primis esponenti del movimento contro l'inceneritore. 

La terza: Palermo. Dopo il governo Cammarata, a sinistra si è provato il 'nuovo' Ferrandelli. Ma mentre si andava alle primarie Ferrandelli contro Borsellino, con il primo portato dal Pd, la seconda dalla sinistra (Idv + Sel + Prc), ecco che il Pd a livello regionale ha deciso di entrare nella maggioranza di Raffaele Lombardo. Ferrandelli ha vinto le primarie, ma Leoluca Orlando si è detto non disposto a portare un candidato esponente (anche) del governo Lombardo, ed è sceso in campo. Risultato, la 'nuova' sinistra è stata sepolta al primo turno dai voti per il sindaco di quella che è stata la "Primavera" palermitana. Non pervenuto il centrodestra. Fermi a quota 5% i grillini.

La quarta: Napoli. La sfida a sinistra era Morcone contro De Magistris. La gente di Napoli ha portato De Magistris, i quadri della sinistra napoletana, Morcone. Alla fine sappiamo com'è andata: ha vinto la 'rivoluzione arancione'. In comune sono entrati i candidati anti-discarica e anti-inceneritore. Grillini intorno a quota 2%.

La quinta: Milano. Pisapia viene lanciato dalla sinistra, trova sponda - ma solo dopo le primarie - nel centrosinistra ma rimane un candidato 'di sinistra'. Risultato grillino: poco sopra il 3%

Cinque casi per suffragare la tesi di Grillo, ma al tempo stesso un po' per smentirla. Ma soprattutto per smentire che i voti dei grillini siano degli scontenti 'di destra' o degli scontenti 'di sinistra'. I voti dei grillini sono dei cittadini. E su questo non ci piove. Ma i cittadini non sono 'grillini'. Sono cittadini. E vogliono al governo qualcuno che possa pensare alla propria città. E così se a Genova e a Parma i temi caldi, la questione 'Gronda' a Genova e la questione inceneritore a Parma, restano fuori dalla partita politica, come avvenuto, ecco che i voti dei cittadini piovono sui loro 'compagni di comitato' candidati col Movimento 5 Stelle.

Se a Palermo oggi e a Napoli e Milano ieri, invece, i temi caldi - nelle due città del sud la lotta la questione rifiuti, in tutte e tre la lotta alla criminalità organizzata e alla corruzione - diventano le bandiere dei tre candidati Orlando, De Magistris e Pisapia, ecco che i cittadini votano 'all'antica', cioè per i politici. 

Ora passiamo all'ultima fase di questo gioco-analisi. Perché a Genova e Parma volano i grillini anche se avanza il centrosinistra unito e a Palermo e Napoli (tralasciamo un attimo Milano) volano due 'battitori liberi' come Orlando e De Magistris anche se il centrosinistra va diviso? E soprattutto, perchè a centrosinistra diviso, a Palermo e Napoli sono stati premiati i candidati più 'a sinistra'? E la domanda delle domande: perchè a centrosinistra diviso, con un candidato 'di mediazione' - come Ferrandelli e Doria - e un altro - come Orlando e De Magistris - più chiaro sui temi caldi della città, i grillini non superano quota 5%? La questione è semplice.

Perché 'i grillini' non esistono come categoria politica. Esistono 'i cittadini'. E se i cittadini si sentono rappresentati - come a Palermo o a Napoli - votano per candidati chiari ad esempio sulla questione rifiuti. Se su temi come la Tav, la Gronda di Genova, l'inceneritore di Parma i candidati di centrosinistra si mostrano 'neutri', i cittadini si organizzano, votano per loro stessi, e sfiorano il 20% delle preferenze. 

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