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Venerdì, 26 Aprile 2024
PROCESSI

Protesta anti-burqa: Santanché rischia il carcere

Il pm di Milano ha chiesto un mese di carcere per la parlamentare colpevole di avere organizzato, senza autorizzazione, una protesta anti-burqa. Duemila euro di multa per il suo aggressore

ROMA - Era il 20 settembre del 2009 e Daniela Santanché decise di manifestare contro l'uso del burqa davanti al Teatro Ciak di Milano dove si stava svolgendo la  festa islamica per la fine del Ramadan. La protesta, spiegò la parlamentare, era contro il volto coperto delle donne musulmane: una tradizione contraria al rispetto della legge 152 del 1975. "Non ce l'ho con queste povere donne ma con chi le manda e le soggioga - dichiarò - Il burqa è un'umiliazione per le donne". 

Oggi, per quella manifestazione, Daniela Santanché rischia un mese di carcere e cento euro di multa. E' questa, infatti, la richiesta di pena formulata dal pubblico ministero nel processo che vede la parlamentare imputata. 

Il pm ha chiesto che vengano riconosciute le attenuanti generiche alla Santanchè per il suo corretto comportamento processuale, anche perché "si è fatta interrogare", e per la sua incensuratezza. Poi il pubblico ministero ha spiegato che per il reato di manifestazione non autorizzata "non è previsto il dolo" ma solo la colpa e quella della Santanchè sarebbe stata non chiedere l'autorizzazione al Questore nelle modalità previste dalla legge.

Lo stesso procedimento, inoltre, vede come imputato Ahmed El Badry accusato di lesioni per avere aggredito la Santanché al termine della protesta. La parlamentare era finita al pronto soccorso del Fatebenefratelli, uscendone con un referto nel quale risultavano contusioni toraciche estese con una prognosi di venti giorni. "Sono stata aggredita, colpita da un uomo con un braccio ingessato, gettata a terra e dopo andrò in ospedale per vedere se ho una costola rotta - aveva raccontato -. Verso le 9 mi hanno aggredita e mi hanno detto che sono una puttana, che domani sarò morta, che faccio schifo. Ma chi mi ha colpito, mi hanno spiegato le forze dell’ordine, è stato individuato". 

Per El Badry, il magistrato ha ritenuto che vada punito senza la concessione delle generiche e nemmeno dell'attenuante della provocazione, perché "ha colpito una persona, oltre tutto di sesso femminile, che esprimeva delle opinioni e non c’era motivo di colpirla". Per l'egiziano, quindi, il pubblico ministero ha chiesto duemila euro di multa. 

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