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Sabato, 27 Aprile 2024
Governo Meloni

Sgarbi si dimette da sottosegretario: "Contro di me lettere anonime inviate all'Antitrust"

Il critico d'arte ha lasciato il suo incarico dal palco della rassegna 'Ripartenza' parlando di una "molto confusa lettera" ricevuta dall'Agcm dopo una segnalazione del ministro Sangiuliano. Il caso riguarda le sue attività extra-governo che sarebbero incompatibili con il suo ruolo

Vittorio Sgarbi si è dimesso. Il critico d'arte ha deciso di lasciare il suo incarico da sottosegretario alla Cultura. Ad annunciarlo è stato lo stesso Sgarbi dal palco della Ripartenza, la rassegna ideata da Nicola Porro.

"Secondo l'avviso dell'Antitrust, io non potrei parlare di arte per evitare il conflitto di interesse", ha detto. "E quindi vorrei annunciare qui le mie dimissioni da sottosegretario di Stato alla Cultura con effetto immediato. Scriverò una lettera alla Meloni. Io sono solo Vittorio Sgarbi, non sono più sottosegretario" ha aggiunto. "Non voglio essere sottosegretario". 

"Mi dimetto e lo faccio per voi", ha detto ancora Sgarbi, parlando alla platea che stava seguendo la sua lecture su Michelangelo. "L'Antitrust - ha spiegato - ha mandato una molto complessa e confusa lettera, dicendo che, avendo accolto due lettere anonime che ha inviato all'Antitrust il ministro della Cultura, io non posso fare una conferenza da Porro". 

Sgarbi viene accusato di aver svolto attività incompatibili con il ruolo che ricopre al ministero. Le dimissioni - ha spiegato - sono dovute a un'indicazione dell'Antitrust sulla compatibilità tra la sua attività di conferenziere con gli incarichi di governo, giunta poche ore fa.

Il caso Sgarbi e i presunti compensi incompatibili con la sua carica

La mozione delle opposizioni per chiedere al governo di revocare l'incarico a Sgarbi, prevista per l'altro ieri, era stata fatta slittare al 15 febbraio proprio in attesa del verdetto dell'Antitrust. Un pronunciamento sollecitato dal ministro della Cultura, Gennaro Sangiuliano, "per possibili condotte illecite in violazione di quanto previsto dalla legge n. 215/2004 in materia di attività incompatibili con la titolarità di una carica di governo", per la partecipazione a eventi a pagamento. Un'istruttoria, spiega LaPresse, integrata poi dalla stessa Antitrust con un'altra 'accusa': Sgarbi "proporrebbe al pubblico, tramite il sito internet www.vittoriosgarbi.it, registrato dallo stesso professor Sgarbi, l’acquisto di propri libri corredati di dedica personalizzata".

A questo si aggiunge la bufera nata dall'inchiesta della trasmissione tv Report su un quadro in possesso del sottosegretario che sarebbe stato trafugato. Sgarbi si è sempre detto estraneo ai fatti, ma sul caso ora indaga anche la magistratura. Intanto, anticipando il voto sulla mozione delle opposizioni, Sgarbi ha deciso di lasciare la poltrona. 

L'attacco a Sangiuliano: "Contro di me lettere anonime"

A segnalare il caso all'Antitrust era stato proprio Sangiuliano, a cui Sgarbi ha lanciato pesanti accuse. "Il ministro Gennaro Sangiuliano non l'ho sentito, non ci parliamo dal 23 ottobre quando mi ha dato la delega per andare a occuparmi della Garisenda" ha detto il critico d'arte. "Non potevo sentire una persona che riceve una lettera anonima e la manda all'Antitrust. Le lettere anonime si buttano via, gli uomini che hanno dignità non accolgono lettere anonime". 

"L'Antitrust ha ritenuto le indicazioni di lettere anonime come delle indicazioni credibili e ha dichiarato l'incompatibilità" ha detto Sgarbi. "Io ne ho avuto notizia verso le 14.30. Ho preso l'aereo e quando sono sceso, il tempo di meditare quale scelta fare, ho pensato di fare questa conferenza libero. Questa è la prima conferenza della nuova stagione in cui non c'è incompatibilità, altrimenti non avrei potuto farla". 

"Pongo il problema anche per Nordio, che questa sera parla" ha aggiunto. "Se sono incompatibile io, chiunque faccia una conferenza da ministro o da sottosegretario, è incompatibile". 

Sgarbi: "Farò ricorso al Tar"

Quindi l'annuncio: "Farò certamente ricorso al Tar perché si dica comunque che io avevo non avevo un’altra professione, ne avevo solo una: essere Sgarbi, essere uno storico dell’arte".  E ancora: "Sono diventato sottosegretario alla Cultura non per tacere, per non parlare d’arte, per non presentare libri, per non presentare mostre" ha rivendicato Sgarbi. "Ritengo di aver fatto quello che dovevo fare". E poi, a chi gli chiedeva se gli dispiacesse aver dato le dimissioni, ha risposto: "Non è che mi mancano le risorse, ho molti amici".

Chiuso il procedimento dell'Antitrust, il verdetto a giorni

In riferimento a quanto dichiarato da Vittorio Sgarbi nell'annunciare le sue dimissioni da sottosegretario, a quanto apprende l'Adnkronos, l'Antitrust avrebbe chiuso il procedimento che era stato avviato a fine ottobre su attività del critico che potevano "porsi in contrasto" con quanto previsto dalla legge Frattini sul conflitto di interessi. Lunedì dovrebbe essere reso noto il provvedimento relativo alle possibili attività incompatibili con la titolarità di una carica di governo. La delibera di apertura del procedimento fissava peraltro una data di chiusura entro il prossimo 15 febbraio.

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