Silvia Aisha Romano si è sposata

Silvia Aisha Romano si è sposata con un musulmano convertito. La volontaria sequestrata mentre si trova nel villaggio di Chakama in Kenya e liberata dopo 18 mesi di prigionia, era diventata il bersaglio degli hater dopo la notizia della sua conversione all'Islam e per i soldi che l'Italia avrebbe pagato per il suo riscatto. Tanto da finire sotto tutela per le minacce ricevute. Oggi, racconta La Stampa, ha ventisei anni, vive distante da sguardi indiscreti in un paese alle porte di Milano, insegna in una scuola per adulti lingue straniere (si era laureata poco prima di partire per l’Africa). E si è sposata, con rito islamico, il 5 ottobre scorso.

A Campegine, un piccolo centro di cinquemila anime, a metà strada tra Milano e Bologna, tra la casa di Silvia e quella del marito, Paolo P., un ragazzo italiano di origini sarde che all’epoca viveva proprio lì, in Emilia Romagna. E che, prima di sposarla, si è convertito all’Islam e ha abbracciato anche la sua fede. Una «storia da favola su cui si potrebbe girare un film», racconta chi le vuole bene. Perché Silvia e Paolo, suo coetaneo, sono amici da quando erano bambini. Da piccoli giocavano sempre insieme. Poi la vita li ha divisi ed entrambi hanno intrapreso la propria strada. Fino a quel 9 maggio, al ritorno a casa di Silvia. 

I due si sono incontrati dopo il ritorno di lei e lui si è convertito. Ora vivono insieme, lontano da tutto quel che è stato. "Rinati", dopo una sofferenza che tutta la famiglia ha vissuto per più di cinquecento giorni, mentre Silvia era nelle mani di Al Shabab. Intanto, racconta ancora il quotidiano, alcuni servizi delle Iene hanno messo in dubbio tempi e modalità della liberazione, condotta dall’Aise con l’aiuto delle forze locali.

Mai si è saputo se l’Italia ha pagato un riscatto per ottenere il rilascio. E con sicurezza mai si saprà. 

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