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Martedì, 30 Aprile 2024

La grande truffa degli stage: 9 su 10 non restano in azienda

Solo il 10,6 per cento dei tirocinanti entra poi a far parte dell'organico aziendale. Inoltre in tempo di crisi lo stage non è più una prerogativa dei giovani

E' considerata ormai da tanti una delle vere truffe che sono costate care alle giovani generazioni: lo stage.

Sempre più imprese, ma anche uffici pubblici, per risparmiare si assicurano giovani quasi sempre laureati, con tanta voglia di fare, che sperano in una futura assunzione. Le aziende evitano di sobbarcarsi il peso dei dipendenti a tempo indeterminato, ma anche collaboratori e partite Iva che comunque costano più degli stagisti.

Inoltre in tempo di crisi lo stage non è più una prerogativa dei giovani: ormai infatti la normativa ha esteso questa possibilità a tutte le età, includendo disoccupati, cassintegrati e lavoratori in mobilità.

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Gli stage si sono rivelati niente più che forme di lavoro gratuito o quasi con il miraggio di un posto che poi, rivelano le ricerche, non arriva quasi mai. Secondo l'ultimo studio di Excelsior/Unioncamere (del 2012) soltanto il 10,6 per cento dei tirocinanti entra a far parte dell'organico aziendale.

Per chiedere ordine il sindacato si mobilita e per oggi la Cgil ha organizzato una serie di manifestazioni e incontri con le Regioni - le istituzioni deputate a normare gli stage - che mirano a rivendicare regole e rispetto. "C'è una assoluta incertezza normativa, e per questo di fatto le imprese e gli uffici pubblici si regolano a modo proprio, scivolando molto spesso nell'abuso", dice Ilaria Lani, responsabile Politiche giovanili della Cgil.

Sono circa 307 mila gli stage attivati ogni anno in Italia, ma soltanto nelle imprese: per gli uffici pubblici non c'è un dato certo, e si può citare la stima della 'Repubblica degli stagisti', sito di riferimento della categoria, che ipotizza tra i 150 mila e i 200 mila tirocini attivati. Nota dolente sopra tutte: la retribuzione. Non esiste ancora una legge che la imponga, e così nella gran parte dei casi il lavoro è del tutto gratuito, o coperto da piccoli forfait che si aggirano sui 300-400 euro mensili, fino a 600 nei casi più fortunati.

Fonte: L'Espresso →
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