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Lunedì, 29 Aprile 2024
Far piovere il cielo

Grandine e alluvioni in Arabia hanno scatenato i complottisti: ma c'è una spiegazione

"Cloud seeding che provoca eventi meteo estremi": anche diversi quotidiani italiani hanno ripreso questa bufala. Ma quanto successo negli ultimi mesi non ha nulla a che fare con l'intervento umano, ma fenomeni assolutamente naturali, frequenti quando l'Europa è interessata da blocchi anticiclonici duraturi, sempre più comuni negli ultimi anni

Quest’anno il meteo negli Emirati sembra impazzito. Forti piogge, tempeste e alluvioni, continuano a colpire la regione anche in questi giorni, mentre a febbraio Abu Dhabi ha sperimentato una delle peggiori grandinate della sua storia, con chicchi grandi come palle da tennis che hanno distrutto i vetri delle auto e costretto alla chiusura delle scuole. Negli stessi giorni, il Centro Nazionale di Meteorologia del paese aveva annunciato il lancio di 14 voli indirizzati ad operazioni di cloud seeding, un metodo utilizzato per indurre artificialmente le precipitazioni. Questo ha spinto alcuni noti giornali, come il Messaggero, a scrivere che sia proprio l’inseminazione delle nuvole a causare grandinate estreme ed alluvioni. Si tratta, a ben vedere, di una fake news, e vi spieghiamo perché. 

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L’inseminazione delle nuvole, come dicevamo, è una tecnica con cui è possibile aumentare le probabilità di precipitazioni in un’area relativamente limitata. Funziona rilasciando all’interno di una nuvola delle sostanze (tipicamente ioduro di argento o altri sali) che possono agire come nuclei di condensazione, spingendo cioè l’umidità presente nella nube a condensarsi sotto forma di gocce e dando così inizio alla pioggia. Sulla reale efficacia di queste tecniche esistono posizioni diverse nella comunità scientifica (d’altronde è difficile stabilire a posteriori cosa sarebbe accaduto a una nuvola se non la si fosse inseminata), ma per funzionare hanno bisogno di condizioni molto precise: devono cioè essere presenti nuvole con il giusto quantitativo di umidità in cui rilasciare i nuclei di condensazione. Senza nuvole, d’altronde, non può esserci la pioggia, e il cloud seeding non può crearne da zero, ma solo aumentare le probabilità o l’intensità delle precipitazioni.  

Il meteo degli Emirati

Con queste premesse, cosa sta succedendo al clima degli Emirati, e qual è il ruolo del cloud seeding? Innanzitutto, è vero che il clima in quelle zone è tradizionalmente arido, tanto che gli Emirati Arabi Uniti lavorano a progetti di cloud seeding dagli anni ‘90, proprio per cercare di aumentare le precipitazioni, e quindi la quantità di acqua disponibile al suolo. Che di norma piova poco, però, non significa che non piova mai, o che quando piove le precipitazioni siano scarse. Anzi. “Quando piove generalmente non si tratta di piogge ma di piogge molto forti, perché stiamo parlando di una zona tra subtropicale e tropicale”, spiega a Today.it Giulio Betti, climatologo del Cnr. “Vuol dire che c'è sempre forte energia in gioco e questo perché la penisola arabica si affaccia sul Mare Arabico che è un'area dove si formano talvolta anche dei cicloni, i quali poi vanno a interessare generalmente l'Oman, tra giugno a ottobre”.

nature 2017

Ben prima del cloud seeding e dei cambiamenti climatici che vediamo in questi decenni, tempeste e alluvioni hanno interessato periodicamente le aree degli odierni Emirati Arabi Uniti. La più devastante dell’ultimo secolo risale al 1963, ma ne sono state registrate anche nel 1948 e ‘49, e prima nel 1883, 1884, 1886 e 1912. Le tempeste non sono mai mancate, quindi, e sono prodotte da sistemi meteorologici di scala molto ampia. E non da fenomeni che intervengono su scala locale, come può essere appunto il cloud seeding.

“Il Cloud Seeding è un sistema a piccola scala e non un sistema a mesoscala”, ha aggiunto Betti. “Il Cloud Seeding non funziona su un sistema temporalesco vasto decine di chilometri, ma solo in un punto specifico. Le inondazioni che abbiamo visto in questi mesi o in questi ultimi anni non sono legate al Cloud Seeding. È assolutamente impossibile. Questo perché erano tutte legate al sistema a mesoscala, ovvero a sistemi molto complessi che hanno portato appunto alluvioni disastrose”.

Cambiamenti climatici

In futuro Arabia Saudita ed Emirati Arabi Unti sono destinati a sperimentare sempre più spesso eventi meteo estremi e di alluvioni, perché sono tra le zone in cui è previsto un aumento delle temperature e delle ondate di calore a causa dei cambiamenti climatici in atto. E d’altronde è un fenomeno collegato a quello che sta avvenendo anche da noi: negli ultimi anni gli inverni sono sempre stati poco piovosi (e rischiano di esserlo sempre meno in futuro), e questo aumenta le probabilità di vedere grandi piogge nel deserto Arabico. 

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