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Domenica, 28 Aprile 2024
"Nuove" malattie

Attenzione alla strana febbre: ecco la Dengue e gli altri virus tropicali ormai "endemici"

Il bilancio di quest’anno parla di 165 casi di febbre Dengue e gli esperti avvertono: "Sempre più virus tropicali stanno diventando endemici nel nostro Paese"

Col clima che cambia anche le malattie con cui dobbiamo fare i conti non sono più le stesse. Sulla spinta delle estati sempre più calde, infatti, diversi patogeni tropicali iniziano ormai a sentirsi di casa nel nostro Paese. Due su tutti, Dengue e West Nile. Malattie trasmesse dal morso di zanzara, che in questa lunga, e torrida, estate 2023 hanno fatto registrare un numero record di casi in Italia, anche con decine di contagi autoctoni (avvenuti cioè sul territorio italiano) che fanno temere che i due virus, ormai, siano qui per restare. E che nei prossimi anni, quindi, dovremo imparare a farci i conti.  

Dengue

Il bollettino più recente dell’Istituto Superiore di Sanità certifica 165 casi di Dengue confermati in Italia fino allo scorso 11 settembre, di cui 19 autoctoni, e fortunatamente nessun decesso. Parliamo di una malattia provocata da quattro virus molto simili tra loro, che viene trasmessa all’uomo dalla puntura di zanzare della specie Aedes aegypti, che devono aver contratto il virus durante un precedente pasto ematico ai danni di un altra persona infetta. La malattia è comune in tutte le zone tropicali e sub-tropicali del pianeta, dove l’incidenza delle infezioni è in aumento negli ultimi anni anche causa dei cambiamenti climatici. Ma sta diventando sempre più comune anche sul territorio europeo, dove di norma arrivano casi di importazione (persone infettatesi in viaggio nelle zone dove il virus è endemico) che ultimamente però, come capitato quest’anno nel nostro paese, danno sempre più spesso origine a focolai di trasmissione autoctona. 

I sintomi esordiscono solitamente con febbre elevata, cinque o sei giorni dopo la puntura della zanzara infetta, accompagnata da mal di testa acuti, dolori attorno e dietro agli occhi, dolori muscolare e articolari, nausea, e in alcuni casi anche peculiari manifestazioni cutanee. Fortunatamente, nella stragrande maggioranza dei casi (fino all’80%) la malattia risulta in realtà asintomatica. Solo in un cinque percento degli infetti la malattia progredisce verso una forma severa, e in una piccola percentuale di questi può arrivare a mettere a repentaglio la vita. 

"La Dengue è l'ultima new entry delle patologie che arrivano negli studi dei medici di famiglia", ha commentato ad Adnkronos Salute Pierluigi Bartoletti, segretario provinciale di Roma e vice segretario nazionale vicario della Federazione italiana dei medici di medicina generale. "Da mesi però stiamo molto attenti nella valutazione dei casi sospetti perché nel Lazio c'è un aumento per la prima volta. Ecco che una febbre alta e prolungata, associata a un malessere diffuso dovrebbe far scattare le 'sirene' per sospetto di Dengue. Magari dopo aver escluso altre malattie, aver chiesto se c'è stato un viaggio all'estero in zone endemiche. Oggi è però fondamentale tracciare i casi, siamo a 28 nel Lazio, capire se ci sono relazioni e analizzare anche dove andare a intervenire e prevedere anche l'evoluzione per non creare focolai". 

Contro al Dengue esiste comunque la possibilità di vaccinarsi. Proprio nei prossimi mesi dovrebbe arrivare in effetti anche in Italia un nuovo vaccino, già autorizzato da Ema e Aifa, che a differenza dei suoi predecessori può essere utilizzato da chiunque, e non solo da persone che hanno già contratto almeno una volta uno dei quattro virus che causano la malattia. Per ora sarà raccomandato unicamente a persone che si rechino in viaggio nei paesi in cui la malattia è considerata endemica. Ma non è detto che in futuro, se i casi autoctoni continueranno ad aumentare, non venga consigliato anche alla popolazione generale. 

West Nile

Altro grande protagonista di questo 2023 è il virus West Nile, un flavivirus trasmesso anche in questo caso principalmente dalle punture di zanzare, che però è ormai endemico in diverse regioni d’Italia da almeno un paio di decenni. La malattia è asintomatica nella stragrande maggioranza dei casi (quasi l’80%). I sintomi, quando presenti, esordiscono tra i due e i 15 giorni dopo l’infezione, e sono sovrapponibili a quelli influenzali. In una frazione molto ridotta di questi pazienti, solitamente nel caso di persone anziane o fragili, può il virus può provocare una forma neuroinvasiva, ben più grave, che può arrivare a provocare anche convulsioni, paralisi, coma, e risultare quindi fatale. 

Nel 2023, i dati dell’Istituto Superiore di Sanità parlano di 237 casi confermati di infezione da West Nile nel nostro Paese, di cui 138 manifestati in forma neuroinvasiva e 13 decessi. Tutti casi sono risultati autoctoni, tranne uno, importato dall’Ungheria. Meno rilevanti sul piano epidemiologico, ma comunque da tenere sott’occhio, altre infezioni tradizionalmente tropicali come quella da virus Zika, con sei casi confermati quest’anno, tutti relativi a contagi avvenuti all’estero, e Chikungunya, che ha totalizzato 3 casi confermati, anche in questo caso tutti di importazione. 

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