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Sabato, 27 Aprile 2024
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Perché "ci fischiano" le orecchie: questione di tinnito

Un nuovo studio rivela un’associazione tra danni ai nervi uditivi e il rischio di soffrire di acufene, e sembra indicare che il disturbo nasca quando il cervello tenta di compensare la riduzione degli input uditivi, amplificando i suoni in ingresso anche quando non ci sono

Il tinnito, o acufene, è un rumore acuto e persistente che risuona nelle orecchie, soprattutto quando ci si trova in un ambiente silenzioso. Ne soffre, in un modo o in un altro, tra il 10 e il 15% della popolazione adulta, e le cause esatte del disturbo sono in qualche modo misteriose. Un nuovo studio dell’Università di Harvard potrebbe però avere la risposta: come spiega la ricerca, appena pubblicata su Scientific Reports, il tinnito si associa infatti ad un danno dei nervi uditivi che potrebbero spingere il cervello a compensare la diminuzione di input sonori amplificando il volume dei suoni in ingresso, e generando in questo modo l’acufene quando, in mancanza di rumori da amplificare, finiamo per alzare il volume al “rumore bianco” del nostro sistema uditivo.

Perché "ci fischiano" le orecchie

Il tinnito, lo dicevamo, è un suono o un ronzio fantasma, che si sperimenta in assenza di suoni esterni e che spesso si fa più forte e insistente quando ci si trova in ambienti silenziosi. Può essere associato a lesioni e disturbi dell’udito, come traumi o infezioni, tappi di cerume, perdita dell’udito o esposizione a suoni particolarmente forti. Può colpire anche persone completamente sorde, un orecchio solo o entrambi, avere intensità molto variabile, e può essere persistente o andare e venire periodicamente. 

“Avere un ronzio o un suono acuto e persistente nelle orecchie non è solo fonte di fastidio”, spiega Stéphane Maison, tra gli autori della ricerca. “I sintomi del tinnito possono rivelarsi debilitanti in molti pazienti, disturbando il sonno e provocando ansia, depressione, isolamento sociale, problemi in campo lavorativo, e una riduzione significativa della qualità di vita”. 

Le cause del tinnito

Quel che si sa del tinnito è che si tratta di un suono che si sente in assenza di vibrazioni fisiche esterne (a parte nel caso del cosiddetto tinnito oggettivo, molto più raro, in cui quello che si sente è il suono generato da strutture adiacenti all’orecchio, come ad esempio il flusso di sangue che attraversa arterie e vene). Per questo motivo, si ritiene che abbia origine dai nervi che solitamente trasportano le informazioni uditive in direzione del cervello. Ma fino ad oggi non era chiaro quale processo fosse responsabile di questi suoni fantasma. 

Nel nuovo studio i ricercatori americani si sono concentrati su pazienti affetti da tinnito ma altrimenti esenti da problemi uditivi. 294 persone si sono sotto sottoposte ad un’analisi approfondita dei nervi uditivi, qualcosa che di norma non viene eseguito durante i test dell’udito di routine. Gli esami hanno rivelato che nonostante si trattasse di persone con un udito perfettamente normale, esisteva un’associazione tra tinnito cronico e la presenza di danni a carico del nervo cocleare, un fenomeno che può essere legato all’invecchiamento così come all’esposizione prolungata a suoni particolarmente forti.

L’intensità del tinnito sperimentato dai partecipanti è risultata inoltre direttamente proporzionale al danno sostenuto dal nervo cocleare, e secondo i ricercatori i risultati sembrano confermare una delle ipotesi elaborate in passato per spiegare la natura del tinnito: quella che si tratti di un fenomeno legato all'iperattivazione delle aree cerebrali responsabili dell'udito, che in qualche modo si trovano ad amplificare i suoni in ingresso per compensare i danni subiti dai nervi uditivi, e in questo modo generano dei suoni fantasma (un po' come il rumore bianco presente in qualunque sistema di riproduzione audio) quando ci troviamo in un ambiente particolarmente silenzioso.

Si tratta - avvertono gli stessi autori dello studio - di conclusioni ancora in qualche modo ancora preliminari, ma che se confermate ulteriormente potrebbero presto aprire le porte allo studio di una cura. “Non riusciremo a guarire il tinnito fin quando non capiremo a fondo i meccanismi che ne causano la comparsa. E questo lavoro è quindi un importante passo in avanti verso l’obbiettivo di silenziare, una volta per tutte, il tinnito”, conclude Maison. 

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