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Sabato, 27 Aprile 2024
Per sempre

Scoperto l'elisir di lunga vita (forse non solo per i topi)

Ridurre l’apporto di un singolo aminoacido sembra aumentare del 33% la durata della vita. Il risultato è stato ottenuto su topi, e serviranno altre ricerche per confermare i risultati anche nella nostra specie

Vivere più a lungo in salute è il sogno di chiunque. E non a caso, la ricerca sull’invecchiamento e sulle strategie per rallentarlo è una delle brache più attive della medicina moderna. I risultati concreti per ora continuano a latitare. Ma le scoperte promettenti non fanno che accumularsi. Un esempio arriva dall’Università del Wisconsin, dove un gruppo di ricercatori ha appena pubblicato uno studio che dimostra come sia possibile allungare di circa un terzo la vita dei topi riducendo semplicemente l’apporto nella dieta di un singolo aminoacido: l’isoleucina. 

Il troppo stroppia?

L’isoleucina è un aminoacido essenziale per il nostro organismo, che dobbiamo assumere con la dieta perché non può essere sintetizzato dal nostro corpo. Non è detto per questo, però, che non se ne possa assumere troppo. Anzi: alcune ricerche negli scorsi anni hanno rivelato che le diete eccessivamente ricche di proteine potrebbero risultare dannose proprio per l’apporto extra di alcuni aminoacidi, come l’isoleuchina. E in effetti, uno studio del 2021 ha identificato un legame tra salute metabolica della popolazione, e apporto di isoleuchina nella dieta. 

Certezze non ce ne sono ancora, ma questi indizi hanno spinto i ricercatori dell’Università del Wisconsin ad approfondire la questione. “Differenti componenti della nostra dieta possono avere un impatto sulla salute che va al di la della loro funzione di calorie”, spiega Dudley Lamming, tra gli autori del nuovo studio. “Abbiamo cercato di approfondire la cosa studiando un componente che molte persone possono assumere in quantità eccessive”. 

L’esperimento

I ricercatori hanno utilizzato nei loro esperimenti dei topi di laboratorio, che sono stati divisi in diversi gruppi e nutriti con tre diete differenti: una in cui erano presenti tutti gli aminoacidi normalmente assunti con il cibo, una in cui tutti gli aminoacidi erano ridotti di due terzi, e una in cui solamente l’isoleutina era ridotta della stessa proporzione. Gli animali sono stati seguiti dai sei mesi di vita (l’equivalente di 30 anni per un essere umano), e monitorati fino al momento della morte. 

I risultati hanno rivelato che i topi del gruppo alimentato con una minore quantità di isoleucina ha avuto in media una vita più lunga del 33% rispetto agli animali degli altri due gruppi. Rispetto ai topi con alimentazione normale, inoltre, quelli del gruppo con ridotto apporto di isoleucina hanno dimostrato di invecchiare più in salute, con valori migliori in diversi marcatori della salute metabolica.

Niente più isoleucina?

Dovremmo quindi consumare meno isoleucina per vivere più sani e più a lungo? È presto per dirlo, perché lo studio è stato svolto su topi, e i risultati non possono quindi essere estesi anche all’uomo, senza ulteriori ricerche. Se anche si rivelasse vero, poi, gli stessi autori della ricerca sottolineano che eliminare l’isoleucina dalla dieta umana è più facile a dirsi, che a farsi, visto che l’adozione di una dieta ipoproteica può avere effetti deleteri sulla salute, e ritagliare una riduzione della sola isoleucina sulle esigenze metaboliche (e le abitudini e preferenze alimentari) di ognuno di noi non sarebbe affatto semplice. 

“Non possiamo semplicemente prescrivere a tutti una dieta a basso contenuto di isoleucina”, ammette Lamming. “Ma riuscire a circoscrivere gli effetti benefici fino all’eliminazione di un singolo amioacido ci porterebbe più vicini a comprendere i processi biologici coinvolti, e magari anche a trovare potenziali interventi terapeutici per gli esseri umani, come potrebbe essere un inibitore di isoleucina”. 

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