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Domenica, 28 Aprile 2024
Le cose da sapere

Vaiolo delle scimmie: i sintomi e la trasmissione da contatto (anche con lenzuola e vestiti)

L'infezione trasmessa dagli animali all'uomo non si diffonde facilmente da persona a persona, ma i casi sono in aumento. Quali sono le categorie più a rischio e chi deve vaccinarsi. Cosa sappiamo finora e quali sono le precauzioni da adottare

In Italia sono già 714 i casi confermati di vaiolo delle scimmie (monkeypox), ma il bilancio è provvisorio e in evoluzione. Si sarebbe anche registrato il primo decesso, avvenuto a Cuba, ma in attesa di conferme: Germano Mancini, originario di Pescara e comandante dei carabinieri di Scorzè (Venezia), secondo le autorità locali era affetto da vaiolo delle scimmie, ma sulle cause precise della morte sono in corso le verifiche necessarie. "La notizia del primo decesso tra i casi italiani di vaiolo delle scimmie, un nostro connazionale deceduto a Cuba, non deve allarmare la popolazione - ha detto Francesco Vaia, direttore generale dello Spallanzani di Roma -. Salvo casi eccezionali, la malattia decorre in modo benigno, senza complicanze gravi, con la guarigione che sopraggiunge dopo 2-3 settimane".

Bollettino di MARTEDI' 23 AGOSTO 2022

DATI NAZIONALI
Casi confermati 714
Incremento rispetto all'ultima rilevazione 25
Casi collegati a viaggi all'estero 194
Età mediana in anni (range) 37 (14-71)
Genere 704 M; 10F
DATI REGIONALI
Regioni Casi confermati Incremento rispetto all'ultima rilevazione
Abruzzo 2 0
Basilicata 0 0
Calabria 0 0
Campania 31 2
Emilia - Romagna 73 1
Friuli - Venezia Giulia 11 0
Lazio 128 3
Liguria 16 1
Lombardia 308 11
Marche 5 1
Molise 0 0
Piemonte 26 0
Puglia 16 2
Sardegna 4 0
Sicilia 5 0
Toscana 36 3
PA. Bolzano 1 0
PA. Trento 4 1
Umbria 0 0
Valle d'Aosta 0 0
Veneto 48 0


C'è da preoccuparsi? Cosa sappiamo finora sul vaiolo delle scimmie? Come si trasmette e quali sono i sintomi più comuni? Andiamo con ordine. Si tratta di un'infezione cosiddetta "zoonotica", trasmessa dagli animali all'uomo, e causata da un virus che appartiene alla stessa famiglia del vaiolo (Poxviridae), ma si differenzia da esso per la minore trasmissibilità e gravità della malattia. Il nome, spiega l'Istituto superiore di sanità (Iss) nella scheda dedicata alla patologia sul suo sito, deriva dalla prima identificazione del virus, scoperto nelle scimmie in un laboratorio danese nel 1958. È diffuso in particolare tra primati e piccoli roditori, prevalentemente in Africa. Nelle aree endemiche l'infezione è trasmessa all'uomo da un morso o un contatto diretto con un animale infetto. La classificazione come agente patogeno umano è avvenuta per la prima volta nel 1970 nella Repubblica democratica del Congo.

Dal mese di maggio sono circa ventimila i casi in Europa. La maggior parte è stata identificata nei maschi tra 18 e 50 anni, soprattutto nella categoria "Msm" ("men who have sex with men"). L'Istituto superiore di sanità spiega che "particolari pratiche sessuali sembrano quindi aver facilitato la trasmissione del vaiolo tra gruppi Msm con partner multipli", ma, ammonisce l'Iss, "sono possibili anche casi di trasmissione in altri gruppi di popolazione". In base a quanto emerso finora, è probabile che il patogeno circoli soprattutto tra coloro che hanno partner sessuali multipli, mentre il grado di diffusione nella popolazione generale è molto bassa.

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Infografica del ministero della Salute

Vaiolo delle scimmie: la trasmissione da contatto e i sintomi

Il virus non si diffonde facilmente da persona a persona. La trasmissione umana avviene principalmente tramite il contatto con materiale infetto proveniente dalle lesioni cutanee o con oggetti contaminati (lenzuola, vestiti), oppure mediante il contatto prolungato faccia a faccia (attraverso droplets respiratori). I dati finora disponibili sull'epidemia in corso suggeriscono che i contagi possano essere avvenuti durante rapporti intimi.

Quali sono i sintomi? Nell'uomo la patologia si presenta con febbre, dolori muscolari, cefalea, rigonfiamento dei linfonodi, stanchezza e manifestazioni cutanee quali vescicole, pustole, piccole croste. La malattia generalmente si risolve spontaneamente in due-quattro settimane con adeguato riposo e senza terapie specifiche. Possono venire somministrati degli antivirali quando necessario, spiega l'Iss. Nella maggioranza dei casi l’infezione è lieve e il decorso benigno. Ci sono però categorie a rischio, come bambini, donne in gravidanza e persone immunosoppresse, che possono manifestare sintomi più gravi.

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Infografica del ministero della Salute

Chi deve vaccinarsi

Bisogna vaccinarsi? Quanto al vaccino, è possibile che le persone immunizzate contro il vaiolo (vaccinazione abolita in Italia nel 1981) siano a minor rischio di infezione anche da vaiolo delle scimmie, per la similitudine del virus. Al momento la vaccinazione non è raccomandata per la popolazione generale, ma è offerta ad alcune categorie di persone più a rischio (qui tutte le informazioni nel dettaglio). In questa circolare, il ministero della Salute ha fatto sapere che il vaccino contro il vaiolo delle scimmie Jynneos (MVABN) può essere somministrato anche per via intradermica (Id) sulla superficie interna dell'avambraccio, al dosaggio di 0,1 mL, da personale sanitario esperto in tale modalità. Da una singola fiala di prodotto è possibile estrarre fino a 5 dosi da destinare a questo scopo.

Il ciclo di vaccinazione primaria, spiega il ministero, può essere effettuato con due dosi somministrate per via intradermica Id (0,1 mL) a distanza di almeno quattro settimane (28 giorni) l'una dall'altra. Il richiamo, come singola dose destinata a chiunque abbia ricevuto in passato almeno una dose di qualsiasi vaccino antivaiolo o di MVA-BN o a chi abbia concluso il ciclo vaccinale di due dosi di MVA-BN da oltre due anni, può essere effettuato sempre per via Id al dosaggio di 0.1 mL. Dopo una prima dose sottocute, per la seconda è anche possibile l'uso della somministrazione Id, sempre nella quantità di 0.1 mL, mantenendo l'intervallo di non meno di 28 giorni l'una dall'altra. In relazione alla sicurezza di questa modalità rispetto a quella cutanea, "si segnala una maggiore frequenza di eventi avversi locali (eritema, ponfo, dolore). Non si sono osservate differenze a livello sistemico".

Nella circolare si annuncia anche che è in arrivo in Europa la seconda tranche di dosi del vaccino Jynneos, approvato negli Stati Uniti per prevenire il vaiolo e il vaiolo delle scimmie. Si tratta di 9.840 fiale redistribuite - secondo gli accordi - alle regioni. Alla Lombardia il numero maggior, pari a 2.840; 1.320 al Lazio, 840 all'Emilia Romagna, 720 al Veneto. Una quota verrà stoccata al ministero della Salute come scorta per gestire eventuali necessità.

Raccomandazioni e prevenzione

Le raccomandazioni prevedono di restare a casa a riposo qualora insorga la febbre, e di rivolgersi al medico di fiducia in caso di comparsa di vescicole o altre manifestazioni cutanee. Come prevenzione, è importante evitare il contatto stretto con persone con sintomi (febbre, rigonfiamento dei linfonodi, lesioni cutanee, in particolare vescicole o croste). Questo comportamento è utile a prevenire non solo il monkeypox, ma anche altre infezioni. Secondo l'ultima circolare del ministero della Salute, "i contatti devono essere monitorati almeno quotidianamente per l'insorgenza di segni/sintomi riferibili a Mpx per un periodo di 21 giorni dall'ultimo contatto con un paziente o con i suoi materiali contaminati durante il periodo infettivo".

Come sottolinea il documento, "i contatti devono monitorare la loro temperatura due volte al giorno. Gli asintomatici non devono donare sangue, cellule, tessuti, organi, latte materno o sperma mentre sono sotto sorveglianza. Durante i 21 giorni di sorveglianza, devono inoltre evitare di interagire con persone immunodepresse, donne in gravidanza e bambini di età inferiore ai 12 anni".

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