Le potenzialità incredibili delle biomasse legnose, una fonte rinnovabile e proficua

Decarbonizzazione: è questo l’obiettivo finale dell’attuale transizione energetica, ma cosa si intende esattamente con questo termine? Si potrebbe pensare subito all’addio definitivo al carbone, come il nome lascia intendere, ma la produzione di energia più sostenibile non può risolversi in una rinuncia così semplice.

Per una decarbonizzazione con la D maiuscola è necessario affidarsi alle alternative giuste e una di queste è senza dubbio il legno, più precisamente le sue biomasse. Non a caso se n’è parlato di recente nel corso di un evento promosso dall’AIEL (Associazione Italiana Energie Forestali) e che si è svolto presso la Camera dei Deputati. Il titolo è eloquente: “Legno, il più antico biocombustibile del futuro”, a testimonianza del fatto che si comincia sempre più a scommettere sulle sue potenzialità.

Cosa sono le biomasse legnose

Prima di tutto bisogna capire cos’è una biomassa legnosa. Viene considerata una fonte rinnovabile al 100% e si ricava dall’utilizzo di legna “vergine” oppure dagli scarti dell’industria forestale, come ad esempio trucioli e segatura. Riguardo alle emissioni di anidride carbonica, la biomassa legnosa ne libera una modica quantità, tra l’altro in un contesto di breve durata.

Dal punto di vista forestale l’Italia non ha nulla da invidiare ad altri paesi: la vocazione nazionale è ben descritta dagli 11 milioni di ettari di boschi, anche se appena il 15% di questo patrimonio rientra nei piani di gestione. Il 66% dei boschi, poi, è di proprietà privata, il che vuol dire che la gestione stessa è ancora più complicata.

L’evento promosso dall’AIEL ha focalizzato l’attenzione proprio su questo aspetto, sottolineando come le biomasse legnose siano strategiche ai fini della decarbonizzazione e anche nel contrasto al cambiamento climatico. Sono vantaggi non indifferenti, ma purtroppo non semplici da mettere in pratica.

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La sfida di una fonte rinnovabile dai mille benefici

Gestire un bosco nel modo corretto significa favorire la crescita delle economie locali, come si può apprezzare nel caso del Trentino Alto Adige. Per questo motivo l’evento di Roma ha lanciato una vera e propria sfida, proponendo un documento ambizioso. Annalisa Paniz, direttrice generale dell’AIEL, ha presentato un paper che è stato intitolato “Gestione forestale e sostenibilità degli usi energetici delle biomasse forestali”.

La sfida è appunto quella di far convivere energia e ambiente, valutando tutti i benefici, sia dal punto di vista economico che sociale. In base a quanto emerso dal convegno, la filiera legno-energia può essere sostenuta in modo adeguato con i giusti investimenti nella gestione forestale, aumentando al tempo stesso l’approvvigionamento sostenibile delle materie prime. Utilizzare correttamente i biocombustibili legnosi potrebbe ridurre finalmente la dipendenza dalle fonti fossili, assicurando la tanto richiesta autonomia energetica di cui ha bisogno il paese.

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Una filiera di grandissimo valore

I numeri che caratterizzano la filiera del legno non sono affatto trascurabili. È un settore che garantisce un valore economico complessivo vicino ai 40 miliardi di euro, in pratica il 4,5% dell’intero fatturato del comparto manifatturiero. Inoltre, le imprese attive sono circa 14mila, senza dimenticare i 72mila dipendenti e i 4 miliardi di euro di fatturato.

Al momento serve un passo in avanti decisivo nel comprendere le potenzialità della filiera e delle biomasse in generale. Queste ultime hanno la capacità di adattarsi alle necessità della rete energetica grazie alla copertura completa di qualsiasi domanda. A rendere questa fonte ancora più appetibile, infine, ci pensa la sua estrema comodità di approvvigionamento e utilizzo, un motivo di più per non farsi sfuggire questa irripetibile opportunità.