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Venerdì, 26 Aprile 2024
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Barcellona, Messi e la remuntada: "Battiamo il Milan"

"Aspettiamo una partita importantissima", sono le parole di un trepidante Messi, che già respira la vigilia della possibile 'remuntada'

Sospeso fra un sogno che potrebbe clamorosamente sfumare (chi lo avrebbe detto fino a un paio di mesi fa?) e una 'remuntada' che - oltre a essere suggestiva - avrebbe del sensazionale. Leo Messi parla del futuro a medio e lungo termine: il suo destino calcistico è sospeso fra la prosecuzione del cammino in Champions e i Mondiali brasiliani. La 'Pulce' è carica: sbuffa, si muove a scatti e suda sotto i riflettori di un palco allestito nel museo che l'Adidas gli ha dedicato nel cuore di Barcellona, ai piedi del quale brillano i quattro Palloni d'Oro conquistati in pochi anni di fantastica carriera. 

Leo parte dal presente e poi spazia nel calcio che verrà. "Siamo coscienti del periodo-no, veniamo da una serie di sfide importanti, ma sono convinto che la situazione cambierà, e a breve", dice del Barcellona. Il suo è un avvertimento al Milan, che si è messo di traverso, schiaffeggiando una squadra che - orfana di Pep Guardiola - sembrava addirittura ancora più forte. Praticamente insuperabile, imbattibile. Il successo dei rossoneri, nell'andata degli ottavi di Champions (2-0 a San Siro) ha aperto uno squarcio e ingigantito i soliti difetti in fase difensiva dei blaugrana, poi battuti e ribattuti (fra Copa del Rey e Liga) dal Real. 

"Aspettiamo una partita importantissima - sono le parole di un trepidante Messi, che già respira la vigilia della possibile 'remuntada' - vedremo come andrà. Contro il Milan possiamo farcela, non abbiamo segnato in Italia, ma lo faremo qui. Sarà molto difficile, ma pensiamo di farcela, possiamo segnare due gol e poi giocarcela. Gli italiani sono molto tattici, si difendono bene, speriamo di segnare". Sarebbe la fine di un tabù, per l'argentino che contro le squadre italiane segna solo su rigore.

Ammette che "il Manchester United avrebbe potuto vincere il trofeo e che adesso può invece vincerlo il Real Madrid, che il calcio tedesco è molto cresciuto, altrimenti - prosegue - Bayern Monaco, Schalke 04 e Borussia Dortmund non sarebbero lì". Dopo avere rinviato al mittente l'ipotesi di un Rooney barcellonista e di un Maradona tecnico al Camp Nou, la 'Pulcè punta il dito sui Mondiali e viaggia con la fantasia, fino a raggiungere i campi del Brasile, il Paese che l'anno prossimo organizzerà il torneo iridato. 

"Intanto pensiamo a qualificarci e a giocare bene con l'Argentina - taglia corto - Certo, il Brasile è favorito, ma noi stiamo crescendo come gruppo e presto diventeremo un gruppo, perchè per vincere un Mondiale occorre partire da un buon gruppo". Vuole seguire le orme di Maradona, che nell'86 in Messico trascinò l'albiceleste a un trionfo tutt'altro che annunciato (il secondo della propria storia, dopo quello casalingo del 1978), ma "bisognerà lavorare e migliorare come squadra". Intanto, c'è il Milan e quel tabù milanese da sfatare: dopo l'Inter, che eliminò il Barca dalla Champions nel 2010, la settimana prossima tocca ai rossoneri che, dopo il 2-0 casalingo, incutono quantomeno timore.

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