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Sabato, 27 Aprile 2024
Il caso

"Vai via nero, sei solo un negro": perché Acerbi è stato assolto per gli insulti razzisti a Juan Jesus

Tutti dicono di non aver sentito, c'è un solo testimone, la vittima, e non basta. Ci vuole la ragionevole certezza, secondo il giudice sportivo. Chi si aspettava un segnale forte e deciso, senza tentennamenti, del calcio italiano contro qualsiasi forma di razzismo rimane deluso

Niente prove, niente stangata. Il giudice sportivo della Serie A ha assolto l'interista Francesco Acerbi dalle accuse di Juan Jesus di insulti razzisti, per mancanza di prove. Il 35enne non è stato sanzionato né squalificato e sarà tra i convocati per la partita contro l'Empoli di lunedì 1° aprile.

Mancano le prove

Si ipotizzava una stangata da varie giornata di squalifica, è andata diversamente. Non è stato quindi applicato l'articolo 28 del codice di giustizia sportiva che prevede fino a dieci giornate di squalifica. Il giudice Gerardo Mastrandrea ha "ritenuto che non si raggiunge nella fattispecie il livello minimo di ragionevole certezza circa il contenuto sicuramente discriminatorio dell'offesa recata".

"Vai via nero, sei solo un negro"

Juan Jesus, quando si è ritrovato in videoconferenza di fronte al procuratore federale, aveva ribadito di aver subito un insulto razzista: "Acerbi mi ha detto 'vai via nero, sei solo un negro', ha ammesso poi di aver sbagliato e mi ha chiesto scusa aggiungendo poi anche: 'Per me negro è un insulto come un altro'". Gli ultimi casi, dal 2020 in poi, tra Serie B e Lega Pro, non avevano mai portato a meno di dieci giornate di squalifica, anche in assenza di prove che certificassero il gesto razzista. Per i presunti insulti razzisti, Acerbi era stato escluso dalla Nazionale.

Una sentenza che farà rumore

Se ne parlerà tanto, di questa sentenza: non basta la testimonianza dell'offeso. Tutti dicono di non aver sentito, c'è un solo testimone, la vittima (la cui credibilità non viene messa in alcun modo in dubbio dal giudice). Non ce lo facciamo bastare. Ci vuole la ragionevole certezza. Chi si aspettava un segnale forte e deciso, senza tentennamenti, del calcio italiano contro qualsiasi forma di razzismo rimane deluso. La sentenza non esclude affatto che l'insulto razzista ci sia effettivamente stato. "Semplicemente", afferma che non ci sono prove.

Durissima reazione del Napoli: "Basiti"

"Il signor Acerbi non è stato sanzionato. A questo punto il colpevole dovrebbe, per la "giustizia" sportiva, essere Juan Jesus, che avrebbe accusato un collega ingiustamente - si legge in una nota ufficiale del Napoli - Non è ragionevole pensare che abbia capito male. Il principio di maggiore probabilità di un evento, ampiamente visibile dalla dinamica dei fatti e dalle sue scuse in campo, che nella giustizia sportiva è preso in considerazione, scompare in questa sentenza".

"Restiamo basiti - aggiunge la società azzurra - Inoltre, se quanto accaduto in campo, lo dice la sentenza, 'è sicuramente compatibile con l’espressione di offese rivolte...dal calciatore interista, e non disconosciute nel loro tenore offensivo e minaccioso dal medesimo', perché non irrogare a quest’ultimo alcuna sanzione? Perché, poi, lo dice sempre la sentenza, 'essendo raggiunta sicuramente la prova dell’offesa', nessuna decisione è stata assunta dalla 'giustizia' sportiva al riguardo per punire il responsabile? Restiamo ancor più basiti. Il Napoli non aderirà più a iniziative di mera facciata delle istituzioni calcistiche contro il razzismo e le discriminazioni, continueremo a farle da soli, come abbiamo sempre fatto, con rinnovata convinzione e determinazione".

Acerbi assolto

Juan Jesus: nuova foto su Instagram

La foto con il pugno chiuso. Senza parole, ma con la forza delle immagini, la reazione di Juan Jesus alla sentenza che ha assolto Acerbi. Il giocatore del Napoli ha cambiato la foto del profilo Instagram con una immagine che rievoca le battaglie contro il razzismo del Black Power, di Tommie Smith e John Carlos sul podio dei Giochi di Messico 1968 con il pugno chiuso. E ripreso anche, negli anni recenti, dalle manifestazioni del Black Lives Matter. 

Juan Jesus cambia la foto, pugno alzato su Instagram

La moglie di Acerbi: "Cin cin ai leoni da tastiera"

"Cin cin. A chi insulta i familiari. A chi minaccia la vita dei figli. Ai leoni da tastiera. A chi ha sommerso di insulti me e i miei figli per giorni interi, cin cin. Ne avete bisogno". Così su Instagram la moglie del difensore dell'Inter Francesco Acerbi, Claudia Scarpari, dopo l'assoluzione del marito.

"Acerbi assolto per insufficienza di prove. Caro Juan Jesus, la prossima volta cerca di metterti a favore di telecamera e microfoni mentre ti insultano per il colore della tua pelle", commenta sarcastico su X Sandro Ruotolo della segreteria nazionale del Pd.

Il caso Vinicius e il pianto per gli insulti razzisti

Il via libera ad Acerbi arriva meno di 24 ore dopo che il mondo del calcio ha assistito alle lacrime di Vinicius Jr. nel corso della conferenza stampa col Brasile a Madrid, in vista dell'amichevole con la Spagna. Quando gli è stato chiesto degli insulti razzisti che spesso gli vengono riservati in molti stadi spagnoli, l'esterno sinistro del Real si è sfogato così: "Penso che sia qualcosa di molto triste quello che sta accadendo in ogni partita e non riguarda solo me, non riguarda solo la Spagna, succede in tutto il mondo. Il razzista è libero, non viene denunciato, io lotto affinché nel prossimo futuro non succeda più a nessuno quello che sto vivendo io - dice la stella del Real - Voglio che le cose cambino, che quando vengo a parlare con la stampa non debba parlare di questo. A volte mi viene meno la voglia di giocare ma ho il sostegno della mia famiglia e quella tranquillità mentale che mi permette di essere qui e parlare a nome di così tante persone".

Vinicius chiede azioni concrete: "Se si cominciasse a punire i responsabili, tutto andrebbe meglio, per tutti".

Vinicius in lacrime foto AP LaPresse

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