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Domenica, 28 Aprile 2024
La contestazione

Il Garante della privacy: "OpenAI viola le regole sui dati personali"

Dopo le limitazioni introdotte lo scorso anno , l'Autorità ha ritenuto che dall'indagine condotta sia emersa la presenza di "uno o più illeciti". La società ha ora 30 giorni per presentare la propria difesa

Open AI ancora nel mirino del Garante della privacy per presunti illeciti nella raccolta e nell'utilizzo dei dati personali degli utenti. Già lo scorso marzo, l’autorità incaricata di proteggere la riservatezza dei dati personali in Italia aveva emesso un provvedimento che rendeva ChatGPT inaccessibile dal nostro paese per quasi un mese. La società aveva allora introdotto alcune precauzioni per gli utenti, come l'obbligo di dichiarare la propria maggiore età o di avere almeno 13 anni e avere ottenuto il permesso dei propri genitori, mettendo inoltre a disposizione una sintetica informativa sul modo in cui "addestra" il proprio sistema.

La contestazione

Ma nel frattempo l'istruttoria del Garante è andato avanti, e oggi, 29 gennaio, a OpenAi è stato notificato l'atto di contestazione. A seguito dell'indagine condotta, l'Autorità ritiene infatti che "gli elementi acquisiti possano configurare uno o più illeciti rispetto a quanto stabilito dal Regolamento UE".

La società ha ora 30 giorni di tempo per presentare le proprie considerazioni difensive.

Il monitoraggio su ChatGPT prosegue in parallelo anche a livello europeo. Le Autorità della privacy delle nazioni dell'Unione Europea hanno infatti istituito una "task force" presso lo European Data Protection Board (Edpb) con lo scopo di elaborare una serie di regole da introdurre per OpenAi e per simili modelli generativi di intelligenza artificiale.

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