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Sabato, 27 Aprile 2024
La polemica

Rai3, dal filosofo Lévy parole al veleno contro Salvini. Agcom: "Violata la par condicio"

La trasmissione "Il cavallo e la torre" condotta da Marco Damilano è finita nel mirino dell'Autorità dopo le proteste del centrodestra. Protestano i dem: "Agcom non è intervenuta per violazioni palesi contro Letta e il Pd"

La trasmissione di Rai3 "Il cavallo e la torre" condotta dal giornalista Marco Damilano è finita nel mirino dell'Agcom. Secondo l'Autorità per le garanzie nelle comunicazioni, le affermazioni del filosofo francese Bernard-Henri Lévy, intervistato da Damilano nella puntata di lunedì 19 settembre, "sono da considerarsi lesive dei principi di correttezza, lealtà ed imparzialità dell'informazione" e la "condotta del conduttore" non è apparsa "idonea a ricondurre il programma entro i limiti della correttezza e del rispetto dei principi sopra richiamati".

Nel corso dell'intervista il filosofo si era scagliato contro il centrodestra, mettendo nel mirino in particolare Matteo Salvini a cui aveva riservato parole al veleno. "Quello che si sta preparando oggi è una cosa molto triste per l'Italia" che "merita di meglio di Salvini o Giorgia Meloni e Berlusconi", aveva detto tra le altre cose. E al conduttore Damilano che sottolineava la necessità di rispettare sempre il voto popolare, Levy aveva risposto così: "No, non bisogna sempre rispettare l'elettorato, quando gli elettori portano al potere Benito Mussolini, Adolf Hitler o Vladimir Putin beh la loro scelta non è rispettabile" perché "la democrazia è volonta popolare, certo, ma è caratterizzata anche dal rispetto di alcuni principi fondamentali".

Dopo le parole di Levy diversi esponenti del centrodestra avevano protestato chiedendo un intervento dell'Agcom. Nella puntata successiva Damilano si era poi dissociato dalle parole del filosofo, ma secondo l'Autorità le iniziative assunte finora dalla Rai sono state "insufficienti a ripristinare le condizioni violate con il programma in questione, in quanto la gravità, l'univocità e la virulenza dell'intervento dell'ospite della puntata del 19 settembre travalicano i limiti di completezza e imparzialità dell'informazione che devono caratterizzare nel periodo di campagna elettorale le prese di posizione di contenuti politici espresse dagli ospiti delle trasmissioni, nonché lo specifico divieto di fornire anche in forma indiretta indicazioni di voto".

Alla Rai è stato quindi ordinato "di trasmettere nella prima trasmissione utile, all'inizio del programma "Il Cavallo e la Torre”, un messaggio in cui il conduttore comunica che non è stato assicurato il rispetto dei principi di pluralismo, obiettività, completezza, correttezza, lealtà ed imparzialità dell'informazione nel corso medesimo programma andato in onda su Raitre il 19 settembre 2022". 

Il Pd protesta: "Nessun intervento dell'Agcom per violazioni palesi contro Letta"

Il Pd però non ci sta e contesta apertamente la decisione dell'Autorità. "La decisione di Agcom di sanzionare la trasmissione RAI 'Il cavallo e la torre' è grave e incomprensibile nei modi e nei tempi" oltre a colpire "la libertà di espressione".Secondo i dem "Agcom ha emanato, a maggioranza, una sanzione su una singola trasmissione in ragione delle opinioni liberamente espresse e chiaramente attribuibili ad un ospite su una trasmissione di RaiTre, quando poteva essere sufficiente la misura rimediale del messaggio di avvenuta violazione.

"Al tempo stesso - si legge nella nota dei dem - Agcom non è ancora intervenuta su palesi e gravi casi di informazione parziale, scorretta e non veritiera in alcuni telegiornali dell'emittenza privata contro il Partito Democratico e il Segretario Letta. Ancora, di fronte a plurime violazioni nei tempi di parola in favore della destra, settimana dopo settimana, prendiamo atto che Agcom si limita a reiterare ordini di riequilibrio, evidentemente non rispettati, anziché procedere a sanzioni".

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