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Domenica, 28 Aprile 2024

Il commento

Roberta Marchetti

Giornalista

L'errore di Emma: perché allontanare i bodyguard al concerto è sbagliato

"Tanto se mi avessero scortato in mezzo al pubblico avreste detto che sono la solita montata che non ha voglia di stare con le persone". Così Emma Marrone, qualche giorno fa, ha messo a tacere la polemica nata sui social dopo il suo gesto nei confronti di un bodyguard al concerto di Porto Rubino. La cantante ha allontanato l'uomo della sicurezza posizionato nel parterre, decidendo di cantare "Mezzomondo" passeggiando tra il pubblico. Nel video si vede l'operatore che inizia a seguirla, appena si incammina, e una manciata di secondi dopo viene invitato abbastanza bruscamente a restare al suo posto, a metri di distanza dalla cantante. Laggiù, però, non era il suo posto ed è questo che è sfuggito a Emma, inconsapevolmente, forse concentrata sull'emozione senza distanze da voler regalare ai suoi fan. "Più e più volte ho chiesto ai ragazzi della sicurezza di non scortarmi quando sono vicino alle persone, perché non c'è bisogno e perché mi fa piacere farmi le foto. Quando sono andata in mezzo al pubblico me li sono ritrovati dietro, quindi il mio 'andate andate, non c'è bisogno', era per dire che io ero tranquilla" ha spiegato ancora sui social per chiudere la questione, che al contrario però è esplosa. 

Il punto non è giudicare i modi con cui l'artista si è rivolta al bodyguard, né difenderla commentando l'umiltà e l'assenza di divismo che per molti ha dimostrato con quel gesto - tantomeno fare polemica - ma guardare quanto accaduto da un punto di vista oggettivo, scevro da qualsiasi antipatia o simpatia, per capire se il gesto di Emma Marrone è stato un errore oppure no. Ne abbiamo parlato con Valerio Pappalardo, socio e responsabile del Lazio della Vip Security di Vincent Perronace, agenzia che da anni si occupa di vigilanza e sicurezza, spesso proprio per concerti e grandi eventi come - tra tanti - il Jova Beach Party. La macchina organizzativa è enorme e la sicurezza centrale: "C'è il Tulps, il testo unico delle leggi di pubblica sicurezza, che sancisce tutto sulla tutela dell'evento. Il controllo dei varchi, le aree per i paramedici con le ambulanze, figure imprescindibili come il responsabile per l'antincendio - spiega a Today -. C'è un pool di addetti alla sicurezza, da chi controlla i biglietti a chi sorveglia il retropalco e i vari settori. Un lavoro enorme. Il Tulps per noi è la Bibbia". E in questo 'testo sacro' per gli operatori del settore non mancano le indicazioni per la tutela sia degli artisti che del pubblico. 

Ai concerti le regole sulla sicurezza non le fa l'artista

Arriviamo al dunque. Emma Marrone - così come qualsiasi altro cantante - può decidere se volere o meno la protezione della security durante un concerto? "No, nessun cantante può prendersi una responsabilità simile" risponde Pappalardo, che spiega: "Nella fase organizzativa di solito ci si incontra con manager e artista e si condivide tutto. L'artista fa delle richieste, tra cui anche scendere tra il pubblico se vuole, e noi ci facciamo trovare preparati. L'operatore deve essere discreto, ma l'artista deve capire che siamo lì per la sua sicurezza e per quella di tutti". Sta qui il nocciolo, tornando al caso specifico di Emma a Porto Rubino: "Non so quali sono state le regole di consegna, ma immagino che lei abbia avvisato che a un certo punto avrebbe camminato in mezzo alla gente. L'operatore non ha sbagliato, ha visto movimento e si è comportato come gli avranno spiegato. Sicuramente era delegato proprio al controllo dei fan. Ha fatto il suo lavoro, stava seguendo Emma perché probabilmente il suo responsabile avrà dato quelle regole. Ci sta che l'artista ti dica di non seguirlo, ma dipende cosa ti dice il responsabile, perché se succede qualcosa sul piano della sicurezza la reponsabilità è la nostra". 

Cosa può succedere e di chi è la responsabilità 

Sulla responsabilità ci torniamo dopo, intanto con Valerio Pappalardo capiamo cosa può succedere e perché è necessario che vengano prese certe precauzioni (anche se il diretto interessato dice di sentirsi tranquillo e di non averne bisogno): "Quando l'artista si muove va seguito e non perché arriva il matto che gli fa del male, o almeno non solo. In una platea di fan qualcuno potrebbe strattonarlo per volerlo abbracciare. Parlando di Emma, qualcuno anche non volendo poteva farla cadere, in quel caso potevano ferirsi oltre a lei anche le persone vicino. Oppure la gente poteva accalcarsi e qualcuno farsi male". Insomma una tutela non solo per lei, ma anche per tutti i presenti. E di eventuali danni chi ne risponde? "Se Emma si fosse fatta male tra la gente, o se fosse successo qualche altro incidente, la colpa si sarebbe data alla società che non aveva operato in maniera professionale" risponde il responsabile di Vip Security, che infine chiarisce un altro punto importante: "Un cantante può anche mettere nero su bianco di non volere un operatore che lo segue per la platea, ma bisogna vedere poi chi si prende davvero la responsabilità. In quel caso, con una richiesta di Emma arrivata sul momento, quando il bodyguard stava eseguendo le indicazioni ricevute, se fosse successo qualcosa la responsabilità sarebbe stata dell'operatore e di chi gestiva la sicurezza". Responsabilità per certi versi ben più grande del rapporto con i fan. 

L'accapigliamento social tra chi rimprovera a Emma la mancanza di rispetto per il lavoro altrui e chi invece la esalta per quello mostrato nei confronti dei fan con il suo atteggiamento alla "volemose bene", ne ignora uno ben più importante di rispetto. Quello delle regole. 

@emma.supporter Questo video non consigliato ai deboli di cuore 😭 #EmmaMarrone ♬ MEZZO MONDO - Emma
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