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Lunedì, 29 Aprile 2024
Le indagini / Napoli

Soldi falsi comprati al bar o in negozio: una banconota da 100 euro ne costava 10

Maxi blitz a Napoli: più di 60 le persone raggiunte da ordinanze di custodia cautelare. La banda avrebbe distribuito in tutta Europa banconote false marchiate "Napoli Group"

Per avere 100 euro (falsi) bastava spenderne 10 (veri). Maxi blitz dei carabinieri a Napoli dove 63 persone sono finite in manette, 48 di queste in carcere, con l'accusa di aver venduto valuta in euro contraffatta in Italia ed all’estero. Di questi, 13 sono accusati di essere legati al clan Mazzarella. Uno degli indagati è stato fermato in Francia dal personale del locale Office Central pour la Repression du Faux Monnayage. Nel corso delle indagini, svolte in coordinamento con Europol ed Eurojust, ci sono stati anche 7 arresti in flagranza, tra cui 3 francesi bloccati in aeroporto a Capodichino mentre tentavano di rientrare in Francia in possesso di 200 mila euro contraffatti.

Il volume di affari ricostruito è di almeno 6 milioni di euro in un anno, con la produzione di circa 60 milioni di euro di banconote false "tuttora in circolazione e sequestrate in tutta l'area Euro" ha spiegato il colonnello Lorenzo Marinaccio. Secondo quanto ricostruito, le banconote contraffatte potevano essere acquistate in un bar, in un negozio di alimentari, in un "basso" (piccola abitazione al piano terra con accesso dalla strada) o addirittura in una congrega religiosa del quartiere Pendino.

Già nel febbraio 2023 nel quartiere Vasto erano state arrestate 24 persone. Nel prosieguo delle indagini sono emerse le ramificazioni europee dell'organizzazione, capace di produrre fino a 2 milioni di euro contraffatti in una sola notte e di rivendere le banconote attraverso diversi canali. La base dell'organizzazione era proprio in un "basso" del rione Pendino, ma i soldi falsi - marchiati  "Napoli Group" - venivano poi venduti anche altrove e finivano in tutta Europa. In base a quanto emerso una banconota contraffatta da 100 euro ne costava 10. 

"Le banconote erano classificate come Napoli Group per l'alto livello qualitativo" ha spiegato il generale Giuseppe Cavallari, comandante del nucleo Antifalsificazione Monetaria di Roma. L'inchiesta ha colpito "il secondo livello, quello della distribuzione delle banconote" ha precisato il colonnello Lorenzo Marinaccio. Per il generale Enrico Scandone, comandante provinciale dei carabinieri di Napoli, "è stato messo in campo tutto il knowhow degli specialisti dell'antifalsificazione e le competenze sul posto dell'Arma territoriale", con l'impiego oggi di oltre 200 uomini.

"Indagini di questo tipo raramente si fanno - ha detto il procuratore Nicola Gratteri - ed è stato raggiunto un risultato significativo e importante. Storicamente la camorra è leader tra le mafie per le monete false e la produzione di passaporti, ma in generale per tutto ciò che riguarda la contraffazione". 

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