La pandemia di Covid è finita? "Il virus muta ancora"
Alla presa di posizione del presidente statunitense Biden segue l'avvertimento di Marco Cavaleri: "Il virus è ancora imprevedibile" spiega il responsabile vaccini dell'Agenzia europea del farmaco
Domenica 18 settembre il presidente degli Stati Uniti Joe Biden -intervistato dall’emittente CBS- ha risposto in modo piuttosto netto alla domanda su come sia possibile tornare a fare grandi eventi:
"La pandemia è finita. Abbiamo ancora un problema con il COVID, stiamo ancora lavorando un sacco per risolverlo, ma la pandemia è finita. Se ci fate caso, nessuno sta indossando mascherine, tutti sembrano piuttosto in forma e quindi credo che qualcosa stia cambiando"
“The pandemic is over. We still have a problem with COVID. We’re still doing a lot of work on it. But the pandemic is over,” President Biden tells 60 Minutes in an interview in Detroit. https://t.co/7SixTE3OMT pic.twitter.com/s5fyjRpYuX
— 60 Minutes (@60Minutes) September 19, 2022
Se la presa di posizione di Biden fotografa un momento in cui alla diffusione generalizzata del Sars Cov 2 non corrisponde un carico sui servizi sanitari. Frutto senza dubbio di una maggiore resilienza da parte della popolazione che non si trova più a fronteggiare un nemico totalmente sconosciuto. Tuttavia un avvertimento arriva anche oggi dalle autorità sanitarie che non smettono di ricordarci come ancora si muoia di covid ogni giorno.
"Effettivamente stiamo uscendo dalla pandemia ma il virus è ancora imprevedibile" ha detto Marco Cavaleri, responsabile vaccini e prodotti terapeutici Covid dell'Agenzia europea dei medicinali (Ema). "Il virus SarsCoV2 sta mutando a velocità pazzesca e continua a farlo, adesso vedremo quale sarà il passo, ma dobbiamo aspettarci che ci saranno ancora parecchie mutazioni nei prossimi mesi"
"Tutti vogliamo essere ottimisti e abbiamo costruito un'immunità nella popolazione sempre più alta, ma in vista dell'Autunno ci vuole un più prudenza".
"Speriamo - ha detto Cavaleri - che presto questo virus raggiunga un giusto equilibrio per poter convivere con gli uomini come per i virus influenzali, perchè allora potremo prevedere meglio come cambiare la composizione dei vaccini per migliori campagne vaccinali". Rispetto ai vaccini adattati contro Omicron, "quello che vorremo vedere con questi nuovi vaccini adattati è che la protezione si protragga più a lungo, e che la nuova vaccinazione si possa fare dopo 8 mesi; questa è l'aspettativa", ha sottolineato. Cavaleri ha quindi ribadito che chi è stato naturalmente esposto al virus durante il periodo Omicron può aspettare 3-4 mesi prima dell'ulteriore richiamo. Inoltre, in riferimento alla cosiddetta variante 'indiana' Omicron BA.2.75, "potrebbe prendere il sopravvento, ma è a metà strada tra Omicron 1 e 5 e quindi i vaccini possono coprire da questa sottovariante".