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Domenica, 28 Aprile 2024
La pandemia

Chi rischia di più di ammalarsi di long Covid

Una ricerca pubblicata su The Lancet mette a confronto il percorso clinico di chi ha contratto la variante Omicron e di chi ha avuto Delta. Cosa è emerso

Chi è stato contagiato dalla variante Omicron ha meno probabilità di soffrire di long Covid rispetto a chi ha avuto a che fare con Delta. E' quanto emerso dall'analisi dei ricercatori del King's College London "Zoe Covid Symptom", pubblicata oggi su The Lancet. Si tratta del primo studio sottoposto a revisione paritaria sul rischio di long Covid e sulla variante Omicron. 

Long Covid, quali sono i sintomi

Secondo l'Istituto superiore di sanità italiano si parla di long Covid quando "dopo più di quattro settimane dall’infezione alcuni sintomi persistono" nonostante il test per il Covid dia esito negativo.  Le manifestazioni cliniche del Long-Covid sono diverse da persona a persona. 

I sintomi generali sono: 

  • fatica persistente/astenia;
  • stanchezza eccessiva;
  • febbre;
  • debolezza muscolare;
  • dolori diffusi, dolori muscolari e articolari;
  • peggioramento dello stato di salute percepito;
  • anoressia, riduzione dell’appetito.

I sintomi specifici possono essere:

  • respiratori come dispnea, tosse persistente e diminuzione della capacità di espansione della gabbia toracica;
  • cardiovascolari cioè senso di oppressione e dolore al petto, tachicardia e palpitazioni al minimo sforzo, aritmie e variazione della pressione arteriosa;
  • neurologici con la cefalea che può insorgere come sintomo nuovo oppure come peggioramento di sintomatologia preesistente: gli attacchi possono essere più frequenti o il dolore può durare più a lungo del solito; deterioramento cognitivo, che si manifesta con difficoltà di concentrazione e attenzione, problemi di memoria, difficoltà nelle funzioni esecutive (soprattutto in chi è anziano e/o già con deficit cognitivi); neuropatie periferiche e disautonomia, ovvero il malfunzionamento del sistema nervoso autonomo o vegetativo che controlla le funzioni corporee involontarie;
  • modifiche dell’olfatto, del gusto e dell’udito: disturbi di olfatto, quali iposmia o parosmia, disfunzioni della deglutizione e del gusto (il cibo può avere un sapore insipido, salato, dolce o metallico), acufeni, otalgia, disfonia e mal di gola (fastidi come dolore, tosse irritabile, sensazione di ristagno di muco nella gola e sentire il bisogno di schiarirsi la gola);
  • gastrointestinali: perdita di appetito, nausea, vomito, dolori addominali, diarrea, dispepsia, reflusso gastroesofageo, eruttazione, distensione addominale;
  • dermatologici: la manifestazione cutanea più comune è l’eritema pernio (volgarmente detto “gelone”), seguita dalle eruzioni papulo-squamose (ossia caratterizzate da rossori, gonfiori e bolle squamose) e dai rash. Altre conseguenze possono essere l’alopecia, con durata tuttavia inferiore a sei mesi. Riguardo alle patologie immunomediate con manifestazioni dermatologiche, sono stati descritti casi di riacutizzazione di psoriasi e comparsa di forme latenti;
  • ematologici: è stato osservato soprattutto lo sviluppo della malattia tromboembolica venosa in fase post-acuta di Covid;
  • endocrinologici: chetoacidosi diabetica di nuova insorgenza (senza una diagnosi precedente di diabete mellito) e tiroidite;
  • psicologici/psichiatrici: sonno poco riposante e non ristoratore, malessere cronico, depressione del tono dell’umore (sentirsi triste, irritabile e insofferente verso gli altri, perdere interesse in attività che prima piacevano, trovare difficile prendere decisioni, avere pensieri negativi), ansia, delirium e psicosi. 

Long Covid, chi rischia di più

Lo studio ha seguito la definizione di long Covid del National Institute for Health and Care Excellence (l'Istituto per l'eccelenza clinica del Regno Unito) per cui ha il long Covid chi presenta sintomi dopo 4 settimane o più dall'inizio della malattia acuta. 

I ricercatori hanno scoperto che le probabilità di avere il long Covid con la variante Omicron erano tra il 20 e il 50% in meno rispetto al Delta, a seconda dell'età e del tempo trascorso dalla vaccinazione. 

Lo studio ha identificato 56.003 casi di adulti nel Regno Unito risultati positivi per la prima volta tra il 20 dicembre 2021 e il 9 marzo 2022, quando Omicron era il ceppo dominante. I ricercatori hanno confrontato questi casi con 41.361 casi risultati positivi per la prima volta tra l'1 giugno 2021 e il 27 novembre 2021, quando la variante Delta era dominante. L'analisi mostra che il 4,4% dei casi di Omicron era long Covid, rispetto al 10,8% dei casi Delta. Tuttavia, il numero assoluto di persone che hanno sperimentato Covid da lungo tempo era infatti più alto nel periodo Omicron. Ciò è dovuto al gran numero di persone infettate da Omicron da dicembre 2021 a febbraio 2022. L'Office of National Statistics del Regno Unito ha stimato che il numero di persone con long Covid è  aumentato da 1,3 milioni nel gennaio 2022 a 2 milioni a partire da maggio 2022.

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