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Sabato, 27 Aprile 2024
Malattie infettive

Crescono i casi di morbillo in Italia: "Chi non è vaccinato, corra a farlo"

Contagi in rapido aumento da mesi, solo a gennaio sono stati 27 e c'è una variante che potrebbe sfuggire ai test. Quali sono i sintomi e cosa fare

I casi di morbillo aumentano velocemente anche in Italia e si torna a parlare di vaccino anche per gli adulti. C'è un'emergenza? Chi dovrebbe vaccinarsi?

I casi di morbillo sono in risalita già dalla fine del 2023 con 32 segnalazioni tra settembre e dicembre rispetto a tre casi nello stesso periodo del 2022. Solo nel mese di gennaio 2024 - dal 1° al 31 - sono stati segnalati al sistema di sorveglianza 27 casi di morbillo, di cui 26 confermati in laboratorio e 1 caso possibile, da sette Regioni. Oltre la metà dei casi (18/27) è stata segnalata da tre Lombardia, Toscana e Lazio. Nove dei casi segnalati (33%) sono casi importati.

Il morbillo colpisce spesso bambini da uno a tre anni e per questo viene considerata una malattia "infantile", ma in realtà si ammalano spesso anche gli adulti. I dati raccolti dal sistema di sorveglianza ci dicono che l'età media dei casi segnalati è pari a 35 anni e oltre la metà dei casi (6/11) ha un'età compresa tra 15 e 39 anni. È stato segnalato un caso in un bambino con meno di un anno di età (quindi non idoneo alla vaccinazione). 

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"Chi non è vaccinato corra a farlo"

Secondo uno studio condotto dall'università di Milano, con l'Istituto superiore di sanità, da gennaio è stata identificata in Italia una nuova variante di morbillo, che influisce sui test molecolare per la diagnosi, rendendoli meno sensibili. Sono stati confermati 5 cinque casi di morbillo nella città Metropolitana di Milano e nelle aree circostanti in Lombardia, tutti classificati come "genotipo D8" e considerati "sporadici" poiché non è stato trovato alcun chiaro legame epidemiologico tra loro. Per i ricercatori  è "importante aggiornare tempestivamente i test per rilevare tutti i ceppi attualmente circolanti".

"Il virus del morbillo - spiega all'Adnkronos Salute Pier Luigi Lopalco, docente di Igiene all'Università del Salento - è piuttosto stabile. Le varianti antigeniche non comportano problemi per la nostra risposta immune: chi è vaccinato o ha avuto il morbillo in passato non ha nulla da temere con le nuove varianti. Il vaccino in uso - sottolinea Lopalco - continua a essere efficace. Qualche problema potrebbero averlo alcuni test diagnostici che potrebbero non identificare correttamente il virus. Variante o non variante il morbillo comunque resta una malattia temibile. Chi non è vaccinato corra a farlo".

Come riconoscere il morbillo e cosa fare

I primi sintomi del morbillo sono simili a quelli di un raffreddore (tosse secca, naso che cola, congiuntivite) con una febbre che diventa sempre più alta. Successivamente appaiono dei puntini bianchi all'interno della bocca. Dopo 3-4 giorni, appare l'eruzione cutanea caratteristica della malattia, composta di piccoli punti rosso vivo, prima dietro le orecchie e sul viso, e poi su tutto il resto del corpo. L'eruzione dura da 4 a 7 giorni, l'esantema scompare a cominciare dal collo. A volte, rimane una desquamazione della pelle per qualche giorno.

Le complicazioni sono relativamente rare, ma il morbillo è pur sempre responsabile di un numero compreso tra le 30 e le 100 morti ogni 100.000 persone colpite. Le complicazioni sono dovute principalmente a superinfezioni batteriche: otite media, laringite, diarrea, polmonite o encefaliti (infiammazioni del cervello). Si riscontrano più spesso nei neonati, nei bambini malnutriti o nelle persone immunocompromesse.

Morbillo, alto rischio contagio

Il periodo di incubazione è di circa 10 giorni: inizia all'entrata del virus nell’organismo e finisce all'insorgenza della febbre. La contagiosità si protrae fino a 5 giorni dopo l'eruzione cutanea, ed è massima tre giorni prima, quando si ha la febbre.

Il morbillo è una delle malattie più trasmissibili. Il contagio avviene tramite le secrezioni nasali e faringee, probabilmente per via aerea tramite le goccioline respiratorie che si diffondono nell'aria quando il malato tossisce o starnutisce.

Le cure e il vaccino contro il morbillo

Non esiste una cura specifica per il morbillo. Si possono trattare i sintomi (terapia sintomatica) ma non la causa: paracetamolo per abbassare la febbre, sciroppi per calmare la tosse, gocce per gli occhi. Esiste un rischio di prematurità per i bambini che hanno la madre infetta durante la gestazione.
 
Il vaccino del morbillo appartiene ai vaccini vivi attenuati. Esiste sotto forma di un complesso vaccinale contro il morbillo, la parotite e la rosolia (Mpr). L'istituto superiore di sanità consiglia una prima dose di vaccino preferibilmente al 12-15° mese, con un richiamo verso 5-6 anni o 11-12 anni.

Possono vaccinarsi anche gli adulti. Come per tutti i vaccini vivi attenuati però, la vaccinazione non viene effettuata negli individui con deficit immunitario o sotto terapia immunosoppressiva né, per precauzione, nelle donne incinte o che desiderano esserlo nel mese successivo. Invece, è consigliato alle persone infette da Hiv che non hanno ancora sviluppato l'Aids.

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