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Lunedì, 29 Aprile 2024
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Soccorso alpino e speleologico: nel 2023 oltre 12mila interventi

Più di 12mila persone soccorse, di cui 7.622 feriti e 491 persone decedute. Negli ultimi 70 anni oltre 18.000 vittime e 141.000 persone ferite recuperate dal CNSAS

Il Corpo Nazionale Soccorso Alpino e Speleologico, ente che da 70 anni effettua soccorsi tecnici - sanitari e non - in ambiente montano, in grotta e negli ambienti impervi del territorio nazionale con 7.000 operatori altamente specializzati, presenta il report dei soccorsi effettuati nel corso del 2023. Le varie attività, svolte con il Servizio Sanitario Nazionale/sistema 118, sono state finalizzate a garantire il soccorso e l’assistenza immediata ai soggetti infortunati, alle persone a vario titolo in difficoltà,  ai  soggetti  in   imminente pericolo di vita o a rischio di evoluzione sanitaria, alla ricerca  e al soccorso dei dispersi e al recupero  dei  caduti.

Il prossimo 12 dicembre il Corpo Nazionale Soccorso Alpino e Speleologico celebra i 70 anni di attività. Il CNSAS dal suo anno di fondazione - 1954  - ha effettuato 223.762 interventi soccorrendo 238.935 persone e impiegando per questa attività oltre 1 milione di suoi tecnici (1.068.583). Delle persone soccorse si contano 18.072 persone decedute, 140.929 persone ferite con vari gradi di gravità, 77.436 soggetti illesi e recuperati in imminente pericolo di vita, in condizioni di pericolo o a rischio di evoluzione sanitaria e 2.498 persone disperse.

Nel corso dello scorso anno il Soccorso Alpino e Speleologico è intervenuto per 12.349 missioni di soccorso. Rispetto all’organico complessivo del Soccorso Alpino e Speleologico, costantemente superiore ai 7.000 tecnici negli ultimi anni, nel 2023 sono state impegnate in operazione di soccorso oltre 206 mila ore/uomo suddivise in 33.852 giornate/uomo. Il dato più significativo è, dunque, quello dei 44.994 tecnici impegnati nelle varie missioni di soccorso, volontari che garantiscono un’attività operativa 24 ore su 24, 365 giorni all’anno. Importante, in questo contesto, anche l’impegno delle unità cinofile del CNSAS chiamate ad operare 168 volte in eventi valanghivi e ricerca persone disperse.

Le cause degli interventi

Le cause degli interventi sono dovute principalmente a tre fattori: la caduta/scivolata (45,9% degli interventi), l’incapacità durante l’attività svolta (25,5%) e il malore (12,1%). Seguono con valori decisamente più contenuti il maltempo (4,3%) e lo shock anafilattico (0,50%).

Nel 2023 hanno perso la vita in ambiente impervio 491 persone con una diminuzione rispetto al 2022. 5.720 sono state le persone recuperate ferite in modo leggero, 1.579 i feriti gravi, 323 i feriti con compromesse funzioni vitali, 4.151 gli illesi (persone in difficoltà a causa delle condizioni morfologiche, dello stato dei terreni come la presenza di neve e/o ghiaccio al suolo, oppure per incapacità e/o inadeguatezza dell’attrezzatura, calzature o abbigliamento a seguito) e 101 i dispersi.
Le attività maggiormente coinvolte e cause degli incidenti e relativi infortuni sono l’escursionismo (42,5% dei casi), la mountain bike (8%), lo sci alpino (2,2%), l’alpinismo classico (6,0%) e la ricerca di funghi (3,1%). Diversi gli interventi durante l’attività venatoria (0,8%).

L’identikit delle persone soccorse

L’identikit medio della persona soccorsa è rappresentato da un uomo italiano tra i 50 e i 60 anni, leggermente ferito dopo essere scivolato in un’escursione durante il mese di agosto. Queste le principali caratteristiche delle persone soccorse:

Nazionalità: 82,1% Italia; 6,7% Germania; 4,2% Francia.
Età: 16,95% tra i 50 e i 60 anni, 13,55% tra i 60 e i 70 anni; 13,71% tra i 20 e i 30 anni e oltre i 70 anni l’10,69%.
Sesso: 68,6% maschi, 31,4% femmine.
Iscrizione al Club Alpino Italiano: 11.146 non soci e 1.219 soci.

Quando e dove intervengono i soccorsi

Il 49% degli interventi del Soccorso Alpino e Speleologico si concentra nei mesi estivi di giugno (7,3%), luglio (14,4%), agosto (17,1%) e settembre (10,3%). Numeri confermati dalla tipologia principale di attività svolta dalle persone soccorse - l’escursionismo - che, per l’appunto, è svolta maggiormente durante i mesi più caldi dell’anno.

Questa la ripartizione su base territoriale dei 12.349 interventi:

Abruzzo: 1,6%
Alto Adige (provincia autonoma di Bolzano): 10,8%
Basilicata: 0,2%
Calabria: 0,4%
Campania: 0,8%
Emilia-Romagna: 4,0%
Friuli-Venezia Giulia: 2,9%
Lazio: 1,2%
Liguria: 3,7%
Lombardia: 12,7%
Marche: 1,2%
Molise: 0,2%
Piemonte: 17,4%
Puglia: 0,1%
Sardegna: 0,8%
Sicilia: 1,5%
Toscana: 3,1%
Trentino (provincia autonoma di Trento): 12,5%
Umbria: 2,2%
Valle d’Aosta: 13,8%
Veneto: 8,8%

Gli interventi con l’utilizzo di elicotteri

In 5.845 interventi il Soccorso Alpino e Speleologico è intervenuto con il supporto di un mezzo aereo. Nella quasi totalità di questi casi specifici (94,2% degli interventi con mezzo aereo) a bordo di un elicottero del Servizio sanitario regionale e provinciale del 118, nelle restanti casistiche a bordo di elicotteri di altri enti dello Stato con i quali il CNSAS collabora, tra questi: Vigili del Fuoco (188 interventi con un loro mezzo aereo), Aeronautica Militare (69), Guardia di Finanza (55), Polizia (9) ed Esercito Italiano (3).

Le maxiemergenze nazionali e internazionali nel 2023

Due gli interventi di carattere nazionale e internazionale che hanno caratterizzato l’operato 2023 del Soccorso Alpino e Speleologico. A maggio, le squadre del CNSAS hanno effettuato numerose operazioni di soccorso a seguito dell’alluvione che ha colpito il territorio dell’Emilia-Romagna. Agli operatori del Soccorso Alpino e Speleologico locale, si sono aggiunti tecnici provenienti da Abruzzo, Alto Adige, Calabria, Lazio, Liguria, Lombardia, Marche, Piemonte, Puglia e Trentino: team specializzati  e equipaggiati per intervenire in ambienti allagati.

A settembre, nella serata di lunedì 11, si è invece concluso con successo il recupero di Mark Dickey, lo speleologo statunitense rimasto bloccato a circa 1000 metri di profondità nella grotta Morca, in provincia di Mersin, in Turchia. Le operazioni di soccorso, alle quali hanno preso parte diverse squadre del Corpo Nazionale Soccorso Alpino e Speleologico provenienti dall’Italia, sono state particolarmente lunghe e complesse sia a causa della morfologia della grotta, sia delle condizioni fisiche dell’infortunato. Le operazioni di soccorso hanno impegnato complessivamente oltre 100 soccorritori, provenienti da circa 10 Paesi e per il recupero da -1000 metri sono state necessarie 60 ore.
 

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