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Venerdì, 26 Aprile 2024
La nuova variante

Omicron: qual è l'efficacia di due dosi di Pfizer contro la malattia grave

I primi dati dal Sudafrica: rispetto a Delta la protezione scende dal 93 al 70%

Due dosi di vaccino proteggono dalla malattia grave anche contro la variante Omicron, ma rispetto a Delta l'efficacia scende dal 93 al 70%. È quanto emerge da uno studio realizzato in Sudafrica, il primo che prova a stimare la protezione contro la malattia severa causata dalla nuova variante. "La doppia dose del vaccino Pfizer/BioNTech mostra un'efficacia del 70% nel ridurre il rischio di ospedalizzazione", ha affermato Ryan Noach, capo della principale compagnia di assicurazioni sanitarie private del Sudafrica, Discovery, che ha condotto lo studio in collaborazione con il South African Medical Research Council (SAMRC).

I risultati della ricerca sono da considerarsi preliminari, ma sono anche un importante indizio che i vaccini continuano a proteggere anche dalle forme gravi. E che in questo caso due dosi offrono un'efficacia discreta. La cattiva notizia, inutile dirlo, è che la protezione è inferiore rispetto alla variante Delta: trova dunque conferma la capacità di Omicron di evadere parzialmente l'immunità conferita dai vaccini.

protezione contro la malattia grave-2

La protezione delle due dosi contro la malattia severa è più alta nella fascia di età tra i 20-29 anni (92%), lo è un po' meno dopo i 70 anni (59%).

Pfizer, protezione vs Omicron nelle varie fasce d'età-2

Non ci sono ancora dati sulla terza dose che almeno in teoria dovrebbe offrire una protezione maggiore. Dallo studio è emerso che l'efficacia del vaccino Pfizer contro l'infezione è invece molto più bassa e scende dall'80 al 33% rispetto a Delta, dati in linea con quelli comunicati giorni fa dall'agenzia inglese Health Security Agency (UKHSA).

Pfizer, protezione vs infezione da Omicron-2

Dalla ricerca sono emersi altri due dati interessanti: il rischio di ricovero con Omicron è del 29% più basso se confrontato con il tasso di ospedalizzazione causato dalla mutazione D614G nella prima ondata. Un calo che però va contestualizzato. Gli esperti fanno notare che nella provincia di Gauteng, primo focolaio della nuova variante, alla comparsa di Omicron più del 70% delle persone era già stata infettata dal virus e dunque aveva sviluppato una parziale immunità contro la malattia grave. Insomma, non è affatto detto il nuovo ceppo sia più mite.  

C'è purtroppo un'altra brutta notizia: il tasso di ospedalizzazione è infatti risultato più alto del 20% tra chi ha meno di 18 anni rispetto alla prima ondata di Covid. Ma si tratta, lo ribadiamo, di dati preliminari. Serviranno altre conferme. 

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