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Domenica, 28 Aprile 2024
La protesta

Il nuovo sciopero dei medici lunedì 18 dicembre

A incrociare le braccia saranno veterinari, anestesisti-rianimatori e specialisti di patologia clinica e dell’area radiologica. Secondo le stime dei sindacati sono a rischio 25mila operazioni

Lunedì 18 dicembre ci sarà un nuovo sciopero dei medici dopo quello del 5 dicembre scorso. Questa volta a incrociare le braccia saranno i camici bianchi dei 'servizi’ di Asl e ospedali: veterinari, anestesisti-rianimatori e specialisti di patologia clinica e dell’area radiologica. Secondo le stime dei sindacati potrebbero essere a rischio 25mila interventi chirurgici. La protesta è stata proclamata dalle sigle Aaroi-Emac (sindacato degli anestesisti e rianimatori), Fassid (radiologi, patologi, psicologi del Ssn e farmacie ospedalieri), Fvm-Federazione veterinari e Cisl Medici che lunedì 18 dicembre, alle 11, saranno in presidio davanti al ministero della Salute a Roma. "La sanità pubblica sta morendo, il governo deve intervenire con dei segnali nella legge di bilancio. Il nostro non è uno sciopero temerario ma una legittima e doverosa protesta" spiegano le organizzazioni sindacali esponendo le ragioni della protesta. 

Nel giorno dello sciopero si prevedono disagi in tutti i servizi ospedalieri e territoriali e nella filiera agro-zootecnica alimentare. "Se la protesta rimarrà inascoltata, la mobilitazione proseguirà", sottolineano le parti sociali. 

Chi aderirà allo sciopero: le stime dei sindacati

"Stavolta daremo un segnale molto più deciso che in qualsiasi altra protesta che abbiamo mai intrapreso" dice il segretario dell'Aroi Alessandro Vergallo che poi però precisa: "Per quanto concerne i dipendenti pubblici rappresentati dall’Aaroi, nessun medico di turno in pronto soccorso o nel 118, in quanto operante in servizi al 100% essenziali, potrà far sciopero, e parliamo di almeno 12.000 contingentati, quindi poco meno del 10% del totale dei dirigenti".

Quanto agli anestesisti-rianimatori "sono circa 14.000" aggiunge Vergallo, "ma almeno il 40% di costoro sarà contingentato", un altro 25% "sarà fuori servizio per ferie, mentre il 5% circa non sciopererà per la tutela dei pazienti fragili". In totale dunque "meno di 4.200 specialisti saranno da noi chiamati a scioperare. Se tutti questi 4.200 scioperassero, sarebbero 'solo' il 3% del totale dei dirigenti medici e sanitari la cui adesione allo sciopero sarà conteggiata ai fini statistici dalla Funzione pubblica".

Questi i calcoli. "Ma la statistica non inganni - sottolinea Vergallo - a quest’adesione apparentemente minima corrisponderebbe il 100% delle adesioni possibili per la specialità, che basterebbe di per sé a far saltare tutti gli interventi chirurgici ordinari, almeno 25.000 su scala nazionale”.

"Ciascun anestesista-rianimatore assente per sciopero renderà comunque inutile la presenza di almeno altri 7/8 lavoratori, amplificando a valanga gli effetti della nostra protesta" dice ancora il segretario dell'Aroi. Effetti "che saranno ancora più imponenti grazie alla concomitante astensione dal lavoro dei dirigenti rappresentati dalle altre 3 sigle, e in aggiunta da tutti i colleghi che ne condividono e ne sostengono le ragioni comuni".

I veterinari: "Le legge di bilancio ci ha deluso, non ci faremo precettare"

 Aldo Grasselli, presidente nazionale della Fvm, Federazione veterinari, medici e dirigenti sanitari, spiega che "la delusione per la legge di bilancio che tradisce le aspettative sull’azione di governo è molto profonda. Le roboanti promesse della campagna elettorale prevedevano la cancellazione della legge Fornero. Oggi, invece, con l'articolo 33 della legge di Bilancio, un articolo di una stoltezza politica e di una gravità sociale enorme, le pensioni di 700mila lavoratori della Pubblica amministrazione sono finite in ostaggio del Mef per ripianare il bilancio dello Stato".

"Ci arrivano notizie che alcuni industriali preoccupati per le scadenze in vista del Natale vorrebbero chiedere ai prefetti di precettarci" dice ancora Graselli. "Noi lunedì sciopereremo comunque, anzi si deve capire che senza veterinari pubblici, che hanno fatto sì che la peste suina non dilagasse nella filiera che vale 40 miliardi, il rischio di malattie infettive aumenterà".

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