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Martedì, 19 Marzo 2024
Proteste

Lo sciopero dei taxi il 5 e 6 luglio

Ma perché protestano? Cosa vogliono i tassisti? La protesta è scattata a causa del decreto legge Concorrenza che all'articolo 10 contiene quella che i tassisti definiscono una "deregolamentazione del settore prevista che ricalca la storia delle liberalizzazioni che si sono tentate di fare nel tempo a danno della nostra categoria"

Lo sciopero dei taxi è cosa (quasi) fatta. "Non ci ascoltate ma stavolta, statene certi, ci sentirete". E' questo uno degli slogan più gettonati in vista dei prossimi 5 e 6 luglio. Quarantotto ore che si annunciano di fuoco per la città di Roma dove si concentreranno i tassisti di tutta Italia in occasione dello sciopero nazionale. Il ritrovo è fissato a piazza della Repubblica per una manifestazione che si snoderà fino a piazza Madonna di Loreto. Previsto il transito lungo via Einaudi, piazza dei Cinquecento, via Cavour, via dei Fori Imperiali. I tassisti sono compatti stavolta. Un fronte unitario di tutte le sigle, che hanno firmato una nota congiunta dura: "In quelle 48 ore dobbiamo dimostrare, come categoria che non siamo  disponibili a nessun passo indietro, a nessun tipo d'accordo, a  nessuna resa e che ci batteremo fino all'ultimo respiro, contro tutti quei parassiti che vorrebbero sottrarci il frutto della nostra fatica".

Sciopero taxi oggi e domani

Ma perché protestano? Cosa vogliono i tassisti? La protesta è scattata a causa del decreto legge Concorrenza che all'articolo 10 contiene quella che i tassisti definiscono una "deregolamentazione del settore prevista che ricalca la storia delle liberalizzazioni che si sono tentate di fare nel tempo a danno della nostra categoria". Secondo i tassisti "il servizio pubblico taxi è fuori dalla Direttiva Bolkestein e dunque l'Europa non ne chiede nessuna liberalizzazione, nonché la contestuale conclusione della riforma del comparto varata da questo Parlamento nel 2019, con l'approvazione della regolamentazione dell'operato delle piattaforme di intermediazione digitale e degli strumenti di contrasto ai diffusi fenomeni di abusivismo". 

"La realtà - proseguono le 14 sigle sindacali - è che la nostra battaglia è la lotta di 40.000 lavoratori contro la speculazione finanziaria, ma anche la difesa dell'utenza di un sevizio pubblico  contro meccanismi come algoritmi e libero mercato che li andrebbero a  strangolare nel momento del bisogno". E al premier Mario Draghi  mandano a dire: "gli incontri fatti con le multinazionali, così come  la negazione del confronto con i lavoratori, e la sua intenzione di  devastare il nostro lavoro, non rimarranno senza risposta, e in quelle 48 ore saranno i tassisti di tutta Italia a consegnargliela". La viceministra Bellanova su mandato del governo incontrerà i sindacati per provare a convincere i sindacati a rinunciare in extremis allo sciopero. Nessun passo indietro da parte dei tassisti, nessuna resa: a loro modo di vedere, serve solo una cosa: lo stralcio dell'articolo 10 del ddl Concorrenza. 

L’agitazione, oltre che molto lunga (48 ore di fila dalle 0:00 del 5 alle 23:59 del 6), promette di essere decisamente massiccia.

Come ampiamente annunciato nei giorni scorsi, da oggi e sino a domani almeno buona parte della categoria dei tassisti sciopererà. Lo spiega in una nota Emilio Boccalini, vice presidente di Taxiblu 02.4040, il più grande Radiotaxi di Milano. "Nonostante gli incontri con il Governo - sottolinea in una nota - in questi giorni non paiono esserci stati elementi nuovi e significativi che potessero scongiurare la mobilitazione. Noi chiediamo lo stralcio dell`articolo 10 del Ddl concorrenza, senza se e senza ma. C`è in gioco il futuro del servizio pubblico non di linea, Taxi, almeno per come le persone lo conoscono oggi". "Un servizio che in mano a multinazionali come rischia di finire oltre che più caro potrebbe diventare qualitativamente inferiore. Nella giornata di oggi - conclude Boccalini - molti di noi da tutta Italia saranno a Roma per far sentire la propria voce al Governo. La voce di chi dall` oggi al domani rischia di perdere lavoro e investimenti".

"La storia si ripete: ad ogni ipotesi anche moderata di apertura al mercato del settore dei Taxi, parte la protesta con annesso blocco delle città. Vediamo come finirà. Mi auguro che possa finire diversamente dal passato e che si possa evitare il blocco corporativo per scommettere su una crescente liberalizzazione del settore sostenuta dalla digitalizzazione", aveva scritto su Facebook il segretario di Più Europa e sottosegretario agli Esteri Benedetto Della Vedova. "Come in altri casi, un mercato aperto crescerebbe molto di più e creerebbe più occupazione di uno chiuso e corporativo. I partiti dovrebbe uscire dal calcolo elettoralistico ed evitare di sposare acriticamente la'genda corporativa dei taxisti. La somma di difese corporative - conclude Della Vedova - può portare qualche voto nell'immediato, ma deprime la crescita futura dell`Italia. Più Europa sostiene la riforma proposta dal Governo", conclude.

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