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Venerdì, 26 Aprile 2024
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Il Vaticano ribadisce il no alla benedizione delle coppie gay

È “illecita ogni forma di benedizione che tenda a riconoscere le loro unioni”, ma non si esclude “che vengano impartite benedizioni a singole persone con inclinazione omosessuale”: a stabilirlo è la Congregazione per la Dottrina della Fede (con l’approvazione di Papa Francesco)

La Chiesa non dispone del potere di impartire la benedizione a unioni di persone dello stesso sesso, anche se si tratta di relazioni stabili. A stabilirlo è la Congregazione per la Dottrina della Fede, rispondendo a un “dubium”, ossia un quesito, che era stato presentato sul tema, sottolineando come “in alcuni ambiti ecclesiali si stanno diffondendo progetti e proposte di benedizioni per unioni di persone dello stesso sesso” per quanto spesso “motivati da una sincera volontà di accoglienza e di accompagnamento delle persone omosessuali, alle quali si propongono cammini di crescita nella fede”. La risposta ha avuto l’approvazione di Papa Francesco. Bergoglio è stato informato e “ha dato il suo assenso” alla pubblicazione della risposta e della nota esplicativa che accompagna il documento, firmata dal Prefetto, il cardinale Luis Ladaria, e dal Segretario, l’arcivescovo Giacomo Morandi. 

“Non è lecito impartire una benedizione a relazioni, o a partenariati anche stabili, che implicano una prassi sessuale fuori dal matrimonio (vale a dire, fuori dell’unione indissolubile di un uomo e una donna aperta di per sé alla trasmissione della vita), come è il caso delle unioni fra persone dello stesso sesso”, si legge nel documento dell’ex Santo Uffizio. Non si esclude “che vengano impartite benedizioni a singole persone con inclinazione omosessuale, le quali manifestini la volontà di vivere in fedeltà ai disegni rivelati di Dio così come proposti dall’insegnamento ecclesiale” ma la risposta al “dubium”, si ribadisce, “dichiara illecita ogni forma di benedizione che tenda a riconoscere le loro unioni”: in caso contrario, la benedizione potrebbe essere scambiata anziché con “l’intenzione” di “affidare alla protezione e all’aiuto di Dio alcune singole persone” con un “approvare e incoraggiare una scelta e una prassi di vita che non possono essere risconosciute come oggettivamente ordinate ai disegni rivelati di Dio”. 

La Chiesa "non benedice né può benedire il peccato"

“La dichiarazione di illiceità delle benedizioni di unioni tra persone dello stesso sesso non è quindi, e non intende essere, un’ingiusta discriminazione, quanto invece richiamare la verità del rito liturgico e di quanto corrisponde profondamente all’essenza dei sacramentali, così come la Chiesa li intende”, specifica il documento, ribadendo che “la benedizione delle unioni omosessuali non può essere considerata lecita, in quanto costituirebbe in certo qual modo una imitazione o un rimando di analogia con la benedizione nuziale, invocata sull’uomo e la donna che si uniscono nel sacramento del matrimonio, dato che ‘non esiste fondamento alcuno per assimilare o stabilire analogie, neppur remote, tra le unioni omosessuali e il disegno di Dio sul matrimonio e la famiglia’”. 

Al tempo stesso, ricorda il documento, “la comunità cristiana e i Pastori sono chiamati ad accogliere con rispetto e delicatezza le persone con inclinazione omosessuale, e sapranno trovare le modalità più adeguate, coerenti con l’insegnamento ecclesiale, per annunciare il Vangelo nella sua pienezza. Queste, nello stesso tempo, riconoscano la sincera vicinanza della Chiesa – che prega per loro, li accompagna, condivide il loro cammino di fede cristiana – e ne accolgano con sincera disponibilità gli insegnamenti”. La Chiesa “non benedice né può benedire il peccato: benedice l’uomo peccatore, affinché riconosca di essere parte del suo disegno di amore si lasci cambiare da Lui”, conclude il documento, ribadendo pertanto che “per i suddetti motivi, la Chiesa non dispone, né può disporre, del potere di benedire unioni di persone dello stesso sesso”. 

Il Partito dei Gay: "Le scelte della Chiesa non influenzino la politica"

“La costituzione italiana ribadisce la laicità dello stato, quindi la scelta del Papa di non benedire le coppie omosessuali è un passo indietro per quei credenti che speravano nel nuovo Papa, ma non deve influenzare la politica italiana”, commenta Fabrizio Marrazzo, portavoce Partito Gay per i diritti LGBT+, Solidale, Ambientalista, Liberale, il quale ricorda che “purtroppo quotidianamente sentiamo politici di tutti gli schieramenti che affermano di ispirarsi al Papa". 

"Questo, ci fa capire perché in Italia non solo il matrimonio per le copie omosessuali non viene approvato, ma neanche viene annullata la circolare di Salvini ‘Padre e Madre’ che ancora oggi non consente di inserire i genitori dello stesso sesso sulla carta di identità del figlio, comportando disagi al minore. Lo stato laico in Italia è ancora lontano”. 

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