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Martedì, 19 Marzo 2024
Salute

Allergia ai pollini: sintomi, diagnosi e possibili rimedi

Per chi soffre di allergia ai pollini Maggio è il mese peggiore: scopriamo come individuarla e tenerla sotto controllo

La stagione peggiore per chi soffre di allergie è iniziata e maggio si prospetta un mese impegnativo, soprattutto per la nutrita schiera di italiani allergici ai pollini.

Ecco allora una guida per riconoscere e curare questa allergia senza farsi cogliere impreparati. Buona lettura!

Allergia ai pollini: come si riconosce?

L’allergia ai pollini (pollinosi) consiste in una reazione respiratoria innescata dall’inalazione, appunto, di pollini. Il periodo in cui si manifesta dipende dal tipo di polline verso cui si è sensibilizzati e dalla sua concentrazione nell’atmosfera e i sintomi più comuni sono rappresentati da riniti, congiuntiviti e talvolta, asma bronchiale. La reazione allergica si presenta con ricorrenza stagionale, in corrispondenza del periodo di pollinazione caratteristico per ogni specie responsabile dell'allergia. 

Tra i pollini più comunemente allergizzanti ci sono le graminacee, piante erbacee che si trovano un po’ ovunque: nei parchi, nei prati, nei campi e anche ai bordi delle strade. In Italia la fioritura di queste erbe avviene nel periodo compreso fra marzo e settembre, ma il picco pollinico corrisponde in genere al mese di maggio. È questo il periodo in cui esplodono anche la parietaria, pianta presente soprattutto nel Centro e Sud Italia, e l’ulivo, una delle principali fonti di allergia nell’area mediterranea.

Il meccanismo immunitario

I pollini sono costituiti da granuli che rappresentano le cellule riproduttrici delle piante, rilasciate durante la fioritura di alberi (betulla, frassino) e piante erbacee (graminacee, parietaria, ambrosia). Vengono trasportati dal vento e possono entrare in contatto con le mucose di naso, occhi e gola. Negli allergici il sistema immunitario reagisce in maniera anomala ed eccessiva ai pollini formando anticorpi specifici, le Immunoglobuline E (IgE). 

Il meccanismo di liberazione del polline varia a seconda delle specie e di alcuni parametri climatici: le giornate calde e ventose facilitano la pollinazione, mentre un'elevata umidità relativa dell'aria la rende difficoltosa.  Inoltre, l'esordio, l'intensità e la durata dei sintomi delle allergie ai pollini dipendono principalmente dalle variazioni delle concentrazioni polliniche presenti nell'aria: ecco perché può essere importante tenersi aggiornati tramite i calendari pollinici (o delle fioriture), che segnalano il periodo di fioritura delle piante, e i bollettini regionali dei pollini, per conoscere quali e quanti pollini siano diffusi.

Riconoscere i sintomi

I sintomi dell’allergia ai pollini posso essere diversi: i più comuni sono occhi rossi, lacrimazione e prurito oculare, naso chiuso, prurito nasale, naso che cola e starnuti (rinite o rinocongiuntivite allergica). Più di un allergico su cinque tende a presentare anche sintomi asmatici, come tosse, fiato corto e senso di costrizione al torace. 

In alcuni soggetti allergici possono insorgere reazioni inaspettate, come fastidio, bruciore o prurito alla gola e/o al palato e disturbi della deglutizione, a causa dell’ingestione di alimenti vegetali che presentano antigeni comuni ad alcuni pollini. Questa manifestazione (cosiddetta sindrome orale allergica o SOA) avviene entro pochi minuti dall’assunzione dell’alimento ed è dovuta dalla cross-reattività conseguente alla "parentela" botanica tra pollini e alcune famiglie vegetali.

Diagnosi e cure possibili

Per confermare un sospetto di allergia verso uno o più pollini, bisogna eseguire dei test cutanei, chiamati prick test. Questi vengono eseguiti inoculando con un’apposita lancetta piccole quantità di allergeni a livello della cute dell’avambraccio. Dopo circa 15-20 minuti , in caso di allergia si avrà una risposta infiammatoria della cute nella sede del test .

La gestione dell'allergia ai pollini può essere affrontata con diverse opzioni terapeutiche, indicate dal medico in base ai diversi sintomi e alla gravità degli stessi.

La terapia farmacologica può prevedere: 

  1. Farmaci Preventivi

Sono utilizzati per prevenire le reazioni allergiche e le crisi di asma bronchiale: per questo motivo, il trattamento deve essere iniziato prima della possibile esposizione agli allergeni pollinici (possibilmente da due a quattro settimane prima della stagione di fioritura), proseguendo poi il trattamento per tutto il periodo a rischio, con assunzioni regolari del farmaco. Questi farmaci sono solitamente disponibili sotto forma di soluzioni da inalare e hanno effetti collaterali limitati.

  1.  Farmaci Sintomatici

Si suddividono in :

  • Decongestionanti - Sono farmaci utilizzati per dare un sollievo rapido e temporaneo dalla congestione nasale e sinusale o il rossore e il prurito agli occhi, alleviando i sintomi dell’allergia; sono disponibili come farmaci da banco e/o su prescrizione medica, sotto forma di spray nasali e colliri. Esistono anche decongestionanti in compresse, ma il loro impiego è meno diffuso, poiché possono causare una serie di effetti indesiderati e sono potenzialmente pericolosi se usati in associazione con altri farmaci o se si soffre di altri problemi di salute concomitanti.
  • Antistaminici - Gli antistaminici bloccano l'attività dell'istamina, una delle principali sostanze chimiche infiammatorie che intervengono nelle manifestazioni allergiche: di conseguenza, si assiste al miglioramento dei principali sintomi dell'allergia ai pollini. Gli antistaminici sono disponibili sotto forma di compresse, sciroppi, spray nasali e colliri. L'effetto si protrae per diverse ore, ma sono farmaci che richiedono la prescrizione medica, per via dei molti effetti collaterali. 
  • Broncodilatatori – Questi farmaci hanno la capacità di "distendere i bronchi": il principio attivo in essi contenuto, infatti, rilassa la muscolatura liscia che avvolge le vie aeree bronchiali, dilatandole. Devono essere utilizzati con massima cautela a causa dei numerosi effetti collaterali, e sono disponibili solo dietro prescrizione medica, sotto forma di spray da usare al bisogno.

  1. Vaccino contro la pollinosi 

Nel caso in cui le opzioni farmacologiche "classiche" non allevino i sintomi dell'allergia ai pollini, il medico può consigliare dei trattamenti specifici per l'allergia (immunoterapia o terapia di desensibilizzazione). L'immunoterapia consiste nella somministrazione di un "vaccino" per via sottocutanea o sublinguale per un periodo che va dai dura dai tre ai cinque anni, che desensibilizza progressivamente l'organismo nei confronti di specifici allergeni e induce con il tempo una tolleranza verso il polline antigenico. Il vaccino, però, non sempre è una soluzione possibile e consigliata: lo specialista allergologo deve stabilire se e quando può rivelarsi utile, in relazione ai sintomi presenti, al tipo di allergia e alle caratteristiche del paziente allergico.

Consigli utili

Oltre alle terapie farmacologiche specifiche, è possibile ricorrere ad una serie di strategie che consentono, in modo semplice ed efficace, di mantenere sotto controllo l'allergia ai pollini:

  • Evita di passeggiare nei campi, prati o giardini in cui l'erba è stata tagliata da poco. Durante il periodo di pollinazione, evita le attività sportive in prossimità di aree verdi e i lavori di giardinaggio
  • Ricorda che le concentrazioni di pollini sono maggiori nelle giornate secche, ventose e soleggiate. Durante il giorno, all'aperto, può essere utile indossare un paio di occhiali scuri, dato che la luce del sole aumenta il fastidio associato ai sintomi oculari
  • Tra le 10 e le 16, periodo di maggior concentrazione di pollini, tieni chiuse le finestre e i finestrini dell'auto: se l'auto ha l'aria condizionata, installare un filtro antipolline può essere d’aiuto
  • Quando rientri a casa fai subito una doccia e cambia i vestiti, per eliminare i pollini che si sono attaccati nel corso della giornata. Prima di andare a dormire, applica sulle palpebre un batuffolo di cotone imbevuto d'infuso alla camomilla e rosmarino, per sfiammare e idratare gli occhi
  • Non stendere il bucato all'aperto: il polline si può attaccare a lenzuola e asciugamani
  • Nei periodi di riacutizzazione dei sintomi dell'allergia ai pollini, adotta una dieta disintossicante per qualche giorno. Preferisci alimenti quali le cipolle (contengono composti solforati che inibiscono la risposta allergica e infiammatoria) e quelli ricchi in magnesio (come cereali integrali, fagioli, verdure a foglia verde, banane, che contribuiscono a ridurre al minimo la produzione di istamina). Evita, invece, oltre che gli alimenti che possono provocare reattività con i pollini, tutti quelli che stimolano la liberazione di istamina, come fragole, pomodori, cioccolato, crostacei, molluschi, formaggi fermentati, insaccati e frutta secca.

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