rotate-mobile
Domenica, 28 Aprile 2024
Il caso clinico

Una donna morta ha dato alla luce un bambino vivo

Il piccolo è nato alla trentatreesima settimana di gestazione grazie ad un parto cesareo senza alcuna complicazione

Un donna di 31 cerebralmente morta ha partorito un bambino vivo e sano. La 31enne, della Florida, era incinta di 22 settimane al momento della diagnosi di morte causata da un’emorragia cerebrale. Poiché la gravidanza appariva normale, dopo un incontro multidisciplinare è stato deciso di portare avanti la gravidanza fino al momento del parto. Dopo 11 settimane dalla diagnosi di morte cerebrale (33 settimane di gestazione) è stato eseguito il taglio cesareo che ha dato alla luce un bambino vivo e sano. Il caso clinico è stato pubblicato sulla rivista Cureus. 

Il caso clinico

Descrivendo il caso della 31enne, i ricercatori dell'Università della Florida hanno spiegato che la donna, con una storia di ipertensione, era incinta di 22 settimane quando si è presentata al pronto soccorso con un forte mal di testa. Poco dopo il suo arrivo ha iniziato a sperimentare "attività simili a convulsioni" prima di perdere coscienza, finire in coma ed essere intubata d'urgenza cinque ore dopo la comparsa dei sintomi. I risultati della TAC hanno rivelato una condizione di 'morte cerebrale' e la paziente è stata dichiarata morta il giorno stesso del ricovero. Ulteriori analisi hanno poi rivelato che la 31enne aveva avuto un'emorragia cerebrale.

"Dopo un incontro multidisciplinare con neurointensivisti, specialisti di terapia intensiva neonatale, ostetrici, nonché team legali, etici e di assistenti sociali, la famiglia del paziente ha espresso il desiderio di portare avanti la gravidanza e riportare il feto alla vitalità continuando il supporto somatico del paziente", hanno spiegato gli autori.

Articolo: Un verme di 8 centimetri è stato estratto vivo dal cervello di una donna

Il bambino è rimasto in vita grazie a un ampio intervento medico

Come si può immaginare, mantenere in vita il bambino non è stato semplice, ha infatti richiesto un ampio intervento medico. La madre cerebralmente morta è stata attaccata a un ventilatore meccanico e nel suo naso inserito un sondino per l’alimentazione nasogastrica. I medici hanno dovuto regolare i suoi livelli di tiroxina (ormone prodotto dalla tiroide che ha il compito di regolare i processi metabolici dell’organismo) e la pressione sanguigna, mentre le sono stati somministrati anticoagulanti per prevenire la formazione di coaguli. La paziente soffriva di numerose infezioni che causano polmonite e altre complicazioni, per cui le sono stati somministrati vari farmaci, compresi gli antibiotici, per proteggere il feto.

Articolo: Un uomo tetraplegico torna a muovere mani e polsi grazie a un microchip impiantato nel cervello 

Il parto cesareo alla 33esima settimana di gestazione

Dopo altre 11 settimane, i chirurghi hanno eseguito un parto cesareo, facendo nascere il bambino alla 33a settimana di gestazione. "Il bambino si è comportato bene dopo il parto e non ha avuto bisogno di rianimazione - hanno scritto gli autori -. È stato portato al reparto di terapia intensiva neonatale per il ricovero secondario alla sua età gestazionale, e dimesso dopo cinque giorni". A questo punto, il supporto vitale della madre è stato interrotto.

Non è l’unico caso al mondo

Sebbene estremamente rari, sono stati descritti anche altri casi del genere. Secondo una revisione sistematica della letteratura sui casi di morte cerebrale in gravidanza, circa due terzi delle donne che muoiono cerebralmente durante la gravidanza soffrono di un'emorragia intracranica e subaracnoidea. Delle 35 pazienti identificate dallo studio, il 69% necessitava di cure per infezioni come polmonite o sepsi (un'infezione generalizzata che può interessare uno o più organi), mentre il 63% ha sviluppato instabilità circolatoria e il 56% soffriva di diabete insipido (rara malattia metabolica che si caratterizza per uno squilibrio della quantità di acqua presente all'interno del corpo). Nel complesso, l’età gestazionale al momento della diagnosi di morte cerebrale è stata il principale predittore dell’esito perinatale: solo il 50% delle donne che sono entrate in coma prima della 14a settimana di gravidanza hanno avuto bambini vivi.

I rari casi di bambini nati col parto vaginale

Al contrario, sono nati vivi nel 100% dei casi in cui la donna è morta cerebralmente dopo 24 settimane di gestazione. Nel complesso, gli autori dello studio hanno scoperto che otto dei 35 feti esaminati sono morti in utero mentre i restanti 27 sono stati portati a termine. Di questi, due sono morti poco dopo la nascita e altri due hanno riportato gravi complicazioni neurologiche, sebbene 23 apparissero sani al follow-up. Non sorprende che la stragrande maggioranza delle nascite sia avvenuta con taglio cesareo, anche se due delle donne cerebralmente morte hanno avuto parti vaginali dopo essere entrate in travaglio spontaneo, mentre un'altra ha avuto un parto vaginale indotto.

Nonostante queste statistiche positive, gli autori del nuovo caso clinico ipotizzano che i tassi di sopravvivenza potrebbero essere gonfiati. "In altre parole - hanno concluso - la morte cerebrale durante la gravidanza potrebbe essere più comune di quanto suggerisca la revisione, ed i casi con esiti negativi potrebbero essere sottostimati".

Si parla di

In Evidenza

Potrebbe interessarti

Una donna morta ha dato alla luce un bambino vivo

Today è in caricamento