rotate-mobile
Lunedì, 29 Aprile 2024
Salute

Fibromialgia: come riconoscerla e affrontarla

Colpisce principalmente le donne ed è spesso ritenuta una malattia “immaginaria”, ma può diventare invalidante: i consigli dell'esperto per riconoscere e affrontare la fibromialgia

È spesso definita una malattia immaginaria e può invalidare fortemente la vita di chi ne soffre senza che, il più delle volte, venga riconosciuta e trattata. È la fibromialgia, definita come un disturbo del dolore cronico. Si tratta di una sindrome che, spesso, è influenzata da uno stile di vita poco sano ma si può sconfiggere attraverso un percorso antinfiammatorio personalizzato. 

Lo spiega, nel dettaglio, il dott. Francesco Garritano nel libro “La fibromialgia è una sfida: tu puoi vincerla - Spiegazioni utili e consigli pratici per affrontare una sindrome reale e invalidante”. Il libro si rivolge a chi soffre di questa patologia, fornendo consigli utili e indicazioni concrete per combatterla. 

Fibromialgia: una malattia che colpisce soprattutto le donne

Il rapporto medio tra donne e uomini, quando si parla di fibromialgia, è 3:1. 

“Le donne sono predisposte dal punto di vista fisiologico a un’alterazione dei meccanismi del dolore per i processi biologici cui vanno incontro nelle varie fasi della loro vita (menopausa, ciclo mestruale), ma sono anche più inclini a subire in modo notevole lo stress cronico psico-fisico legato alla vita moderna, che le vede impegnate su più fronti (lavoro e famiglia, per esempio). Va poi ricordato che le malattie infiammatorie e autoimmuni raddoppiano o triplicano nel sesso femminile, per effetto degli ormoni sessuali sulle cellule che regolano le difese immunitarie”. 

Perché è considerata una malattia immaginaria?

Viene definita immaginaria o non viene riconosciuta e trattata perché, “quando una persona descrive ciò che avverte e lamenta i propri sintomi, spesso questo malessere viene confuso con manifestazioni psicologiche o psichiatriche, postumi da traumi/stress o semplicemente stanchezza mentale (il classico esaurimento nervoso)” spiega il dott. Garritano. “Chi ne soffre, quindi, non viene spesso compreso”. 

Come riconoscere la fibromialgia 

Occorre distinguere la fibromialgia primaria e secondaria. La secondaria si manifesta con sintomi dolorosi e malessere cronico in seguito ad eventi traumatici, operazioni, malattie infiammatorie o autoimmuni. Tra i sintomi più diffusi:

  • dolori muscolo-scheletrici diffusi
  • affaticamento: è un campanello di allarme quando si protrae nel tempo e che non regredisce con il riposo e il sonno; 
  • disturbi del sonno: per non generalizzare, occorre indagare bene in che modo si sperimenta l’insonnia;
  • rigidità muscolare
  • sintomi psichiatrici, come presenza di emozioni negative associate a uno stato di disagio generalizzato. 

Come combattere la fibromialgia 

“L’obiettivo non è la guarigione intesa come cura risolutiva, ma il benessere della persona da raggiungere tramite un trattamento individuale e personalizzato” spiega l’autore. Per combattere la sindrome sono importanti, innanzi tutto, due aspetti:

  1. Abbassare lo stato di stress dell'organismo, puntando ad un percorso nutrizionale antinfiammatorio che rispetti le esigenze specifiche dell'organismo e le necessità della singola persona. 

"L’alimentazione odierna è troppo monotona: si mangiano sempre le stesse cose e si finisce per oltrepassare spesso la soglia infiammatoria". spiega l’autore. "Le categorie alimentari su cui mi concentro maggiormente sono: il glutine, i latticini, i lieviti, il nichel e i salicilati. Le mie scelte spesso si orientano verso la rotazione o l’esclusione di alcune di queste categorie alimentari per abbassare – inizialmente in modo netto – il livello di infiammazione. Poi si può optare per il reintegro alimentare”. 

  1. Gestire specificamente il malessere dominante che interessa la fibromialgia con un metodo nutrizionale e dettagliato. 

Ad esempio: 

  • Garantire la stabilità glicemica e insulinemica con lo stile di vita e l’alimentazione, affinché l’organismo possa mantenere uno stato di benessere. Bisogna quindi abbinare in modo corretto carboidrati e proteine, scegliendo dei “veri” cibi integrali. 
  • Rispettare i ritmi cronobiologici nei pasti. “Ciò vuol dire ottimizzare l’introduzione del cibo in base al nostro naturale flusso ormonale: nelle prime ore del mattino predominano ormoni ad azione catabolica che portano al consumo energetico anziché all’accumulo, quindi la nostra colazione dovrà essere abbondante così da darci l’energia adeguata per affrontare l’intera giornata”. Nel pomeriggio e alla sera, invece, sono secreti maggiormente gli ormoni anabolici: l’organismo è propenso all’accumulo, quindi il cibo assunto sarà più facilmente immagazzinato come fonte energetica (alias grasso di deposito!).
  • Mangiare non seguendo uno schema preciso di grammature e calorie, ma ascoltando in modo fisiologico la fame naturale, assecondando cioè ciò che l’organismo richiede in base alle necessità metaboliche. 

In Evidenza

Potrebbe interessarti

Fibromialgia: come riconoscerla e affrontarla

Today è in caricamento