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Domenica, 28 Aprile 2024
L'invenzione

Parkinson, un guanto tecnologico può ridurre i tremori: come funziona

E’ in grado di stabilizzare i movimenti della mano, consentendo ai pazienti di tornare a svolgere attività essenziali come mangiare

Un guanto tecnologico potrebbe rivoluzionare la vita delle persone affette da Parkinosn. Si chiama GyroGlove ed è in grado di ridurre i tremori alla mano causati dalla malattia dell’80%. Ad averlo ideato, dopo anni di ricerca, la start up GyroGear fondata da Faii Ong, un ex studente del Mit (Massachusetts Institute of Technology). "GyroGlove - ha spiegato Ong nel corso della Fiera tecnologica di Las Vegas dove si è aggiudicato il Ces Innovation Award per l’invenzione - è lo stabilizzatore per le mani più avanzato al mondo ed è rivolto a 200 milioni di persone in tutto il mondo affette da tremore essenziale e morbo di Parkinson".

Il guanto non viene pubblicizzato come uno strumento che rallenta l'avanzamento della malattia neurodegenerativa, ma un suo utilizzo prolungato consente agli utenti di tornare a svolgere attività essenziali come mangiare con un maggiore controllo della mano.

Come funziona GyroGlove

GyroGlove promette di ripristinare i movimenti involontari grazie un giroscopio (dispositivo rotante) che ruota oltre 4 volte più velocemente di una turbina a reazione ed è guidato da un motore simile a quello utilizzato nei veicoli ad alte prestazioni. Secondo quanto riportato dall’azienda produttrice, può essere utilizzato fino a quattro ore di continuo. Il device sarà disponibile nei prossimi mesi a un costo di 4899 dollari, ed è possibile acquistarlo sul sito web dell'azienda, selezionando la mano a cui è destinato e la taglia.

La testimonianza di una paziente

 "La mia mano - racconta Roberta Wilson-Garrit, affetta da Parkinson - trema continuamente a vari livelli a seconda di quando prendo le medicine, di quanto sono stressate, se ho fatto esercizio fisico o meno. Ma quando indosso GyroGlove non ho più il tremore. Non ho esitazioni nel prendere una tazza di the o nell'usare una penna per scrivere".

La ricerca sul Parkinson

Comprendere il Parkinson, come le altre malattie neurodegenerative, e trovare una cura rimane una delle più grandi sfide della ricerca. Ad oggi ancora non se ne conosce chiaramente la causa, tuttavia una serie di studi suggeriscono che la malattia sia il risultato di una combinazione di fattori genetici e ambientali. A rendere così difficile lo studio delle malattie neurodegenerative è la complessità del cervello umano. La gran parte delle sperimentazioni sul Parkinson e sull'Alzheimer è condotta sui topi e primati, ma se la struttura cerebrale di questi ultimi è simile a quella dell’essere umani, il discorso cambia per le attività neuronali che sono completamente diverse. Questo impedisce la comprensione del processo nuerodegenerativo del cervello umano.

Articolo: Lo smartwatch rileva il Parkinson fino a sette anni prima

Mini-cervelli per studiare il Parkinson

Per superare questo limite, sono stati sviluppati “mini-cervelli" in provetta in grado di dormire e svegliarsi (proprio come fa un cervello reale) con l’obiettivo di studiare le malattie neurodegenerative come il morbo di Parkinson. Ad averli creati i ricercatori del centro di ricerca Piaggio all’Università di Pisa, coordinatori del progetto Nap (twiN-on-a-chip-brAins for monitoring individual sleeP habits).

"Gli organoidi di cervello - hanno spiegato i ricercatori - sono modelli tridimensionali generati a partire dalle cellule staminali ottenute da uno specifico individuo. Per la prima volta, grazie al progetto Nap, si genereranno organoidi di cervello ‘cyborg’, cioè potenziati con elettrodi che permettono di valutare, istante per istante e per lungo tempo, l’attività di tutti i suoi neuroni, e di regolarne l’attività simulando il ritmo del sonno. In questo modo potremo studiare in dettaglio il metabolismo dei neuroni del sistema nervoso centrale e le sue alterazioni".

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