rotate-mobile
Lunedì, 29 Aprile 2024
Tumore ai polmoni

Tumore al polmone, una pillola riduce del 51% il rischio di morte

Il farmaco, sviluppato da AstraZeneca, è efficace anche nel prevenire metastasi al cervello, ossa e fegato

Il tumore del polmone è una delle prime cause di morte nei Paesi industrializzati, Italia compresa. Si stima che ogni anno 2,2 milioni di persone nel mondo ricevano una diagnosi di carcinoma polmonare: nell'80-85% dei casi si tratta di tumore al polmone non a piccole cellule (la forma più comune), originato dal tessuto epiteliale che riveste le strutture polmonari. Di questi casi, la gran parte presenta una malattia avanzata, mentre il 25-30% una malattia resecabile (cioè sulla quale si può intervenire con un intervento chirurgico). Questo perché spesso la neoplasia è asintomatica, soprattutto nelle fasi iniziali, e molte volte scoperta nel corso di esami effettuati per altri motivi. Tuttavia, tumore resecabile non significa guarigione completamente: la maggior parte dei pazienti, infatti, sviluppa una recidiva nonostante la resezione completa del tumore e la chemioterapia adiuvante (precauzionale). Se il 73% dei pazienti con malattia a uno stadio I e il 56-65% dei pazienti con malattia a uno stadio II ha una sopravvivenza per cinque anni, questa percentuale scende al 41% per i pazienti con malattia a uno stadio III.

Una nuova speranza per i pazienti con cancro polmonare non a piccole cellule arriva da una pillola che, se assunta quotidianamente, riduce del 51% il rischio di morte. Sono i risultati di uno studio clinico decennale di fase III randomizzato, in doppio cieco e controllato con placebo - chiamato ADAURA - condotto su circa 700 pazienti con carcinoma polmonare non a piccole cellule con una particolare mutazione del recettore del fattore di crescita epidermico (o EGFRm) allo stadio iniziale. Questa mutazione colpisce il 10-15% dei pazienti negli Stati Uniti e in Europa. La pillola, sviluppata dal gruppo farmaceutico AstraZeneca, si chiama osimertinib ed è già commercializzato con il nome di Tagrisso. Il trattamento si è dimostrato efficace nei pazienti dopo la resezione chirurgica della massa tumorale con o senza chemioterapia. I risultati della sperimentazione sono stati pubblicati sulla rivista scientifica The New England Journal of Medicine e presentati al meeting annuale dell'American Society for Clinical Oncology (ASCO), attualmente in corso a Chicago, negli Stati Uniti.

Articolo: Un uomo paralizzato torna a camminare dopo 11 anni grazie a un impianto rivoluzionario 

Lo studio

Lo studio, guidato da scienziati dello Yale Cancer Center dell'Università di Yale (Stati Uniti) e del National Cancer Center Hospital East di Chiba (Giappone), è stato condotto su 682 partecipanti con tumore ai polmoni non a piccole cellule, in fase iniziale (IB, II e IIIA), in più di 20 paesi, tra cui Stati Uniti, Europa, Sud America, Asia e Medio Oriente. Dopo essere stati sottoposti a resezione chirurgica del tumore, una metà dei pazienti è stato sottoposto per tre anni al trattamento con osimertinib (una compressa orale da 80 g una volta al giorno), mentre l'altra metà ha ricevuto un placebo per lo stesso periodo. L'assunzione della compressa ha comportato una riduzione del 51% del rischio di morte, rispetto al gruppo placebo. Inoltre, dopo cinque anni dall’assunzione della pillola, l'88% dei pazienti era ancora vivo, rispetto al 78% di quelli che inizialmente avevano ricevuto il placebo (in una fase successiva dello studio anche il secondo gruppo ha ricevuto osimertinib).

"Questi dati sono ‘impressionanti’, sottolineano che il trattamento adiuvante con osimertinib offre ai pazienti le migliori possibilità di sopravvivenza a lungo termine - ha affermato Roy Herbst della Yale University, che li ha presentati a Chicago -. “Il farmaco - ha aggiunto - aiuta a prevenire che il cancro si diffonda al cervello, al fegato, alle ossa. Se si considera che circa un terzo dei casi di tumori non a piccole cellule può essere operato quando rilevato, è un risultato epocale".

Articolo: La nuova pandemia dei super batteri, Pregliasco: "Rischiamo 10 milioni di morti"

La pillola è già sul mercato

Osimertinib è già autorizzato in più di 100 Paesi tra cui Stati Uniti, UE, Cina e Giappone nel tumore polmonare non a piccole cellule ed anche contro le metastasi del sistema nervoso centrale (è stato somministrato in circa 700.000 persone). La sua approvazione negli Stati Uniti nel 2020 si basava su dati di studi precedenti che mostravano un miglioramento della sopravvivenza libera da malattia del paziente, ovvero il tempo in cui un paziente vive senza recidiva del cancro. "Ma non tutti i medici - ha detto Herbst - hanno adottato il trattamento ,e molti stavano aspettando i dati sulla sopravvivenza globale che sono stati presentati domenica a Chicago". A tal proposito ha sottolineato la necessità di sottoporre a screening i pazienti per scoprire se hanno la mutazione EGFR. "Altrimenti - ha detto - non possiamo usare questa nuova cura".

Rispetto aI trial clinici precedenti, lo studio ADAURA non ha evidenziato effetti collaterali e reazioni avverse differenti, tra cui eruzioni cutanee, diarrea, grave affaticamento, infiammazione e dolore muscoloscheletrico.

Si parla di

In Evidenza

Potrebbe interessarti

Tumore al polmone, una pillola riduce del 51% il rischio di morte

Today è in caricamento