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Venerdì, 26 Aprile 2024
Ascoli Piceno

Vaccini mai somministrati e green pass falsi: arrestato medico di base

Deve rispondere di falso in atto pubblico e peculato. Settantatré le certificazioni verde sequestrate perché considerate fasulle

Un medico di medicina generale di Ascoli Piceno è stato arrestato oggi dai carabinieri con l'accusa di aver falsamente attestato almeno 150 somministrazioni di vaccini anti-Covid permettendo così il rilascio di green pass considerati fasulli a 73 persone. Il medico, convenzionato con l'azienda sanitaria regionale (Asur) deve rispondere non solo di falso in atto pubblico ma anche di peculato, per aver ritirato dal centro vaccinale di Ascoli 120 dosi che poi, secondo la Procura di Ascoli, avrebbe fatto sparire senza averle utilizzate.

L'ordinanza del gip interessa anche una delle 73 persone che hanno ottenuto i green pass ritenuti falsi, per la quale stata disposta la dentizione domiciliare. Per il medico invece è stata applicata la custodia cautelare in carcere. Tutte le certificazioni verdi sono state sequestrate e ai loro possessori sono stati sequestrati anche telefoni cellulari e altro materiale che per la Procura sarebbero utili per ricostruire i confini esatti della vicenda. A carico di ognuno di loro è ipotizzato il reato di falso in concorso con il medico, il quale è indagato anche per truffa aggravata ai danni dell'Asur riguardo gli emolumenti previsti per ciascuna dose somministrata.

Le indagini sono partite a settembre e sono andate avanti fino al mese scorso. Diverse le circostanze sospette rilevate in un primo momento dell'Asur: un numero di vaccinazioni eseguite molto più alto rispetto a quelle effettuate dagli altri medici convenzionati; il fatto che la gran parte delle vaccinazioni fosse stata effettuata su pazienti che non erano assistiti del medico arrestato e in alcuni casi provenivano addirittura da fuori regione; il ritardo rispetto a quanto prescritto per l'inserimento delle attestazioni di avvenuta vaccinazione nel sistema informatico del Ministero della Salute.

Le indagini sono state svolte grazie ad attività tecniche, servizi di osservazione e pedinamento, riprese video e acquisizioni documentali, per verificare se nelle ore successive al ritiro delle dosi di vaccino da parte del medico (ed entro le quali tassativamente doveva essere effettuata l'inoculazione) vi fosse stata la somministrazione delle stesse ai pazienti. Il medico, secondo l'accusa, avrebbe attestato la somministrazione invece non effettuata e l'avrebbe inserita nella piattaforma informatica ministeriale attraverso la quale veniva poi rilasciato il green pass. Le indagini hanno permesso di monitorare e ricostruire i rapporti e gli accordi retrostanti tra i vari soggetti coinvolti e il loro ruolo.

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