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Lunedì, 29 Aprile 2024
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Glutei rifatti senza pagare, adesso è la paziente a querelare il medico: "Nessuna fuga dalla clinica"

Si annuncia una battaglia legale per il caso della donna che ha lasciato una nota struttura privata romana all'indomani di un intervento senza saldare il conto. Il chirurgo aveva denunciato "la fuga con i drenaggi". Lei si difende e contrattacca

Si annuncia una battaglia legale per la vicenda della donna che, operata in una clinica romana per un intervento di lifting ai glutei, è andata via senza saldare il conto e prima delle dimissioni ufficiali. "Una fuga con i drenaggi", aveva detto il chirurgo che l'ha operata. "Quale fuga... Quereliamo il medico", la replica dell'avvocato della paziente.

Il primo a rendere noto l'episodio è stato il chirurgo plastico ed estetico Maximilian Catenacci che su Facebook ha fornito la sua versione dei fatti.  "Lifting glutei con protesi glutee (13.02.2024) ed successivo 'fugone' la mattina del giorno dopo (14.02.2024) per 'non pagare il conto' o perché magari aveva fretta di andare a festeggiare S. Valentino con tanto di drenaggi al seguito", ha scritto Catenacci allegando le immagini dell'intervento. 

La denuncia sui social ha trovato risposta qualche giorno dopo. La donna si è rivolta all'avvocato Mauro Improta. Secondo la ricostruzione del legale riportata da RomaToday, la paziente ha conosciuto su Instagram il dottor Maximilian Catenacci e ha riferito subito "la propria pesante situazione di fragilità psicologica, dovuta ai precedenti interventi di chirurgia estetica riusciti male", e "anche del suo stato di profonda depressione da cui ella è affetta da molti anni, che l'aveva portata anche all’impossibilità di lavorare e al riconoscimento dell'invalidità civile del 100%. Il dottor Catenacci - ha aggiunto il legale - l'aveva rassicurata che, dopo l’intervento, lei sarebbe stata subito meglio e che avrebbe risistemato ogni imperfezione della parte posteriore del corpo dovuti ai precedenti interventi". 

Un intervento che sarebbe costato 20mila euro. "La paziente - ha chiarito ancora l'avvocato - rappresentando di non avere nell immediatezza una così ingente disponibilità economica, proponeva al professionista il pagamento in 12 mesi e il dottore, dinanzi a tale richiesta, riferiva, che se poi il pagamento fosse avvenuto in contanti, avrebbe potuto quantificare gli oneri e compensi per la prestazione della propria opera professionale complessivamente in 18mila euro. Suggellato detto accordo tra le parti, medico e paziente, il primo richiedeva alla seconda il versamento a titolo di acconto per le spese della clinica che avrebbe ospitato l’intervento. Mille euro a mezzo bonifico".

La donna, secondo la ricostruzione del legale, si è presentata nella clinica privata di Roma il 13 febbraio per l'intervento che iniziato alle 10 ed è terminato alle 18.30. Il giorno successivo intorno alle 12 il medico è tornato nella clinica dando "ordine agli infermieri di togliere alla paziente i drenaggi e medicarle le ferite. È significativo specificare che - si legge ancora nella nota del legale -, visto il tipo di drenaggio particolare e invasivo che veniva impiantato per questa tipologia di intervento, nel momento in cui veniva rimosso, era necessario in loco anche un punto di sutura. Il dottor Catenacci vigilava su quanto facessero gli infermieri sulla signora", e "tolti i drenaggi, veniva riferito alla signora che, di lì a poco, sarebbe uscita dalla clinica con regolare dimissione, quindi veniva avvisata di prepararsi, poiché - a detta degli infermieri - il medico stava ultimando i documenti per firmare la dimissione".

Secondo la difesa della donna, in quel momento il medico avrebbe chiesto il bonifico dell'intera somma restante: 17mila euro. "Non erano questi gli accordi - ha sottolineato il legale -, eppure il medico, di tutto punto, approfittando anche dello stato di fragilità psico-fisica affermava 'Se non mi paghi subito ti riporto immediatamente in sala operatoria e ti tolgo le protesi e non ti faccio uscire di qua' prima di uscire dalla stanza ordinando alle infermiere di controllare la donna affinché non si allontanasse. La 38enne, quindi, "terrorizzata dal fatto di ritornare in sala operatoria, ha avuto un attacco di panico" e ha chiesto subito al proprio compagno che era con lei nella stanza di prendere la borsa e andare via subito, utilizzando "l'ascensore, senza alcun drenaggio attaccato, senza tacchi a spillo e, nel modo più assoluto, senza scappare". Secondo l'avvocato la donna si è anche "premurata di mandare una serie di messaggi al medico che però non le ha sinora mai risposto in via diretta", mentre il giorno dopo il dottore "in spregio di ogni norma sulla riservatezza tipica della sua professione" ha iniziato "a pubblicare video e foto ritraenti i glutei della signora".

"La signora non è scappata e ha continuato a chiamare il medico che non le ha mai risposto", ha aggiunto l'avvocato Improta che ha presentato con urgenza una querela per diffamazione aggravata a mezzo stampa presso la procura di Roma. La vicenda quindi è tutt'altro che chiusa e proseguirà in tribunale.

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