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Lunedì, 29 Aprile 2024
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Lettera e preghiera alla Madonna di Pompei, poi si spara

Un uomo di 63 anni, titolare di un'impresa edile, si è ucciso sparandosi un colpo di pistola alla testa. Ha lasciato tre lettere, una di accuse contro Equitalia e una alla Madonna. Prima del gesto estremo ha pregato

NAPOLI - Un'ultima preghiera alla Madonna prima di uccidersi con un colpo di pistola calibro 7.65 in testa, nel parcheggio del Santuario di Pompei. Ha deciso di farla finita così Arcangelo Arpino, 63enne imprenditore edile di Vico Equense (Napoli). L'uomo si è ucciso alle tre di questo pomeriggio ed è morto poco dopo nell'ospedale di Castellammare di Stabia.

LE LETTERE - Il suicida ha lasciato tre lettere accanto al suo corpo. Una di esse era rivolta proprio alla Madonna di Pompei: si tratta di scuse per il gesto compiuto e di una preghiera affinché aiuti i suoi familiari. In un'altra lettera, invece, ci sono le accuse ad Equitalia per le diverse cartelle esattoriali inviate e anche ad un commercialista napoletano. Il professionista, secondo quanto ha scritto la vittima, nonostante fosse stato pagato e nonostante si fosse avvalso di lavori edili mai saldati, non aveva sistemato le pendenze con Equitalia il che avrebbe comportato un ulteriore peggioramento della situazione. C'è poi, nella lettera, anche un elenco di cinque assegni, per un importo complessivo di 4100 euro, che l'uomo chiede di bloccare in quanto scoperti.

PRIMA LA PREGHIERA, POI IL SUICIDIO - Alcuni parcheggiatori raccontano di aver visto il 63enne entrare nel santuario pochi minuti prima di compiere il gesto estremo. "Aveva con se una cartellina con dei documenti", riferisce uno degli addetti alla sosta ancora sotto choc per quanto avvenuto. Alcune donne che si trovavano in Chiesa in attesa dell'inizio della prima messa del pomeriggio, hanno raccontato che Arpino si sarebbe inginocchiato a pregare per alcuni momenti davanti al quadro della Madonna di Pompei. Poi, uscito fuori, è andato ad appoggiarsi su un muretto dove si è sparato. Sul posto ci sono i carabinieri. Presenti anche il sindaco della cittadina partenopea e i sacerdoti che hanno udito lo sparo e che sono immediatamente accorsi sul posto. Un luogo fortemente simbolico, quello del santuario pompeiano, visitato ogni anno da 4 milioni di pellegrini.

LE PAROLE DEL SINDACO - "È un lutto per tutta la città, un dispiacere forte - commenta, provato, il sindaco Claudio D'Alessio - non era mai, mai accaduta una cosa del genere, in quel posto, poi, così simbolico". "Quando sono arrivato c'erano alcuni sacerdoti - racconta all'Ansa - nei paraggi hanno le loro stanze, hanno udito il colpo e sono subito andati a vedere cosa era successo. Secondo quanto mi hanno detto, l'uomo aveva con sé una cartellina con dentro delle lettere". "Anche la nostra città, purtroppo, si rende testimone di un momento difficile - aggiunge - tutti coloro che hanno responsabiltà, e mi riferisco al governo nazionale, a quello regionale, ai governi cittadini devono fare il possibile per far sì che presto si venga fuori da questo momento difficile". "Ci sono tante potenzialità - conclude - bisogna rimuovere i tanti ostacoli che spesso sono legati all'incapacità di chi ha la responsabilità". (da NapoliToday)

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