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Venerdì, 26 Aprile 2024
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Caos all'Olimpico, la verità di Alfano: "Lo Stato non tratta con le curve"

Il ministro dell'Interno, Angelino Alfano, torna sui fatti dell'Olimpico: "Lo Stato c'è, è forte". Per il futuro: "Sto pensando di rilanciare il Daspo a vita". Renzi: "Basta impunità"

ROMA - Le istituzioni ci sono. E nessuna trattativa è ammessa. A due giorni dai fatti dell'Olimpico di Roma, il ministro dell'Interno, Angelino Alfano, ribadisce con forza il suo punto di vista. 

"Lo Stato c'è, è forte e non fa trattative con la curva" ha chiarito il leader del Nuovo Centrodestra ai microfoni di Rtl. "Non abbiamo dubbi - ha aggiunto Alfano - abbiamo fatto un'azione forte di contrasto a tutte le mafie di questo Paese, immaginiamoci se lo Stato può avere paura di qualche belva vestita da tifoso che rovina lo spettacolo più bello. Lo Stato è più forte di chi vuole violare le sue regole".

Il ministro ha poi detto: "Dobbiamo dire 'no' alla violenza e lo dobbiamo dire con fatti concreti e sto pensando di rilanciare anche nel dibattito parlamentare il Daspo a vita". Alfano ha quindi annunciato l'intenzione di riunire a fine campionato le società per mettere a punto nuovi interventi anti violenza negli stadi. "Abbiamo le idee molto chiare: le società di calcio sono sane - ha aggiunto - e non vogliono avere a che fare con le tifoserie violente. Lo Stato deve aiutarle con misure molto forti".

"Se tutto quello che stato fatto non basta - ha sottolineato il titolare del Viminale - lavoriamo sul daspo a vita". Attualmente la misura interdittiva, ha precisato il ministro, vale per cinque e anni ma con la recidiva è posssibile innalzarla anche a dieci anni e può essere estesa oltre che a livello individuale anche a livello di gruppo.

"Il funzionamento del Daspo sin qui non è stato negativo. Dobbiamo rafforzarlo. Non abbiamo avuto falle di sistema nei controlli sulla applicazione. Dobbiamo separare la tifoseria violenta da quei tifosi che con affetto e passione seguono la loro squadra e vanno a vedere le partite. La grandissima parte della tifoseria - ha concluso - ama il calcio".

Parole al veleno anche dal premier Matteo Renzi che, in un'intervista a La Stampa, ha attaccato: "Basta impunità. In un Paese civile uno con una maglietta come quella di Genny 'a carogna' non sta in curva, ma sta in galera". Per la sicurezza negli stadi "ce l'hanno fatta in Inghilterra, negli Usa si perde con il sorriso, perché noi non dovremmo farcela?" ha chiuso il premier. 

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