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Venerdì, 26 Aprile 2024
Le indagini / Genova

Alice Scagni, il fratello Alberto la invidiava ma per la Procura "non era pericoloso"

L'uomo è in carcere con l'accusa di omicidio volontario premeditato. E' stata disposta la perizia psichiatrica. La famiglia dei ragazzi punta il dito contro le autorità, che non avrebbero dato peso alle richieste di aiuto

Una persona invidiosa, sì, ma che con i suoi comportamenti non ha mai fatto pensare a un pericolo. Così gli inquirenti tratteggiano Alberto Scagni, il 42enne accusato di avere ucciso a coltellate la sorella Alice,  la sera dell'1 maggio in provincia di Genova. 

Alice trafitta 17 volte

Alice, 34 anni e mamma da 14 mesi, è stata ferita a morte mentre faceva una passeggiata con il cane a pochi passi da casa. Almeno 17 le coltellate che le sono state inferte. A dare l'allarme il marito e alcuni residenti, che hanno prima sentito delle urla e poi visto il corpo della donna per terra in una pozza di sangue. Unico accusato del delitto è il fratello, trovato con ancora i vestiti sporchi di sangue. L'uomo è in carcere per omicidio volontario premeditato. La procura ha disposto la perizia psichiatrica. Durante l'interrogatorio di convalida dell'arresto, si è avvalso della facoltà di non rispondere e i suoi legali hanno fatto sapere di non voler rilasciare dichiarazioni.

"Nessun elemento di pericolosità"

Secondo quanto emerso nel corso delle indagini, Alberto Scagni viveva con un buono da 50 euro del supermercato, che la famiglia gli passava per fare la spesa. Da qui le continue richieste di soldi alla famiglia. Per gli inquirenti, Alberto Scagni provava invidia per la vita della sorella Alice. A parlare del caso è stato il procuratore Francesco Pinto, intervenuto anche sulle accuse lanciate dalla madre dei due. La donna ha puntato il dito contro "l'incuria e l'incapacità delle forze dell'ordine e del servizio di salute mentale". Domenica, poche ore prima del femminicidio, Alberto avrebbe telefonato due volte ai suoi parenti, minacciandoli. Questi si sarebbero rivolti al 112, "ci è stato detto di fare denuncia lunedì e che non c'era una volante da mandare", ha riferito la mamma di Alice e Alberto.

"Verificheremo a 360 gradi tutti gli aspetti della vicenda senza tralasciare nulla. Anche se al momento quello che è emerso è che non c'erano elementi di pericolosità", ha detto Pinto, che ha disposto anche l'acquisizione delle telefonate che i genitori dei due ragazzi hanno fatto al numero unico di emergenza.

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