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Domenica, 28 Aprile 2024
Caporalato / Caserta

Presi a cinghiate e lasciati senza cure: braccianti sfruttati da quattro imprenditori agricoli

I reati contestati sono sfruttamento del lavoro e impiego di manodopera clandestina. A carico dei quattro imprenditori è stato disposto il divieto di dimora in provincia di Caserta

Ancora sfruttamento della manodopera in agricoltura. Indagati quattro imprenditori agricoli del Casertano, per i quali  il giudice per le indagini preliminari ha disposto il divieto di dimora in provincia di Caserta.

I reati contestati sono sfruttamento del lavoro e impiego di manodopera clandestina. Vittime una decina di braccianti extracomunitari, privi di permesso di soggiorno, sottoposti a violenze fisiche e a condizioni lavorative massacranti: presi a cinghiate per un momento di riposo, o come è emerso, riaccompagnati a casa, invece che in pronto soccorso, e lasciati senza cure dopo un malore.

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Le indagini

L'inchiesta è partita a seguito dell'avvistamento, da parte dei carabinieri, di un gruppo di braccianti intenti a raccogliere pomodori nelle campagne di Cellole e Sessa Aurunca in condizioni particolarmente dure. Presto è emerso come nessuno di loro avesse un contratto di lavoro regolare: venivano costretti a lavorare 11 ore al giorno per sette giorni alla settimana, a fronte di una paga quotidiana di 30-40 euro. Qualche bracciante ha poi raccontato ai carabinieri le violenze subite da caporali e imprenditori agricoli; è così emerso il caso del lavoratore picchiato con la cinghia per essersi seduto a terra per riposarsi un minuto, o di un altro che era stato colto da malore e riportato a casa invece che in ospedale.

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